sabato 10 maggio 2008

Rinasce il Tempio di Matidia . Perduto per secoli, ricompare sotto gli uffici del Senato

Rinasce il Tempio di Matidia . Perduto per secoli, ricompare sotto gli uffici del Senato
RENATA MAMBELLI
13/12/2006, La Repubblica, Roma

Bottini: "Scoperta straordinaria". La dea era la suocera dell´imperatore Adriano. Il recupero durante i lavori in piazza Capranica

La più grande scoperta archeologica fatta a Roma negli ultimi anni è dietro un portoncino verniciato di verde, in piazza Capranica, a destra della facciata di Santa Maria in Aquiro: si entra in un piccolo atrio, si percorre qualche metro e poi, in uno spazio ricavato dalla demolizione di alcune stanze, si scopre un brandello della Roma imperiale che, fino ad oggi, è rimasto tra le carte degli studiosi, introvabile, una specie di miraggio per archeologi e storici: il Tempio di Matidia, suocera dell´imperatore Adriano, divinizzata nel 119 d.C.
«Si tratta di un pezzo di un grande monumento», spiega il sovrintendente per i Beni archeologici di Roma Angelo Bottini, «Un tratto del Porticus Matidiae, con grandi colonne, un lastricato, un´opera di grandi dimensioni che procede verso via Spada d´Orlando: una scoperta clamorosa». Una scoperta dovuta alla scelta fatta dal Senato di affittare un´ala dell´antico Ospizio degli Orfani dell´Istituto di S. Maria in Aquiro per farne uffici per i senatori: 3 mila metri quadrati su quattro piani che due anni fa erano praticamente pericolanti. «Abbiamo cominciato col consolidare la struttura», spiega il direttore dei lavori Roberto Tartaro, «perché la situazione poteva degenerare da un momento all´altro». I lavori, commissionati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, insieme con il Senato e la Sovrintendenza dei Beni archeologici, hanno portato alla luce questa scoperta stupefacente.
All´inizio, del portico monumentale non era visibile che un tronco di colonna di grandi dimensioni, in marmo cipollino, lungo il vicolo della Spada d´Orlando. «Si sapeva dell´esistenza del Tempio di Matidia», spiega Fedora Filippi, della Sovrintendenza dei Beni archeologici, «ma non dove fosse. Poi, cominciati i lavori, abbiamo trovato questi tronconi di colonne che, per le dimensioni, non potevano che appartenere a un edificio monumentale. Accanto alla fila di colonne c´è una scalinata: e sotto una platea di calcestruzzo di 8, 9 metri, adatta quindi a reggere un grande tempio». Non solo, sotto il calcestruzzo è stata trovata una piattaforma di palafitte datate col radiocarbonio tra il 50 a.C e il 70 d.C., un sistema di costruzione che fino ad oggi non era stato documentato.
Matidia, nipote di Traiano e suocera di Adriano, aveva per l´imperatore un´importanza dinastica: era il legame con la famiglia imperiale. Per questo Adriano ne fece una dea e le dedicò un tempio nell´area di Campo Marzio. «Adriano», spiega l´archeologa Filippi, «cambiò l´asse urbanistico dell´area di Campo Marzio deviandolo dal mausoleo di Augusto a questa zona, in cui fu eretto l´Adrianeo, le cui tracce sono oggi in piazza di Pietra». E al centro di questo colossale progetto c´era il Tempio di Matidia, i cui resti stanno venendo alla luce nelle fondamenta dell´Ospizio eretto nel XVI secolo.
Tra due anni, al termine dei lavori, quando qui si insedieranno gli uffici dei senatori, tutta l´area sarà musealizzata: una lastra di vetro lascerà intravedere le grandi base delle colonne e la scalinata. E intanto si continuerà a scavare sotto i palazzi vicini per portare alla luce quel che resta del Porticato.