SARDEGNA - Nave romana nel molo Sabaudo nei fondali da più di duemila anni
Il Sardegna 22/05/2008
Gli operai stanno riportando in superficie anche alcune anfore e il resto del materiale
Nei fondali del porto giace una nave romana da 2 mila e 200 anni. L’hanno trovata gli operai al lavoro sotto il molo Sabaudo. In questi giorni una squadra dell’archeologo sub Nicola Porcu, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni archeologici, sta riportando alla luce del sole le anfore e il resto del materiale che ha trascorso 22 secoli sotto il mare. La scoperta risale a qualche settimana fa, ma la notizia è stata diffusa soltanto da pochi giorni. Questo spiegherebbe il motivo dei rallentamenti delle operazioni del molo Sabaudo. Ora la Soprintendenza, dopo aver accertato la presenza del relitto, ha dato il via libera alle indagini e la ditta OT sub. Secondo le prime indiscrezioni la nave si troverebbe a una decina di metri di profondità e dovrebbe risalire al II secolo avanti Cristo. Non si sa nulla sullo stato di conservazione. Non è stato appurato neppure se il relitto potrà essere completamente portato in superficie. Certa, invece, la presenza di anfore che, con delicatezza, i sub stanno riportando a galla e che un domani potranno fare parte delle esposizioni museali cittadine. Le numerose anfore farebbero pensare ad un'imbarcazione per i traffici commerciali. Se la nave dovesse risalire ai primi secoli avanti Cristo, si tratterebbe del periodo, prima dell’espansione romana in Egitto e Nordafrica, in cui il grano sardo (che i romani di allora consideravano di qualità eccellente) veniva sfruttato per rifornire la città di Roma e le truppe impegnate sui numerosi fronti militari. Di qui la necessità di collegamenti veloci e continui con l’isola per i rifornimenti di frumento. In quest’ambito economico potrebbe rientrare il relitto trovato nei giorni scorsi la molo sabaudo. Non è la prima volta che il porto cittadino regala sorprese. E altre ricchezze ancora potrebbero celarsi sott’acqua. Aspetti che mettono in evidenza come lo specchio di mare davanti a via Roma, sfruttato anche in età fenicia-punica si possa rivelare lo scrigno schiuso di tesori di inestimabile valore.
Il Sardegna 22/05/2008
Gli operai stanno riportando in superficie anche alcune anfore e il resto del materiale
Nei fondali del porto giace una nave romana da 2 mila e 200 anni. L’hanno trovata gli operai al lavoro sotto il molo Sabaudo. In questi giorni una squadra dell’archeologo sub Nicola Porcu, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni archeologici, sta riportando alla luce del sole le anfore e il resto del materiale che ha trascorso 22 secoli sotto il mare. La scoperta risale a qualche settimana fa, ma la notizia è stata diffusa soltanto da pochi giorni. Questo spiegherebbe il motivo dei rallentamenti delle operazioni del molo Sabaudo. Ora la Soprintendenza, dopo aver accertato la presenza del relitto, ha dato il via libera alle indagini e la ditta OT sub. Secondo le prime indiscrezioni la nave si troverebbe a una decina di metri di profondità e dovrebbe risalire al II secolo avanti Cristo. Non si sa nulla sullo stato di conservazione. Non è stato appurato neppure se il relitto potrà essere completamente portato in superficie. Certa, invece, la presenza di anfore che, con delicatezza, i sub stanno riportando a galla e che un domani potranno fare parte delle esposizioni museali cittadine. Le numerose anfore farebbero pensare ad un'imbarcazione per i traffici commerciali. Se la nave dovesse risalire ai primi secoli avanti Cristo, si tratterebbe del periodo, prima dell’espansione romana in Egitto e Nordafrica, in cui il grano sardo (che i romani di allora consideravano di qualità eccellente) veniva sfruttato per rifornire la città di Roma e le truppe impegnate sui numerosi fronti militari. Di qui la necessità di collegamenti veloci e continui con l’isola per i rifornimenti di frumento. In quest’ambito economico potrebbe rientrare il relitto trovato nei giorni scorsi la molo sabaudo. Non è la prima volta che il porto cittadino regala sorprese. E altre ricchezze ancora potrebbero celarsi sott’acqua. Aspetti che mettono in evidenza come lo specchio di mare davanti a via Roma, sfruttato anche in età fenicia-punica si possa rivelare lo scrigno schiuso di tesori di inestimabile valore.