domenica 6 dicembre 2020

Giulio Cesare Ottaviano Augusto


Giulio Cesare Ottaviano Augusto

Ottaviano, nato nel 63 a.C., era nipote di Cesare. Questi lo adottò, facendone il suo erede. Quando Cesare fu ucciso nel 44, il giovane Ottaviano seppe inserirsi molto abilmente nella lotta per il potere. Dopo avere eliminato Antonio, egli rimase il padrone indiscusso di Roma. Al suo genio politico si devono quelle riforme che gli permisero di governare Roma fino alla morte e che segnarono la nascita del principato. Due sono i momenti in cui Ottaviano mise a punto il nuovo assetto istituzionale: nel 27, dopo avere rinunciato ai poteri straordinari detenuti fino ad allora, ebbe il comando sulle province non pacificate (dove erano stanziati gli eserciti), mentre le altre province, secondo la consuetudine repubblicana, furono riservate al senato, e il titolo onorifico di Augusto; nel 23 ebbe il comando proconsolare su tutte le province (cioè il controllo sulle province e sugli eserciti), anche su quelle riservate al senato, i pieni poteri dei tribuni della plebe, che gli permettevano di controllare la vita politica (convocare le assemblee, proporre leggi, esercitare il diritto di veto). Augusto governò Roma fino al 14 d.C., un lungo periodo di tempo in cui tentò una restaurazione della religione e dei costumi tradizionali e realizzò grandi opere pubbliche. Secondo Svetonio Augusto soleva dire di avere trovato Roma di mattoni e di averla lasciata di marmo. Egli, inoltre, legò al suo programma politico molti letterati e poeti, promuovendone l'attività, tra cui, per citare solo i più noti, Virgilio e Orazio.

domenica 1 novembre 2020

Marco Ulpio Traiano


Marco Ulpio Traiano

Traiano, nato a Italica nella Spagna Betica nel 53 d.C., iniziò la carriera ricoprendo brillantemente molti comandi militari. Nel 97 fu in Germania come legato, rafforzando i confini e assicurando quasi un secolo di tranquillità a questo delicato settore. Adottato da Nerva, divenne imperatore nel 98. In contrapposizione al dispotismo di Domiziano rispettò l'autorità del senato, facendo della giustizia il suo ideale di governo. Ottimo generale, compì varie campagne di conquista che portarono il territorio romano alla sua massima estensione (conquista di Dacia, la cui campagna militare è illustrata dai rilievi della colonna traiana, dell'Arabia Petrea, di Armenia, alta Mesopotamia e Assiria, strappate ai Parti). Sotto il suo regno in tutto l'impero si ebbe una notevole attività edilizia, grandiosa a Roma dove furono realizzati i mercati traianei, il foro, la basilica Ulpia. Traiano morì nel 117, dopo avere adottato come successore Adriano.

domenica 4 ottobre 2020

Flavio Valerio Costantino


Flavio Valerio Costantino

Costantino, nato in Illiria, tra il 280-285 d.C., era figlio del tetrarca Costanzo Cloro e di Elena (la futura S. Elena). Quando nel 306 l'Augusto Cloro morì, le truppe, invece di rispettare la successione tetrarchica, acclamarono Costantino imperatore; anche Massenzio, figlio dell'uscente Augusto Massimiano, fu acclamato imperatore, mentre Massimiano stesso si proclamò di nuovo Augusto. Ne derivò, negli anni a seguire, una complessa lotta per il potere, che sanzionò il fallimento della tetrarchia di Diocleziano. Costantino si impose successivamente sui suoi antagonisti; tappe importanti di questa ascesa furono la vittoria a ponte Milvio su Massenzio (312); l'incontro a Milano con Licinio, quando fu emanato l'editto di tolleranza religiosa che diede a Costantino l'appoggio della chiesa cristiana, di cui aveva capito l'enorme potenzialità organizzativa ed economica. Da tempo egli manifestava in campo religioso una tendenza ad un monoteismo solare, e fu per accontentare sia i seguaci del culto del sole che i cristiani presenti nell'esercito, che, prima della battaglia di ponte Milvio, fece porre sugli scudi il segno del Sole unito al monogramma di Cristo. Al termine delle varie guerre restavano al potere Costantino in occidente e Licinio in oriente. Mentre Costantino si avvicinava sempre più ad un monoteismo cristianeggiante, Licinio prese a combattere la chiesa, dando all'avversario il pretesto per intervenire in sua difesa. Dal decisivo scontro tra i due, scoppiato nel 324, uscì vincitore Costantino. Egli trasferì la capitale da Roma a Bisanzio, ribattezzata Costantinopoli, riformò il sistema monetario con l'introduzione di una moneta aurea, il solidus, e, da laico, intervenne in tutte le controversie teologiche tra cristiani; fu battezzato da un ariano solo in punto di morte, nel 337.

mercoledì 9 settembre 2020

i lari e il genius

 A Pompei, questi Lari accompagnano spesso il Genius, nella figura di un uomo in toga: cosi è evocato, in modo appena passabile, il “dèmone personale” del padrone di casa, che nasce e muore con lui, e rappresenta per cosi dire la coscienza divina che un vivo ha di se stesso. La grande festa del Genius è il giorno del compleanno del paterfamilias.

Ma originariamente il Genius è ben altro: principio di fecondità genetica, come indica il nome, che garantisce mediante l’individuo a cui è legato il perpetuarsi delle generazioni. Si coglie ancora questo valore, completamente offuscato, in aneddoti come quello di Sempronio, padre dei Gracchi. Un giorno fu catturata in casa sua una coppia di serpenti (si credeva che il Genius talvolta apparisse sotto questa forma); l’augure prescrisse di ucciderne uno, aggiungendo che la morte del maschio avrebbe causato quella di Sempronio, quella della femmina la morte della moglie; e Sempronio volle che sopravvivesse la moglie, la cui giovinezza prometteva altre maternità. Si diceva anche (ma qui è evidente il ricordo greco di Alessandro Magno) che un serpente avesse procreato Scipione l’Africano. Al Genio era consacrato il letto nuziale (lectus genialis). E quando, con progresso senza dubbio tardo, si volle assicurare alla donna una protezione analoga a quella che il Genius assicurava all’uomo, le si mise a fianco una Giunone individuale: bizzarra moltiplicazione della dea, del matrimonio e del parto (Iuno Lucina).

