ROMA: Il Palatino riapre i suoi gioielli
RENATA MAMBELLI
DOMENICA, 21 GENNAIO 2007, La Repubblica, Roma
Martedì vertice con Rutelli sulle condizioni di stabilità. Nel 2008 il pubblico entrerà anche nella Casa di Augusto
Entro il 2007 visitabili il palazzo Tiberiano e la Casa di Livia
Affreschi restaurati e pavimenti di marmo bianco
Saranno presentati martedì prossimo al ministro Rutelli, durante un convegno ad hoc, i risultati dello studio eseguito dal professor Giorgio Croci e dal suo Studio sulle condizioni di stabilità del Palatino, dopo l´allarme creato dal crollo di due anni fa di un largo tratto di un muraglione di contenimento e la chiusura al pubblico di gran parte dei monumenti. Il rapporto non si limita ad un esame della situazione ma propone anche alcune linee di intervento. La logica che sta alla base dello studio è quella di considerare l´intera area del Palatino come un unicum, un complesso da tenere tutto costantemente sotto controllo. Il progetto prevede quindi diversi interventi di consolidamento e messa in sicurezza per i diversi monumenti che ne fanno parte, ma coordinati e tra di loro connessi, anche per far fronte al rischio globalmente, a partire dalle condizioni idrogeologiche del terreno.
Il rapporto Croci è il primo passo verso la riapertura di quella parte del Palatino che era già visitabile, il palazzo Tiberiano e una porzione del palazzo di Livia, che dovrebbero essere riaperti entro il 2007. Ma la Soprintendenza sta lavorando per riuscire ad aprire al pubblico, entro il 2008, anche il palazzo di Augusto, una reggia sontuosa, di grande bellezza, i cui ambienti fino ad oggi sono stata visti solo dagli archeologi e dagli studiosi. Il Palatino, che deve il suo nome probabilmente ad un antico dio pastorale della tradizione protoromana, divenne il luogo eletto a residenza prima dei patrizi dell´età repubblicana e, da Augusto in poi, degli imperatori. A tal punto che il suo nome è all´origine della parola italiana «palazzo». Tra le grandi residenze che coprivano in età imperiale le pendici del Palatino la Domus Transitoria di Nerone, la Domus Tiberiana cone le sue aggiunte verso il Foro di Caligola e di Domiziano, trasformate nei secoli seguenti nella chiesa di Santa Maria Antiqua, la Domus Flavia e la Domus Augustiana, che compongono il nucleo della reggia imperiale, rimasta tale anche dopo il trasferimento della sede imperiale a Costantinopoli, insieme ai successivi ampliamenti verso la valle del Circo Massino: le Terme Severiane, la Casa degli Araldi e la Scuola dei paggi imperiali.
L´apertura dell´intero complesso della casa di Livia e di quello della casa di Augusto rivelerà bellezze mai viste, come gli affreschi restaurati dell´atrium del palazzo della moglie dell´imperatore, i pavimenti di mosaico bianco e nero, le pitture di scene mitologiche che ornavano le sale del triclinium e del tablinium, i ricchi festoni di fiori, foglie e frutta che decoravano le pareti. E nella Domus Augustea aspetta i prossimi visitatori la sorpresa della stanza della Rampa e di quella dell´Oecus, sale di ricevimento imperiale, accanto allo Studiolo, la stanza di meditazione di Augusto, affrescato con cigni, fiori di loto, grifi alati. L´intero complesso, che dovrebbe essere visitabile grazie a visite guidate, attende però per poter essere aperto che tutto il Palatino venga messo in sicurezza. E per farlo ci vogliono stanziamenti ingenti. Anche di questo si parlerà nel convegno di martedì prossimo e l´ultima parola, prevedibilmente, spetterà al ministro Rutelli.
RENATA MAMBELLI
DOMENICA, 21 GENNAIO 2007, La Repubblica, Roma
Martedì vertice con Rutelli sulle condizioni di stabilità. Nel 2008 il pubblico entrerà anche nella Casa di Augusto
Entro il 2007 visitabili il palazzo Tiberiano e la Casa di Livia
Affreschi restaurati e pavimenti di marmo bianco
Saranno presentati martedì prossimo al ministro Rutelli, durante un convegno ad hoc, i risultati dello studio eseguito dal professor Giorgio Croci e dal suo Studio sulle condizioni di stabilità del Palatino, dopo l´allarme creato dal crollo di due anni fa di un largo tratto di un muraglione di contenimento e la chiusura al pubblico di gran parte dei monumenti. Il rapporto non si limita ad un esame della situazione ma propone anche alcune linee di intervento. La logica che sta alla base dello studio è quella di considerare l´intera area del Palatino come un unicum, un complesso da tenere tutto costantemente sotto controllo. Il progetto prevede quindi diversi interventi di consolidamento e messa in sicurezza per i diversi monumenti che ne fanno parte, ma coordinati e tra di loro connessi, anche per far fronte al rischio globalmente, a partire dalle condizioni idrogeologiche del terreno.
Il rapporto Croci è il primo passo verso la riapertura di quella parte del Palatino che era già visitabile, il palazzo Tiberiano e una porzione del palazzo di Livia, che dovrebbero essere riaperti entro il 2007. Ma la Soprintendenza sta lavorando per riuscire ad aprire al pubblico, entro il 2008, anche il palazzo di Augusto, una reggia sontuosa, di grande bellezza, i cui ambienti fino ad oggi sono stata visti solo dagli archeologi e dagli studiosi. Il Palatino, che deve il suo nome probabilmente ad un antico dio pastorale della tradizione protoromana, divenne il luogo eletto a residenza prima dei patrizi dell´età repubblicana e, da Augusto in poi, degli imperatori. A tal punto che il suo nome è all´origine della parola italiana «palazzo». Tra le grandi residenze che coprivano in età imperiale le pendici del Palatino la Domus Transitoria di Nerone, la Domus Tiberiana cone le sue aggiunte verso il Foro di Caligola e di Domiziano, trasformate nei secoli seguenti nella chiesa di Santa Maria Antiqua, la Domus Flavia e la Domus Augustiana, che compongono il nucleo della reggia imperiale, rimasta tale anche dopo il trasferimento della sede imperiale a Costantinopoli, insieme ai successivi ampliamenti verso la valle del Circo Massino: le Terme Severiane, la Casa degli Araldi e la Scuola dei paggi imperiali.
L´apertura dell´intero complesso della casa di Livia e di quello della casa di Augusto rivelerà bellezze mai viste, come gli affreschi restaurati dell´atrium del palazzo della moglie dell´imperatore, i pavimenti di mosaico bianco e nero, le pitture di scene mitologiche che ornavano le sale del triclinium e del tablinium, i ricchi festoni di fiori, foglie e frutta che decoravano le pareti. E nella Domus Augustea aspetta i prossimi visitatori la sorpresa della stanza della Rampa e di quella dell´Oecus, sale di ricevimento imperiale, accanto allo Studiolo, la stanza di meditazione di Augusto, affrescato con cigni, fiori di loto, grifi alati. L´intero complesso, che dovrebbe essere visitabile grazie a visite guidate, attende però per poter essere aperto che tutto il Palatino venga messo in sicurezza. E per farlo ci vogliono stanziamenti ingenti. Anche di questo si parlerà nel convegno di martedì prossimo e l´ultima parola, prevedibilmente, spetterà al ministro Rutelli.