(Napoli) Scienziati e sponsor da Tokyo per gli scavi di una villa romana
Livio Coppola
la Repubblica - Cronaca Napoli, 02-NOV-2006
L'antica dimora alla periferia di Somma Vesuviana torna alla luce grazie all'università del Giappone
MASANORI Aoyagi è un archeologo giapponese di 63 anni. A Tokyo dirige il Museo di Arti Occidentali, nella sua lunga carriera ha lavorato a Pompei, Agrigento e Tarquinia, senza mai smettere di cercare nuovi resti della civiltà classica.
Dal 2002 la sua missione è stata quella di riportare alla luce una villa romana nella periferia nord di Somma Vesuviana. Un progetto, finanziato direttamente dall'Università di Tokyo e curato in collaborazione con l'Istituto Suor Orsola Benincasa, che in pochi anni ha portato al ritrovamento di buona parte dell'antichissima struttura dell'edificio, risalente al primo secolo dopo Cristo e un tempo considerato possibile dimora di Ottaviano Augusto.
Scavo dopo scavo sono venuti fuori dai certosini lavori di ricerca un colonnato, diverse pareti decorate, due statue e, nelle ultime settimane, i resti di una grande abside, oltre a una lunga serie di reperti più piccoli. Le rovine, grazie anche ai volontari della Pro Loco, sono state aperte al pubblico per tutta una giornata un paio di settimane fa. Poi il sito è stato di nuovo chiuso e così resterà fino al rinnovo della concessione di scavo.
"La prima aveva durata quinquennale — spiega il professore Masanori Aoyagi —. In questo mese di novembre discuteremo con il Ministero dei Beni Culturali per tentare di continuare il nostro lavoro. Non ci hanno mai opposto problemi e sono certo che ottimisticamente sarà così anche stavolta".
E' difficile che la missione di scavo possa essere ostacolata da necessità di tagli di finanziamenti. Dal 2002 ad oggil'equipe di tecnici e archeologi giapponesi, ben coadiuvata da studiosi ed esperti del luogo, ha scovato nuovi reperti durante tutte le campagne di scavo. L'ultima c'è stata ad agosto e settembre appena trascorsi. Soprattutto va considerato che i lavori da sempre sono stati finanziati interamente dall'Università di Tokyo e dal ministero della Cultura nipponico, che fino ad ora hanno investito quasi due milioni di euro, poco meno di quattro miliardi di vecchie lire. "Personalmente ho anche contribuito a creare, a Firenze, la Fondazione Romualdo Del Bianco — spiega ancora il professore Aoyagi — che attualmente è proprietaria dell'intera superficie del sito archeologico, che oggi supera i cinquemila metri quadri. Una volta finita la missione, doneremo tutto allo Stato italiano. Noi siamo qui per il prestigio accademico della nostra università e per amore dell'archeologia, per nient'altro".
Per alloggiare a Somma Vesuviana durante gli scavi, gli studiosi giapponesi (una quindicina circa) hanno affittato un'antica masseria del '700, provvedendo persino a restaurarla.
"Spero che in seguito ci giunga qualche aiuto dalle istituzioni locali — dichiara fiduciose l'archeologo - se non altro per rendere il site visitabile da turisti che giungono in zona per ammirare Pompei, Ercolano e gli altri bei siti archeologici di quest'area che possiede tesori inestimabili".
L'unico aiuto certo, per ora, è quelle prettamente scientifico del l'Istituto Suoi Orsola Benincasa. "In quattro anni abbiamo creato una nuova sensibilità sul territorio — spiega Antonio De Si mone, direttore del corso di laurea in Restauro —. Avevamo problemi anche a far concepire una ricerca archeologica che non fosse costiera. Siamo un po’ i pionieri degli scavi nel Nord-Vesuviano. I risultati ottenuti a Somma sono anche superiori alle aspettative. Ora ci sono nuovi ritrovamenti di grande interesse nel territorio di Pollena Trocchia. Anche lì siamo aiutati da un'università straniera questa volta degli Stati Uniti quella di Provo, nello Utah".
A Somma Vesuviana intanto è tempo di partenze. L'equipe di Aoyagi tornerà a Tokyo per aggiornare l'università sui nuovi ritrovamenti. I prossimi scavi sono previsti nell'agosto 2007 Si procederà in direzione nord verso Noia.
