Torna sottoterra l’acquedotto dell’Infernetto
di SILVIA MANCINELLI
18/02/2007 IL TEMPO
L’opera romana ricoperta dalle ruspe. Si allontana l’ipotesi del museo degli scavi
IN ATTESA di coprire con una galleria di vetro l'acquedotto rinvenuto oltre due anni fa nell'area compresa tra via Salorno e via Bedollo all'Infernetto, ieri mattina le ruspe erano al lavoro per sotterrarlo.
Il progetto di un museo a cielo aperto che rendesse la scoperta visitabile dai turisti e dai cittadini, non sarebbe quindi prossima alla realizzazione. «Ai lavori di restauro - aveva già annunciato Angelo Pellegrino, responsabile della Soprintendenza di Ostia Antica - seguirà la ripulitura dell'intera area e la sua mesealizzazione». Intanto però, nell’incertezza sui tempi di realizzazione, una spianata di terra è tornata a coprire il reperto dopo anni di proteste e sollecitazioni a intervenire. L'operazione, come ha spiegato un operaio, è utile affinché il reperto non continui a essere danneggiato ulteriormente dalle intemperie. Rivestito in tutta la sua lunghezza, oltre 10 metri, da un telo bianco è tornato di nuovo sotto terra, protetto dal degrado e dall'incuria. L'importante reperto, risalente all'epoca romana, venne portato alla luce casualmente da una ditta che effettuava degli scavi per costruire villini. Il cantiere venne quindi sospeso su ordinanza della Soprintendenza per i Beni Archeologici. Era la fine del 2004. Da allora, e fino a oggi, l'acquedotto è rimasto lì, «incorniciato» dai grandi cumuli di terra ai lati e alla mercè di tutti, comprese piogge e temporali. Fino ad oggi, con la speranza che, una volta sotto terra e quindi «invisibile», non vengano dimenticati i buoni propositi. Manutenzione del verde, la galleria in vetro a copertura dell'intero acquedotto, un sovrappasso per la camminata a giorno e pannelli didattici attendono ancora di essere inseriti in un progetto definito.
di SILVIA MANCINELLI
18/02/2007 IL TEMPO
L’opera romana ricoperta dalle ruspe. Si allontana l’ipotesi del museo degli scavi
IN ATTESA di coprire con una galleria di vetro l'acquedotto rinvenuto oltre due anni fa nell'area compresa tra via Salorno e via Bedollo all'Infernetto, ieri mattina le ruspe erano al lavoro per sotterrarlo.
Il progetto di un museo a cielo aperto che rendesse la scoperta visitabile dai turisti e dai cittadini, non sarebbe quindi prossima alla realizzazione. «Ai lavori di restauro - aveva già annunciato Angelo Pellegrino, responsabile della Soprintendenza di Ostia Antica - seguirà la ripulitura dell'intera area e la sua mesealizzazione». Intanto però, nell’incertezza sui tempi di realizzazione, una spianata di terra è tornata a coprire il reperto dopo anni di proteste e sollecitazioni a intervenire. L'operazione, come ha spiegato un operaio, è utile affinché il reperto non continui a essere danneggiato ulteriormente dalle intemperie. Rivestito in tutta la sua lunghezza, oltre 10 metri, da un telo bianco è tornato di nuovo sotto terra, protetto dal degrado e dall'incuria. L'importante reperto, risalente all'epoca romana, venne portato alla luce casualmente da una ditta che effettuava degli scavi per costruire villini. Il cantiere venne quindi sospeso su ordinanza della Soprintendenza per i Beni Archeologici. Era la fine del 2004. Da allora, e fino a oggi, l'acquedotto è rimasto lì, «incorniciato» dai grandi cumuli di terra ai lati e alla mercè di tutti, comprese piogge e temporali. Fino ad oggi, con la speranza che, una volta sotto terra e quindi «invisibile», non vengano dimenticati i buoni propositi. Manutenzione del verde, la galleria in vetro a copertura dell'intero acquedotto, un sovrappasso per la camminata a giorno e pannelli didattici attendono ancora di essere inseriti in un progetto definito.