Dalla porta alla scopa che puliva intorno al focolare, al pestello che frantumava il grano, la casa aveva molti altri “dèmoni” familiari, appena sentiti, indubbiamente, tranne quando un rito ancestrale li mobilitava o un incidente tecnico richiedeva il loro aiuto. Al focolare, ai Penati, ai Lari, al Genio, si rivolgeva invece un culto regolare, completo, chiuso per cosi dire, con i suoi umili strumenti, la patera, la saliera, la scatola dei profumi, l’ampolla;

 

Jean Bayet, la religione romana – storia, politica e psicologia, Bollati boringhieri, Torino, 1992, pagina71

mercoledì 2 settembre 2020

antichi culti persistenti

 Paradossalmente, nel mondo nuovo essa sopravvisse a se stessa nei suoi caratteri più latini; i più umili e più materiali come i più astratti.

È appassionante ritrovare nelle feste e nelle usanze cristiane il calendario e perfino le tradizioni pagane: non soltanto i nomi divini, persistenti, dei mesi e dei giorni della settimana, ma anche le date solari di Natale e dell’Epifania, con in mezzo la trasposizione dei Saturnali; gli Ambarvalia, i Robigalia e forse gli Amburbia nella processione delle Rogazioni, nelle litanie maggiori della festa di san Marco, nella festa della Purificazione: i ricordi incoscienti dei culti della casa e del focolare nei gesti rustici di ieri; le pratiche degli onori d’oltretomba, fiori, palme e corone; talvolta, nelle campagne, anche quella dei pasti funebri, certo interamente desacralizzati, ma praticati ancora con ingenua docilità sulle loro tombe dai cristiani dell’Africa alla fine del quarto secolo; forse perfino le libae dei Liberalia nelle “frittelle” di san Giuseppe in Italia... Senza parlare dei particolari delle leggende dei santi, né di tutto ciò che conservano del paganesimo (talvolta con sfumature provinciali antiche) la scultura medioevale e il folclore. Dopo gli studi di F. Dalger, la ricerca di queste sopravvivenze, che dànno una misura della prolungata eco e, più spesso, della popolarità o della profonda infiltrazione degli antichi culti, è sempre feconda. 

Jan Bayet, la religione romana

martedì 1 settembre 2020

Ara Pacis

L'"Ara Pacis" venne eretta nel Campo Marzio come  commemorazione della pace ottenuta a Roma da Augusto. E' compone di un recinto rettangolare, posto su un alto podio, accessibile mediante una scala. Nel suo interno è collocato un altare, di cui sono conservati solo pochi resti. 
Il recinto è esternamente decorato  da un fregio con girali d'acanto che corre nella zona inferiore. 
Al di sopra si imposta un fregio scolpito ad alto rilievo con scene figurate: mitologiche, allegoriche e 
celebrative. 
Sul lato opposto all’entrata è raffigurata la Terra come una donna florida con due neonati; ai suoi lati una figura femminile, sollevata da un cigno in volo, simboleggia l'aria, un'altra, seduta su un dragone marino, è l'allegoria dell'acqua. 
Il fregio più importante è quello meridionale, dove si sviluppa una lunga processione di uomini, donne e bambini. Sono qui rappresentati i più importanti personaggi della famiglia imperiale fra cui possiamo individuare Augusto che incede con il capo velato.
L'"Ara Pacis"è da molti considerata un manifesto dell'arte ufficiale del periodo augusteo.

venerdì 14 agosto 2020

pontefice - pontifex

 

pontefice (pontifex, colui che  apre le vie verso gli dei ).

Il collegio dei pontefici, creato da Numa, composto in origine di tre o cinque membri, e alla fine di sedici, occupò un posto di eccezionale importanza, ai tempi di Cesare, nell’organizzazione religiosa di Roma. Guardiano della tradizione, esso fu incaricato di sorvegliare il culto privato e pubblico. Ma ebbe anche altri attributi precisi (ius pontificale): consacrazione degli edifici, distinzione dei giorni fasti e nefasti, regolamentazione dei giochi d’origine romana, tenuta dei libri pontificali e, fino alla fine del IV sec. a.C., deposito e conoscenza delle leggi e delle formule di procedura.

Il collegio venne aperto alla plebe a partire dal 300 a.C.; i suoi membri furono dapprima reclutati per cooptazione, poi eletti da comizi ristretti.

Alla testa del collegio il pontefice massimo, nominato a vita dai suoi colleghi, dotato delle prerogative religiose degli antichi re, alloggiava nel loro antico palazzo, la Regia; gli altri pontefici erano semplici suoi consiglieri; egli poteva essere magistrato e capo militare. Se, teoricamente, era inferiore in dignità al Rex  sacrorum, in pratica era lui a mantenere il primato: nominava i quindici flamini, sceglieva le vestali, giocava un ruolo preponderante nel culto di Giove Capitolino, assisteva ai matrimoni per confarreatio e godeva dunque di grande

prestigio. Cesare ottenne la carica nel 63; in epoca imperiale, poi, tutti gli imperatori porteranno il titolo di Pontifex Maximus.

genio - genius

 genio (Genius; da geno, generare). Principio di vita che assicura la perpetuità della discendenza. — Ogni uomo aveva il proprio genio (le donne possedevano una Giunone individuale, Juno Lucina, dea della Maternità), rappresentato come un serpente o un uomo in toga che porta il corno dell’abbondanza ed una patera: esso figura nel Larario. In casa gli era consacrato il letto nuziale (lectus genialis) posto nell’atrium. Il culto del genio consisteva soprattutto nelle offerte di dolci, vino, fiori. Si parlava anche del genio di un dio quando si pensava in modo particolare alla sua potenza creatrice. Il genio degli uomini illustri si avvicinava alla divinità: si rendeva un culto al genio dell’imperatore (Genius Augusti), culto confuso con quello dei Lares Campitales.

In generale tutto ciò che esisteva possedeva un proprio genio: quartieri, municipi, corporazioni, eserciti, monumenti, ecc. In questo caso si trattava di un “doppio”, di un demone protettore che assicurava e manteneva la vita. Al vertice della gerarchia stavano il genio di Roma (Genius Urbis Romae) e, soprattutto, il genio del popolo romano (Genius Populi Romani).

domenica 9 agosto 2020

Farsalo

Farsalo

Città della Tessaglia, presso la quale il 9 agosto del 48 a. C. si scontrarono gli eserciti di Pompeo e di Cesare e Pompeo fu completamente disfatto.

giovedì 2 luglio 2020

pianta delle terme di Glanum


pianta delle due zone delle terme di Glanum:
s - sala di servizio;
P - praefurnium;
C - Caldarium;
T - Tepidarium;
F - Frigidarium;
P - palestra;
N - Natatio (piscina);

mercoledì 1 luglio 2020

cippi miliari

In uso dal III sec. a.C. i cippi miliari indicavano la distanza tra il punto in cui si trovavano e il punto di partenza e di arrivo della strada su cui erano collocati, sul lato destro o sinistro della via. Venivano disposti alla distanza di 1000 passi l’uno dall’altro (1481,100 m, ossia un miglio romano) e si espandevano, come il sistema viario romano, dal miliarium aureum eretto nel Foro di Augusto nel 20 a.C. 
La struttura er una colonna di marmo coperta di lastre di bronzo dorato su cui erano indicate le distanze da Roma di tutte le grandi città dell’impero. 
Il cippo miliario, maggiormente diffuso, consisteva in un pilastro cilindrico alto da 1,80 a 2,70 metri, con base quadrata, scolpito con i nomi e i titoli dell’imperatore sotto il cui regno il cippo era stato eretto. 

