Flavio Valerio Costantino
Costantino, nato in Illiria,
tra il 280-285 d.C., era figlio del tetrarca Costanzo Cloro e di Elena (la
futura S. Elena). Quando nel 306 l'Augusto Cloro morì, le truppe, invece di
rispettare la successione tetrarchica, acclamarono Costantino imperatore; anche
Massenzio, figlio dell'uscente Augusto Massimiano, fu acclamato imperatore,
mentre Massimiano stesso si proclamò di nuovo Augusto. Ne derivò, negli anni a
seguire, una complessa lotta per il potere, che sanzionò il fallimento della
tetrarchia di Diocleziano. Costantino si impose successivamente sui suoi
antagonisti; tappe importanti di questa ascesa furono la vittoria a ponte
Milvio su Massenzio (312); l'incontro a Milano con Licinio, quando fu emanato
l'editto di tolleranza religiosa che diede a Costantino l'appoggio della chiesa
cristiana, di cui aveva capito l'enorme potenzialità organizzativa ed
economica. Da tempo egli manifestava in campo religioso una tendenza ad un
monoteismo solare, e fu per accontentare sia i seguaci del culto del sole che i
cristiani presenti nell'esercito, che, prima della battaglia di ponte Milvio,
fece porre sugli scudi il segno del Sole unito al monogramma di Cristo. Al termine
delle varie guerre restavano al potere Costantino in occidente e Licinio in
oriente. Mentre Costantino si avvicinava sempre più ad un monoteismo
cristianeggiante, Licinio prese a combattere la chiesa, dando all'avversario il
pretesto per intervenire in sua difesa. Dal decisivo scontro tra i due,
scoppiato nel 324, uscì vincitore Costantino. Egli trasferì la capitale da Roma
a Bisanzio, ribattezzata Costantinopoli, riformò il sistema monetario con
l'introduzione di una moneta aurea, il solidus, e, da laico, intervenne
in tutte le controversie teologiche tra cristiani; fu battezzato da un ariano
solo in punto di morte, nel 337.