Livio Coppola
la Repubblica - Cronaca Napoli, 02-NOV-2006
L'antica dimora alla periferia di Somma Vesuviana torna alla luce grazie all'università del Giappone
MASANORI Aoyagi è un archeologo giapponese di 63 anni. A Tokyo dirige il Museo di Arti Occidentali, nella sua lunga carriera ha lavorato a Pompei, Agrigento e Tarquinia, senza mai smettere di cercare nuovi resti della civiltà classica.
Dal 2002 la sua missione è stata quella di riportare alla luce una villa romana nella periferia nord di Somma Vesuviana. Un progetto, finanziato direttamente dall'Università di Tokyo e curato in collaborazione con l'Istituto Suor Orsola Benincasa, che in pochi anni ha portato al ritrovamento di buona parte dell'antichissima struttura dell'edificio, risalente al primo secolo dopo Cristo e un tempo considerato possibile dimora di Ottaviano Augusto.
Scavo dopo scavo sono venuti fuori dai certosini lavori di ricerca un colonnato, diverse pareti decorate, due statue e, nelle ultime settimane, i resti di una grande abside, oltre a una lunga serie di reperti più piccoli. Le rovine, grazie anche ai volontari della Pro Loco, sono state aperte al pubblico per tutta una giornata un paio di settimane fa. Poi il sito è stato di nuovo chiuso e così resterà fino al rinnovo della concessione di scavo.
"La prima aveva durata quinquennale — spiega il professore Masanori Aoyagi —. In questo mese di novembre discuteremo con il Ministero dei Beni Culturali per tentare di continuare il nostro lavoro. Non ci hanno mai opposto problemi e sono certo che ottimisticamente sarà così anche stavolta".
E' difficile che la missione di scavo possa essere ostacolata da necessità di tagli di finanziamenti. Dal 2002 ad oggil'equipe di tecnici e archeologi giapponesi, ben coadiuvata da studiosi ed esperti del luogo, ha scovato nuovi reperti durante tutte le campagne di scavo. L'ultima c'è stata ad agosto e settembre appena trascorsi. Soprattutto va considerato che i lavori da sempre sono stati finanziati interamente dall'Università di Tokyo e dal ministero della Cultura nipponico, che fino ad ora hanno investito quasi due milioni di euro, poco meno di quattro miliardi di vecchie lire. "Personalmente ho anche contribuito a creare, a Firenze, la Fondazione Romualdo Del Bianco — spiega ancora il professore Aoyagi — che attualmente è proprietaria dell'intera superficie del sito archeologico, che oggi supera i cinquemila metri quadri. Una volta finita la missione, doneremo tutto allo Stato italiano. Noi siamo qui per il prestigio accademico della nostra università e per amore dell'archeologia, per nient'altro".
Per alloggiare a Somma Vesuviana durante gli scavi, gli studiosi giapponesi (una quindicina circa) hanno affittato un'antica masseria del '700, provvedendo persino a restaurarla.
"Spero che in seguito ci giunga qualche aiuto dalle istituzioni locali — dichiara fiduciose l'archeologo - se non altro per rendere il site visitabile da turisti che giungono in zona per ammirare Pompei, Ercolano e gli altri bei siti archeologici di quest'area che possiede tesori inestimabili".
L'unico aiuto certo, per ora, è quelle prettamente scientifico del l'Istituto Suoi Orsola Benincasa. "In quattro anni abbiamo creato una nuova sensibilità sul territorio — spiega Antonio De Si mone, direttore del corso di laurea in Restauro —. Avevamo problemi anche a far concepire una ricerca archeologica che non fosse costiera. Siamo un po’ i pionieri degli scavi nel Nord-Vesuviano. I risultati ottenuti a Somma sono anche superiori alle aspettative. Ora ci sono nuovi ritrovamenti di grande interesse nel territorio di Pollena Trocchia. Anche lì siamo aiutati da un'università straniera questa volta degli Stati Uniti quella di Provo, nello Utah".
A Somma Vesuviana intanto è tempo di partenze. L'equipe di Aoyagi tornerà a Tokyo per aggiornare l'università sui nuovi ritrovamenti. I prossimi scavi sono previsti nell'agosto 2007 Si procederà in direzione nord verso Noia.