A volte il nome di un imperatore morto veniva cancellato e sostituito con quello del successore. Sul territorio dell’impero sono state localizzate più di 6000 pietre miliari: oltre 2300 sono in Africa, 600 in Italia, 600 fra Gallia e Germania, 100 nei Balcani, 96 in Bretagna. il miliario più antico proviene dalla via Appia e data circa al 250 a.C.

martedì 30 giugno 2020

cronologia romana dal 31 ac 476 dc


31 a.C.: battaglia di Azio, vittoria di Ottaviano
30 a.C.: presa di Alessandria, morte di Antonio e Cleopatra; l'Egitto territorio di Roma
27 a.C.: Ottaviano  ha il titolo di Augusto, rinuncia ai poteri straordinari; restaurazione della repubblica e primo assetto di governo
27 -  25 a.C.: rivolte in Spagna
23 a.C.: modifica nell'assetto istituzionale, Augusto ha la potestà tribunizia a vita e un comando proconsolare su tutte le province
20 a.C.: l'Armenia diventa vassalla di Roma
17 a.C.: celebrazione dei ludi secolari e proclamazione della pax Augusta
12 a.C.: Augusto diventa pontefice massimo, in oriente si diffonde il culto della persona dell'imperatore; campagne militari in Germania
12 -  9 a.C.: presa della Pannonia e della Germania occidentale: il confine è posto sull'Elba
4 a.C.: nascita di Gesù Cristo
4 - 9 d.C.: campagne in Germania e Pannonia; i Germani guidati da Arminio distruggono le legioni di Varo nella selva di Teutoburgo (9); Roma si ritira sul fiume Reno
14 d.C.: morte di Augusto, con Tiberio imperatore l'elezione dei magistrati non compete più ai comizi, ma al senato
14 - 16 d.C.: spedizioni contro i Germani guidate da Germanico nipote di Tiberio
17 - 19 d.C.: Germanico in oriente: Cappadocia e Commagene province romane
27 d.C.: Tiberio si ritira a Capri
37 -  41 d.C.: Caligola imperatore: introduzione del cerimoniale di corte orientale e divinizzazione dell'imperatore
41 -  54: Claudio imperatore: organizzazione burocratica e finanziaria dell'impero
43: conquista della Britannia
46: la Tracia provincia romana
54 - 68: Nerone imperatore; fino al 62 è consigliato nel governo dal prefetto Burro e dal filosofo Seneca
58 -  63: riconquista dell'Armenia
62: inizio della repressione dispotica di Nerone
64: incendio di Roma, la colpa ricade sui cristiani
65: congiura di Calpurnio Pisone
66 - 70: rivolta di Giudea; la repressione è affidata a Vespasiano
68: in Gallia rivolta di Vindice; suicidio di Nerone
69: anno dei quattro imperatori: guerra civile tra Galba, Otone, Vitellio e Vespasiano
69 - 79: Vespasiano imperatore
69 - 71: rivolta dei Batavi guidati da Giulio Civile
70: Tito prende Gerusalemme: distruzione del tempio e diaspora ebraica
73 - 74: censura di Vespasiano
79 - 81: Tito imperatore; eruzione del Vesuvio, distruzione di Pompei, Ercolano, Stabia (79); inaugurazione dell'anfiteatro flavio (Colosseo)
81 - 96: Domiziano imperatore; dispotismo di tipo ellenistico: assume la censura a vita
83 - 85: campagna contro i Catti e costruzione del limes germanico
85 - 92: guerra contro i Daci guidati da Decebalo
88: rivolta di Saturnino nella provincia di Germania
96 - 98: Nerva imperatore
98 - 117: Traiano, primo imperatore non italico; l'impero raggiunge la massima espansione
101 - 102: I campagna in Dacia
105 - 106: II campagna in Dacia; la Dacia provincia; conquista dell'Arabia settentrionale (106)
115 - 117: guerra contro i Parti; Armenia, Mesopotamia e Assiria province
117 - 138: Adriano imperatore: rinuncia alle province annesse in Oriente da Traiano, politica estera difensiva ( Vallo di Adriano in Britannia); politica interna attenta alle province
132 - 135: rivolta di Gerusalemme
138 - 161: Antonino Pio imperatore: continua la politica difensiva; in Britannia costruzione del Vallo Antonino; l'esercito si rafforza di truppe ausiliarie locali
161 - 180: Marco Aurelio imperatore, il cosiddetto imperatore filosofo: associa al trono il fratellastro Lucio Vero
161 - 167: guerra contro i Parti: vittoria romana a Dura Europos
164 - 180: epidemia di peste, diffusa dalle truppe di ritorno dall'Oriente
167 - 175: Marcomanni e Quadi invadono l'Italia; i Romani li sottomettono precariamente
169: muore Lucio Vero
178 - 180: nuove ostilità con i Marcomanni; muore Marco Aurelio
180 - 192: Commodo imperatore, ritorna il modello del sovrano autocrate
193: anarchia militare, presa del potere da parte dei pretoriani; anno dei 4 imperatori: Didio Giuliano, Pescennio Nigro, Clodio Albino e Settimio Severo
193 - 211: Settimio Severo imperatore
197 - 198: vittoriosa guerra contro Parti e Britanni
211: Caracalla e Geta imperatori
212: Caracalla uccide Geta; Constitutio Antoniniana: estensione a tutto l'impero della cittadinanza romana
217 - 218: Macrino imperatore
218 - 222: Elagabalo (il suo nome deriva da “El Gabal”, nome siriaco del dio del sole, di cui portò il culto a Roma) imperatore: si introduce il culto di Baal
222 - 235: Alessandro Severo imperatore (reggenza della madre Giulia Mamea); compilazione dell'opera giuridica di Ulpiano
231 - 235: guerre contro Parti e Germani; morte di Alessandro Severo e inizio degli imperatori di nomina militare
235 - 238: Massiminio il Trace imperatore; combatte le tribù germaniche; rivolta in Africa: le legioni acclamano imperatore Gordiano e il figlio; morte di Massimino
238: morte di Gordiano I e II; il senato elegge imperatori Pupieno e Balbino, uccisi dai pretoriani
238 - 244: Gordiano III imperatore; guerra contro i Sassanidi; Gordiano ucciso
244 - 249: Filippo l'Arabo imperatore; celebra il millenario di Roma (248); irruzione dei Goti nelle regioni danubiane
249 - 251: Decio imperatore; prima sistematica persecuzione cristiana
251 - 253: Treboniano Gallo imperatore, associa il figlio Volusiano; pace con i Goti
253: acclamazione di Emiliano e di Valeriano; a Terni muoiono Treboniano, Volusiano e Emiliano
253 - 260: Valeriano imperatore: persecuzioni cristiane; affida l'Occidente al figlio Gallieno e combatte i Persiani
259 - 268: costituzione del regnum Galliarum
260 - 268: Gallieno imperatore: sospende le persecuzioni cristiane; riforma dell'esercito
266 - 273: costituzione del regno di Palmira
268 - 270: Claudio II il Gotico imperatore; sconfigge i Goti
270 - 275: Aureliano imperatore: riunifica l'impero conquistando il regnum Galliarum e Palmira; a Roma costruzione delle mura aureliane
275 - 276: Tacito imperatore, vince i Goti in Cilicia
276 - 282: Probo imperatore: rafforza i confini del Reno e Danubio
282 - 284: Caro, Carino e Numeriano imperatori
284 - 305: Diocleziano imperatore; nascita della tetrarchia (293): governo di due Augusti, Diocleziano e Massimiano, due Cesari, Galerio e Costanzo Cloro destinati alla successione
305 - 306: la successione tetrarchica si inceppa ad opera di Costantino, Massimiano e di Massenzio; si giunge ad avere in contemporanea 6 Augusti; in breve la lotta si riduce a Costantino e Massenzio
312: battaglia di Ponte Milvio: Costantino sconfigge Massenzio; in Oriente Licinio vince Massimino Daia
313 editto di Milano: libertà di culto
324: Costantino uccide Licinio e rimane unico imperatore
325: concilio di Nicea
330 trasferimento della capitale da Roma a Costantinopoli
337: morte di Costantino, che lascia ai figli l'impero; feroci contese tra loro per il trono
353: Costanzo II, morti i fratelli, ricostituisce l'unità dell'impero; impone la dottrina ariana
360: morte di Costanzo
361 - 363: Giuliano l'Apostata imperatore: cerca di restaurare la religione pagana; muore combattendo i Parti; perdita dell'Armenia
363 - 364: Gioviano imperatore
364 - 375: Valentiniano I imperatore; pone sul trono d'Oriente il fratello Valente (364-378); vittorie su Alamanni, ripristino del confine sul Reno
376: i Visigoti ottengono di stanziarsi nei territori romani e entrano nell'esercito
378: ribellione dei Visigoti, battaglia di Adrianopoli, morte di Valente; i Goti alle porte di Costantinopoli
375 - 383: Graziano imperatore; nel 379 mette sul trono d'Oriente Teodosio
375 - 392: Valentiniano II acclamato imperatore dalle truppe dell'Illirico; alla nomina di Teodosio è relegato in Gallia
379 - 395: Teodosio I imperatore: trattato di pace con i Parti; sconfigge l'usurpatore sul trono d'Occidente Massimo (388) e l'imperatore Eugenio
380: editto di Tessalonica: il cristianesimo religione ufficiale
392: editto di Costantinopoli: Teodosio vieta ogni forma di culto pagano
395: morte di Teodosio e divisione dell'impero: Arcadio ha l'Oriente e Onorio l'Occidente; la capitale dell'impero romano d'Occidente diviene Ravenna
402: Stilicone, generale di Onorio, sconfigge i Visigoti di Alarico a Pollenzio e Verona
410: sacco di Roma da parte di Alarico
423: Costanzo III imperatore in Occidente
425 - 455: Valentiniano III imperatore d'Occidente; il suo generale Ezio sconfigge Attila
452: papa Leone convince Attila ad abbandonare l'Italia
455: sacco di Roma da parte dei Vandali
457 - 461: Maggioriano imperatore, nominato dal generale barbaro Ricimero
461 - 465: Libio Severo imperatore, imposto da Ricimero, non riconosciuto in Oriente
467 - 472: Antemio imperatore, designato dall'imperatore d'Oriente Leone
472: Olibrio imperatore, nominato da Ricimero
473 - 474: Glicerio imperatore, nominato da Gundobado, non riconosciuto in Oriente
474 - 475: Giulio Nepote imperatore, appoggiato dall'imperatore d'Oriente
475 - 476: Romolo Augustolo, ultimo imperatore d'Occidente, nominato dal padre Oreste, deposto da Odoacre, capo dei federati barbari

