genio (Genius; da geno, generare). Principio di vita che assicura la perpetuità della discendenza. — Ogni uomo aveva il proprio genio (le donne possedevano una Giunone individuale, Juno Lucina, dea della Maternità), rappresentato come un serpente o un uomo in toga che porta il corno dell’abbondanza ed una patera: esso figura nel Larario. In casa gli era consacrato il letto nuziale (lectus genialis) posto nell’atrium. Il culto del genio consisteva soprattutto nelle offerte di dolci, vino, fiori. Si parlava anche del genio di un dio quando si pensava in modo particolare alla sua potenza creatrice. Il genio degli uomini illustri si avvicinava alla divinità: si rendeva un culto al genio dell’imperatore (Genius Augusti), culto confuso con quello dei Lares Campitales.
In generale tutto ciò che esisteva possedeva un proprio genio: quartieri, municipi, corporazioni, eserciti, monumenti, ecc. In questo caso si trattava di un “doppio”, di un demone protettore che assicurava e manteneva la vita. Al vertice della gerarchia stavano il genio di Roma (Genius Urbis Romae) e, soprattutto, il genio del popolo romano (Genius Populi Romani).