lunedì 29 giugno 2020

Roma, la metropoli dell’antichità


Roma, la metropoli dell’antichità

Roma, in età imperiale, era una vera metropoli. Si è calcolato che essa avesse circa un milione di abitanti, una cifra altissima per le città dell'antichità classica e non solo: si pensi che Parigi alla fine del settecento aveva circa 600.000 abitanti. Per sfamare una tale popolazione dovevano giungere a Roma circa 200.000 tonnellate di frumento l'anno, 22480 tonnellate di olio d'oliva, più di un milione e mezzo di litri di vino. La città aveva splendidi edifici pubblici, complessi termali, templi, una rete fognaria e numerosi acquedotti che provvedevano al suo bisogno idrico (alcuni tuttora in funzione, come l'aqua Virgo che alimenta la fontana di Trevi).

domenica 28 giugno 2020

Il circo


Il circo

Una grande passione per gli antichi romani erano le corse dei carri del circo. La città di Roma aveva un grande circo, il Circus Maximus, che poteva accogliere circa 250.000 persone. Vi si svolgevano vari tipi di gare, dalle corse di galoppo, alle corse di carri (per lo più bighe o quadrighe). Le gare iniziavano all'alba e duravano per l'intera giornata; con Domiziano si arrivò a disputare fino a 100 gare in un solo giorno. Gli spettatori più accaniti si recavano al circo in piena notte, contendendosi i posti migliori. Il pubblico si divideva in veri e propri "tifosi" delle varie scuderie cui appartenevano aurighi (i più abili avevano grande fama e enormi guadagni) e cavalli, ognuna contrassegnata da un colore. Molto amata era la fazione dei Verdi; ecco le parole di Giovenale a proposito: "oggi ...tutta Roma è al circo [...]. Vince il Verde. Se perdesse, vedresti la città intera afflitta e stordita come quando i consoli furono vinti a Canne".

sabato 27 giugno 2020

Le terme


Le terme

Le terme sono uno degli aspetti più caratteristici della civiltà romana. Il bagno nelle terme era un'occupazione fissa nella giornata di un Romano, ma alle terme non si andava solo per questo. Lì si trovava tutto il necessario per la ricreazione del corpo e dello spirito. Oltre agli ambienti balneari e alle palestre, le terme avevano portici e giardini, in cui erano collocate opere d'arte, dove passeggiare, spazi per i giochi e per gli spettacoli, auditori per concerti e conferenze, biblioteche, sale di soggiorno e spacci di cibi e bevande. Le terme, dove si trattavano anche gli affari e la politica, divennero il polo di aggregazione e diffusione della cultura romana, elemento fondamentale nella romanizzazione delle province, dove furono esportate con successo. Esse furono l'espressione di un modello sociale su cui si basava l'adesione delle popolazioni conquistate al dominio di Roma.

venerdì 26 giugno 2020

Le strade e la conquista territoriale


Le strade e la conquista territoriale

Dopo la costruzione della prima grande strada romana, la via Appia da Roma a Capua, poi prolungata fino a Brindisi, l'espansione romana è seguita o affiancata sempre, in ogni territorio, dalla costruzione di strade, il cui percorso è spesso ricalcato dai tracciati viari o ferroviari moderni. La rete viaria che si costituì nei territori soggetti a Roma favorì i commerci e le comunicazioni tra le province, aiutò il processo di romanizzazione, ma la sua funzione primaria era di garantire la mobilità ed il pronto impiego degli eserciti. Infatti furono proprio le truppe a costruire la maggioranza delle strade romane.

giovedì 25 giugno 2020

Tacito descrive la Germania


Tacito descrive la Germania

“Per quanto riguarda i Germani, credo che essi siano originari della regione e che non si siano mescolati con altre genti [...]. D'altra parte chi [...], lasciando l'Asia o l'Africa o l'Italia, andrebbe mai in Germania, terra desolata, dal clima rigido, triste a vedersi e ad abitarsi, eccetto per chi vi è nato?”

Tacito, Germania, 2, 1-2

mercoledì 24 giugno 2020

L’Agricoltore oculato


L’Agricoltore oculato

"Sembra che nel praticare l'agricoltura gli abitanti d'Italia abbiano avuto presenti soprattutto due elementi: la possibilità di ottenere prodotti in proporzione alla spesa e alla fatica e le condizioni di salubrità del podere. Se viene a mancare l'uno o l'altro di questi elementi, e tuttavia uno insiste a coltivare un dato terreno, è matto e va dato in custodia ai suoi congiunti. Nessuno infatti, che sia sano di mente, si indurrà ad affrontare grossi sacrifici nell'agricoltura se vede che non possono essere compensati, né se riesce ad ottenere raccolti, quando constata che essi vanno perduti per l'insalubrità."

Varrone, Agricoltura, I, 2, 8, II-I sec. a.C.

martedì 23 giugno 2020

Giulio Cesare


Giulio Cesare

Cesare, nato nel 102 a.C. da una antica e nobile famiglia, che per parte di madre si faceva risalire al re Anco Marzio, per parte di padre alla dea Venere, fu protagonista di un difficile periodo della storia di Roma, segnato dalla fine della repubblica. Costretto a lasciare Roma per le proscrizioni sillane, vi ritornò alla morte di Silla e continuò la carriera politica, candidandosi per il consolato del 59 a.C. Eletto grazie all'appoggio di Pompeo e Crasso, con cui nel 60 aveva stipulato un accordo di reciproco aiuto (il così detto primo triumvirato), varò alcune leggi a favore degli interessi di Pompeo e di Crasso, e si fece dare il proconsolato su Gallia Cisalpina, Transalpina e Illirico per cinque anni. Ciò gli consentì di procedere alla conquista del resto della Gallia, impresa che lo impegnò dal 58 al 51. Questa campagna militare gli fruttò fama, gloria, ma soprattutto un esercito fedele, strumento per costruirsi un potere personale. Con il precipitare della situazione politica a Roma, fu ben chiaro che sia Cesare sia Pompeo aspiravano al potere assoluto. Quando Cesare varcò il Rubicone (49 a.C.) e marciò con il suo esercito su Roma, scoppiò una nuova guerra civile: fu Cesare a uscirne vincitore. Nel 47 a.C. riprese le operazioni militari con una campagna contro Farnace re del Ponto e contro i pompeiani superstiti, a cui si era unito il re di Numidia Giuba; tornato a Roma celebrò un quadruplice trionfo e organizzò il suo potere. Fu nominato dittatore a vita, ebbe il titolo di imperator trasmissibile agli eredi, la potestà tribunizia, che rendeva la sua persona sacra e inviolabile, il pontificato massimo, l'approvazione anticipata di quanto decidesse; in pratica si può dire che ebbe un potere monarchico, anche se nel 44, quando Antonio, davanti alla folla riunita, gli offrì per ben tre volte il diadema di re, lo rifiutò. Fu assassinato alle idi di marzo del 44 in nome della libertà e della restaurazione repubblicana. Anche se il suo periodo di governo era stato breve, molte furono le iniziative di Cesare, tra cui la concessione della cittadinanza romana a molti illustri personaggi, soprattutto della Gallia Cisalpina; l'immissione in senato di cittadini di varie province; la fondazione di colonie di veterani; l’estensione delle leggi di Roma a tutti i municipi; la riforma del calendario, che passò dal sistema lunare a quello solare. Inoltre fu un eccellente scrittore e storico, come ci mostrano i suoi scritti sulle campagne galliche (De bello gallico) e sulla guerra civile (De bello civili).

lunedì 22 giugno 2020

Annibale


Annibale

Annibale, nato nel 247 a.C., era figlio di Amilcare Barca, appartente ad una famiglia che guidò a lungo la politica di Cartagine. Abile generale riuscì, nella seconda guerra punica, a ridurre Roma sull'orlo della disfatta: le sue vittorie inflissero ai Romani gravissime perdite e indussero molti Italici a defezionare da Roma. Quando partì la controffensiva romana guidata da Scipione, Annibale tornò in Africa. Alla vigilia di Zama, temendo una sconfitta, tentò di accordarsi con i Romani, per evitare dure condizioni di pace, ma Scipione rifiutò. Dopo la dura sconfitta, tra il 197 e 195 a.C., come magistrato supremo di Catagine, ne promosse la ripresa economica e minò il potere oligarchico con riforme costituzionali. Per questo i suoi nemici politici informarono Roma che stava complottando con Antioco III di Siria; quando Roma inviò in Africa una commissione di inchiesta, Annibale fuggì presso Antioco. Prese parte alla guerra tra questi e Roma, ma al termine del conflitto (188 a.C.) i Romani vincitori pretesero la consegna di Annibale. Egli fuggì presso Prusia, re di Bitinia, che, in guerra con Pergamo, gli affidò il comando del proprio esercito. Quando Roma mediò la pace tra i due regni, volle in cambio la consegna di Annibale. Questi, ormai spacciato, preferì togliersi la vita, piuttosto che cadere nelle mani dei suoi vecchi nemici: era il 183 a.C.

domenica 21 giugno 2020

cronologia romana dal 348 ac al 31 ac


348 a.C.: trattato Roma-Cartagine: i Romani esclusi dai commerci nel Mediterraneo occidentale, i Cartaginesi garantiscono le città latine soggette a Roma da attacchi dal mare
343 - 341 a.C.: Prima Guerra Sannitica, conclusasi con una pace di compromesso
340 - 338 a.C.: Guerra Latina tra Roma e i Latini, sconfitti nella battaglia di Sinuessa; Roma scioglie la Lega Latina; alleanze bilaterali con le varie città
326 - 304 a.C.: Seconda Guerra Sannitica
321 a.C.: capitolazione dell'esercito romano alle Forche Caudine
310 a.C.: Quinto Fabio Rulliano sconfigge gli Etruschi al lago Vadimone
306 a.C.: trattato Roma-Cartagine: conferma delle sfere di influenza stabilite nel 348 a.C.
305 a.C.: presa di Boviano, capitale sannita; si stipula la pace
304 a.C.: edilità di Gneo Flavio; pubblicazione della norma di procedura giudiziaria
303 a.C.: si deducono colonie latine in Italia centrale; trattato tra Roma e Taranto: impegno romano a non navigare nello Ionio
300 a.C.: la lex Ogulnia consente ai plebei l'accesso ai collegi dei pontefici e degli auguri
298 - 290 a.C.: Terza Guerra Sannitica: Roma affronta la coalizione di Sanniti, Galli, Lucani, Etruschi, Umbri
295 a.C.: vittoria dei Romani a Sentino su Sanniti e Galli; vittoria ad Arezzo su Sanniti ed Etruschi
290 a.C.: pace con i Sanniti: il territorio di Roma si estende nel centro Italia dal Tirreno all'Adriatico
283 a.C.: i Galli Boi e Senoni sconfitti al lago Vadimone; Roma egemone in Italia centrale
282 - 272 a.C.: guerra tra Roma e Taranto
280 a.C.: Pirro, re dell'Epiro, chiamato da Taranto per combattere Roma, la batte a Eraclea; con Pirro si alleano Sanniti, Bruzii e Lucani
279 a.C.: battaglia di Ascoli di Puglia, Pirro batte i Romani, subendo gravissime perdite
278 a.C.: Cartagine manda una flotta a Ostia per impedire a Roma di stipulare una pace separata con Pirro; rinnovo del trattato del 306
278 - 276 a.C.: Pirro sbarca in Sicilia e affronta i Cartaginesi; dopo i primi successi, è costretto a tornare in Italia
275 a.C.: a Maleventum (che mutò nome in Beneventum) i Romani sconfiggono Pirro
272 a.C.: presa di Taranto; le città greche dell'Italia meridionale alleate di Roma
264 - 241 a.C.: Prima Guerra Punica
264 - 261 a.C.: Roma in Sicilia provoca lo scoppio della guerra; i Romani prendono la Sicilia orientale fino ad Agrigento (261)
260 a.C.: a Milazzo vittoria della flotta romana comandata da C. Duilio
256 a.C.: vittoria della flotta romana al promontorio di Ecnomo
255 a.C.: in Africa Attilio Regolo è sconfitto; la flotta romana vince a Capo Ermeo, ma è distrutta da una tempesta
250 - 249 a.C.: vittoria romana nella battaglia navale di Panormo; vittoria cartaginese nella battaglia navale di Drepano (249)
241 a.C.: il console Lutazio Catulo vince alle Egadi; pace con Cartagine, che lascia la Sicilia; riforma democratica dei Comizi Centuriati
238 - 237 a.C.: Roma conquista Sardegna e Corsica
237 a.C.: spedizione di Amilcare Barca in Spagna: ripresa economica di Cartagine
227 a.C.: creazione delle prime due province, Sicilia e Sardegna-Corsica
226 a.C.: trattato dell'Ebro tra Roma e Cartagine: riconoscimento delle sfere di influenza
225 - 222 a.C.: sottomissione di Galli Boi e Insubri; battaglie di Talamone e Casteggio; conquista di Mediolanum; fondazione delle colonie di Cremona e Piacenza
219 a.C.: sottomissione romana dell'Illiria, inizia l'ingerenza sul fronte orientale; Cartagine, con Annibale espugna Sagunto; i Romani dichiarano guerra ai Cartaginesi
218 - 201 a.C.: Seconda Guerra Punica
218 a.C.: Annibale  varca le Alpi, sorprendendo i Romani, e vince al Ticino e alla Trebbia
217 a.C.: battaglia presso il Trasimeno: Annibale vince il console C. Flaminio; in Spagna P. Scipione e Gn. Scipione vincono la flotta cartaginese alle foci dell'Ebro
216 a.C.: battaglia di Canne: i Romani subiscono una terribile sconfitta, cade anche il console Emilio Paolo; Capua, Sanniti, Lucani e Bruzii si alleano con Annibale
215 a.C.: in Spagna gli Scipioni prendono Sagunto; Annibale stipula un trattato di alleanza con Filippo V di Macedonia
213 - 211 a.C.: Annibale prende Taranto e marcia verso Roma; Roma prende Capua e Siracusa, alleata di Cartagine; in Spagna Asdrubale sconfigge e uccide i due Scipioni
212 - 205 a.C.: Prima Guerra Macedonica: bloccata l'offensiva di Filippo V in Illiria, i Romani si alleano con Etoli, Spartani e Messeni, impegnando Filippo in Grecia
210 - 206 a.C.: successi di P. Cornelio Scipione (l'Africano) in Spagna contro Asdubale
207 a.C.: Asdrubale, giunto in Italia per portare rinforzi ad Annibale è sconfitto al Metauro
205 a.C.: pace di Fenice: fine della guerra macedonica, ristabilito in Grecia lo status quo
204 a.C.: Scipione porta la guerra in Africa, si allea con Massinissa, re di Numidia, spodestato dai Cartaginesi
203 a.C.: Scipione vince ai Campi Magni; Annibale richiamato in Africa
202 a.C.: battaglia di Zama: Scipione sconfigge Annibale
201 a.C.: pace tra Roma e Cartagine, sottoposta a durissime condizioni
200 - 197 a.C.: Seconda Guerra Macedonica tra Roma, Rodi, Atene e Pergamo contro Filippo V e Antioco III di Siria
197 a.C.: T. Quinzio Flaminino vince a Cinoscefale, in Tessaglia; la Spagna romana è divisa in due province, Citeriore e Ulteriore
196 a.C.: T. Quinzio Flaminino ai giochi Istmici di Corinto proclama la libertà della Grecia. 
192 - 189 a.C.: guerra contro Antioco III di Siria, che, alleato con gli Etoli, sbarca in Grecia è sconfitto dai Romani alle Termopili (191) e a Magnesia (189)
188 a.C.: pace di Apamea: Roma impone ad Antioco di lasciare i possessi in Asia Minore
186 a.C.: il senato decreta la repressione dei Baccanali
180 a.C.: la lex Villia annalis regola l'accesso alle magistrature
171 - 168 a.C.: Terza Guerra Macedonica: Perseo, figlio di Filippo V, vuole restaurare l'egemonia macedone sulla Grecia; i Romani vincono a Pidna; la Macedonia è divisa in 4 distretti indipendenti; presa di provvedimenti contro la Lega achea e la Lega etolica
149 - 146 a.C.: Terza Guerra Punica
148 a.C.: la Macedonia provincia romana
147 - 139 a.C.: rivolta di Viriato, capo dei Lusitani, in Spagna
146 a.C.: Scipione Emiliano distrugge Cartagine; i territori cartaginesi diventano provincia d'Africa; distruzione di Corinto, scioglimento delle leghe greche; la Grecia, tranne Atene e poche eccezioni, è posta sotto il comando del governatore romano di Macedonia
143 - 133 a.C.: in Spagna lotte tra Romani e Celtiberi; con la presa di Numanzia (133) da parte di Scipione Emiliano i Celtiberi vengono assoggettati
135 - 132 a.C.: prima rivolta degli schiavi in Sicilia
133 a.C.: Tiberio Gracco tribuno della plebe
125 - 120 a.C.: conquista della Gallia meridionale
123 - 121 a.C.: tribunato di Caio Gracco.
111 - 105 a.C.: guerra contro Giugurta di Numidia; fino al 107 le operazioni sono affidate a Q. Cecilio Metello, poi a Mario, che conclude vittoriosamente la guerra
105 a.C.: ad Arausio i Romani sono sconfitti dai Cimbri
104 - 100 a.C.: seconda rivolta degli schiavi in Sicilia; consolato di Mario: estensione del reclutamento militare ai proletari; Mario appoggia le proposte popolari dei tribuni Saturnino e Glaucia; violenta reazione senatoria (100)
102 - 101 a.C.: Mario vince Cimbri e Teutoni ad Aquae Sestiae e ai Campi Raudi
90 - 88 a.C.: Guerra Sociale (dei socii, gli alleati): gli Italici si sollevano; dopo tre anni di guerra Roma è costretta a concedere loro la cittadinanza
88 - 85 a.C.: Prima Guerra Mitridatica tra Roma e Mitridate VI re del Ponto
88 a.C.: su istigazione di Mitridate in Asia Minore si massacrano gli italici, Mario tenta di ottenere il comando della guerra Mitridatica, affidato a Silla; egli marcia su Roma, costringendo Mario alla fuga
87 a.C.: Silla parte per l'Oriente; a Roma prende il potere Mario e la sua fazione; liste di proscrizione anti sillane
86 a.C.: morte di Mario; a Roma governo di Cinna; vittorie romane ad Atene, Cheronea, Orcomeno
84 a.C.: pace tra Roma e Mitridate
83 - 82 a.C.: Silla torna in Italia: guerra civile; battaglia di Porta Collina, i partigiani di Mario sono sconfitti
81 - 80 a.C.: dittatura di Silla: riforme oligarchiche e proscrizioni anti mariane
80 - 72 a.C.: rivolta di Sertorio in Spagna; nel 71, dopo l'assassinio di Sertorio, Pompeo riporta la Spagna sotto il controllo di Roma
74 - 63 a.C.: Guerra Mitridaica: fino al 66 a.C. le operazioni sono comandate da Lucullo
73 - 71 a.C.: rivolta di Spartaco
70 a.C.: consolato di Pompeo e Crasso: abolizione della costituzione sillana
67 a.C.: la lex Gabinia conferisce a Pompeo un comando straordinario per la guerra contro i pirati che infestavano il Mediterraneo
66 a.C.: lex Mamilia: si affida a Pompeo il comando della guerra contro Mitridate e si sostituisce Lucullo
66 - 63 a.C.: Pompeo riesce a battere rapidamente Mitridate; dà un nuovo assetto territoriale all'Oriente; presa di Gerusalemme
63 a.C.: congiura di Catilina, repressa dal console M. Tullio Cicerone
60 a.C.: il cosiddetto primo triumvirato tra Cesare, Pompeo e Crasso
59 a.C.: consolato di Cesare
58 - 50 a.C.: Cesare conquista la Gallia, che diventa provincia romana
56 a.C.: convegno dei triumviri a Lucca e rinnovo degli accordi
53 a.C.: battaglia di Carre contro i Parti e morte di Crasso (perse le aquile delle legioni)
52 a.C.: in via straordinaria Pompeo è nominato console senza collega
49 a.C.: Cesare passa il Rubicone e marcia su Roma; Pompeo passa in Oriente
48 a.C.: vittoria di Cesare a Farsalo; Pompeo fugge in Egitto ed è ucciso da Tolomeo XII; Cesare nominato dittatore
48 - 47 a.C.: guerra Alessandrina: Cesare pone Cleopatra sul trono d'Egitto; sconfitta di Farnace re del Ponto
46 a.C.: i pompeiani sono sconfitti a Tapso; suicidio di Catone l'Uticense
45 a.C.: i pompeiani sono sconfitti a Munda; morte di Gn. Pompeo, figlio di Pompeo Magno; Cesare dittatore a vita
44 a.C.: alle idi di marzo Cesare viene assassinato in nome della libertà
43 a.C.: guerra di Modena; secondo triumvirato fra Ottaviano (nipote e erede di Cesare), M. Antonio e Lepido (istituito come magistratura ad rem publicam restituendam da una lex Titia); uccisione di Cicerone
42 a.C.: battaglia di Filippi contro i cesaricidi: morte di Bruto e Cassio
41 - 40 a.C.: guerra di Perugia; accordo di Brindisi tra Ottaviano e Antonio
39 a.C.: accordo del Miseno: i triumviri riconoscono la posizione di Sesto Pompeo che ha il governo di Corsica, Sardegna e Sicilia
37 a.C.: accordo di Taranto, rinnovo del triumvirato
36 a.C.: Agrippa, braccio destro di Ottaviano, sconfigge Sesto Pompeo a Nauloco
36 - 34 a.C.: Antonio occupa l'Armenia e assegna ai figli di Cleopatra i regni di Armenia, Siria e Cirenaica
32 a.C.: rottura tra Ottaviano e Antonio: Ottaviano, dopo il giuramento di fedeltà da tutta l'Italia, dichiara guerra a Cleopatra
31 a.C.: battaglia di Azio, vittoria di Ottaviano

sabato 20 giugno 2020

Tiberio e Gaio Gracco


Tiberio e Gaio Gracco

Tiberio, nato nel 162 a.C., e Gaio Gracco, nato nel 154, imparentati con il grande Scipione Africano, furono i protagonisti politici di un difficile periodo della storia romana. Tiberio divenne tribuno della plebe nel 133 a.C. e si assunse il compito, d'accordo con importanti senatori (tra cui suo suocero Appio Claudio) di presentare una legge agraria che regolasse l'uso della terra pubblica. La sua proposta indicava in 125 ettari il massimo di terra pubblica che un privato potesse occupare, con la possibilità di arrivare fino 250 in base al numero dei figli per famiglia. Il terreno eccedente doveva venire diviso in lotti inalienabili di 7,5 ettari, da distribuire ai cittadini proletari. Chi subiva un'espropriazione di terra pubblica, veniva compensato con la proprietà su quella che gli rimaneva. Si stabiliva inoltre la costituzione di una commissione agraria che giudicasse sui casi controversi. Lo scopo di questa legge era di arrestare l'avanzata del latifondo e di ricostituire quella classe di piccoli e medi proprietari terrieri, che era alla base del reclutamento dell'esercito. Quando l'opposizione oligarchica tentò di fermare Tiberio, egli rispose con azioni dal carattere eversivo, che gli avrebbero fatto perdere l'appoggio di quei senatori che all'inizio erano con lui. Contro il veto posto dal suo collega tribuno, oppose una tesi politica estranea al pensiero politico romano, assimilabile piuttosto al pensiero greco, il principio della sovranità popolare, facendo così destituire il collega. Sostenne, di fronte ai comizi tributi, che questi dovevano decidere dell'organizzazione del regno di Pergamo, lasciato in eredità ai Romani e non, come era consuetudine per le faccende di politica estera, il senato. La reazione degli oppositori fu estrema: un gruppo di senatori, guidati dal cugino di Tiberio, Scipione Nasica, lo aggredì sul Campidoglio e l'uccise. Gaio fu eletto tribuno nel 123 a.C., deciso a continuare i programmi politici di Tiberio. Il suo programma era più organico, cercando l'appoggio di quelle forze potenzialmente ostili all'oligarchia, come Italici, plebei, cavalieri. Con una legge frumentaria propose la distribuzione di grano a prezzo ridotto per la plebe; con altre leggi assegnò il tribunale che giudicava il peculato nelle province a giudici dell'ordine equestre (lo stesso ordine cui appartenevano i publicani, coloro che avevano dallo stato gli appalti per la riscossione delle tasse nelle province) e concesse a buone condizioni l'appalto per la riscossione delle tasse nella provincia d'Asia ai publicani. Gaio stabilì che l'equipaggiamento dei soldati fosse a carico dello stato e lanciò una campagna di deduzione di colonie, non solo in Italia. Rieletto tribuno per il 122, propose di dare la cittadinanza romana a quanti avevano il diritto latino, e il diritto latino agli italici; di sorteggiare l'ordine di votazione delle centurie dei comizi centuriati, così che non fosse subito palese l'orientamento delle prime centurie e si vanificasse la votazione delle ultime. Il senato, nel 121, lo nominò nemico pubblico: assediato sull'Aventino, Gaio si fece uccidere da uno schiavo.

venerdì 19 giugno 2020

La nascita della flotta romana


La nascita della flotta romana

"I Cartaginesi avevano assalito (i Romani) nello Stretto (di Messina) e una nave coperta, spintasi troppo avanti nella foga del combattimento, si era arenata ed era caduta in mano ai Romani; di questa essi si servirono come modello per la costruzione di tutta la flotta".

Polibio, I, 20, 9-10, II sec. a.C.

giovedì 18 giugno 2020

Dopo la battaglia di Canne


Dopo la battaglia di Canne

"Mentre tutti, strettisi intorno al vincitore (Annibale) si congratulavano e gli consigliavano [...] di spendere il resto del giorno e la notte seguente nel dare riposo a sé e ai soldati [...] Maarbale, comandante della cavalleria [...] disse: «No, devi sapere quali risultati hai ottenuto con questa battaglia: entro cinque giorni banchetterai vincitore sul Campidoglio! Seguimi; io ti precederò con la cavalleria in modo che arrivino prima a Roma i Cartaginesi che la notizia del loro arrivo». Ad Annibale la proposta sembrò [...] troppo audace per poterla realizzare subito. Perciò dice a Maarbale che [...] occorre tempo per studiare il piano. E Maarbale: «È ben vero che gli dei non concedono tutte le doti ad una stessa persona. Tu, Annibale, sai vincere, ma non sai usare la vittoria». Si ritiene che l'indugio di quel giorno abbia significato la salvezza di Roma e del suo impero”.

Livio, XXII, 51, I sec. a.C.- I sec. d.C.

mercoledì 17 giugno 2020

La distruzione di Corinto


La distruzione di Corinto

"Come se questa epoca non avesse avuto altro fine che la distruzione di città, alla rovina di Cartagine seguì immediatamente quella di Corinto [...], gloria della Grecia, posta tra due mari, lo Ionio e l'Egeo, come su una scena. Questa città -indegno misfatto- fu annientata prima ancora di essere inclusa con certezza tra i nemici di Roma [...]. Prima fu saccheggiata e poi, ad un segnale dato dalle trombe, fu distrutta. Quante statue, quante vesti, quanti quadri vennero rapinati o andarono bruciati o dispersi!”

Floro, Epitome, I, 32, I-II sec. d.C.