Siracusa ellenistica e romana
Annalisa Stancanelli
La Sicilia 30/10/2006
Un'impressionante statua di un Priapo, i "vibranti corpi portanti della cariatide del Teatro di Siracusa e del telamone dell'anfiteatro" e molti altri reperti arricchiscono il nuovo settore espositivo del Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa dedicato a "Siracusa in età ellenistica e romana", inaugurato il 18 maggio scorso dall'Assessore Regionale dei Beni Culturali; un nuovo viaggio nella storia di Siracusa, realizzato a seguito di accurati studi scientifici che hanno coinvolto molti importanti studiosi, coordinati dal professor Giuseppe Voza, oggi Direttore onorario dell'Istituzione museale, e dalla dottoressa Concetta Ciurcina, attuale direttore. L'allestimento del settore al III livello del Museo è stato possibile grazie a un finanziamento del Dipartimento Regionale dei Beni Culturali Ambientali del relativo Assessorato sui fondi POR.
Tutto il personale del Museo ed un'equipe di valenti archeologi interni ed esterni all'Amministrazione ha operato con grande professionalità per la definizione di un'esposizione di grande rilievo storico culturale; al Direttore del Museo chiediamo di svelarci le particolarità del nuovo livello.
- Dottoressa Ciurcina quale il percorso storico del nuovo settore?
«La nuova esposizione al terzo livello del Museo è dedicata esclusivamente alla città di Siracusa, relativamente ad un arco storico dal IV sec. a.C. sino all'età imperiale romana, che comprende alcuni dei periodi più significativi ed importanti della sua storia, come la splendida età di Ierone II, che favorì il ruolo internazionale della città in rapporto con altri regni ellenistici e in particolare con quello tolemaico. La grandiosità di un monumento simbolo, il teatro greco rinnovato dal sovrano, la realizzazione di un altare per sacrifici pubblici testimoniano della fioritura della città, illustrata anche dal genio di Archimede».
- Per quanto riguarda la statuaria accanto a quelle più note sono esposte anche opere inedite?
«Molte delle opere di statuaria esposte provengono dalla precedente sede del Museo ma sono state integrate da qualche recente rinvenimento come quello della statua di Priapo (II metà del III sec. a.C.). Si tratta per la maggior parte di acquisizioni antiche risalenti anche al 1530, nel caso di un busto del Dio Asclepio, riutilizzato poi al Castello Maniace, che, oggetto di mirate operazioni di restauro, vengono studiate, valorizzate da particolari ed esposte in modo originale con appropriata illuminazione come la statuetta marmorea di Eracle di Scuola Lisippea, quelle delle Muse dall'area del teatro, le monumentali grondaie a testa leonina del Castello Eurialo, e ritratti di età ellenistica ed imperiale».
- Si sono incontrate difficoltà nella realizzazione del percorso?
«Come ha ben precisato il professor Voza nella pubblicazione realizzata per l'inaugurazione (C. Ciurcina, "Siracusa in età ellenistica e romana", Erre 2006), il progetto espositivo è risultato particolarmente complesso nel rispetto dei criteri adottati per l'esposizione del II livello del Museo, per cui i contesti sono presentati per cronologia e in costante riferimento con il luogo di provenienza. Opere significative da antichi rinvenimenti con difficoltà a ricostruire gli originali contesti di scavo e in generale la minore entità dei reperti del periodo in oggetto, rispetto a quelli di età arcaica, perché provenienti dai livelli più intercettati dallo sviluppo della moderna città, non documentano adeguatamente quanto, invece, appare dalla grandiosità monumentale della Siracusa ellenistico-romana. Ciò ha reso impegnativa la presentazione di reperti per illustrare gli ambiti di provenienza privati, pubblici, come delle officine, delle necropoli esistenti nell'antica città, con l'utilizzo di supporti espositivi e di adeguato apparato didattico».
Merita una segnalazione il nuovo allestimento dedicato alla Venere Landolina, esposta con il contesto di rinvenimento e la documentazione, restituita dal quartiere urbano antico di provenienza, relativa alla cultura materiale, ai culti domestici, alle pavimentazioni ed agli affreschi di residenze di rilievo.
Annalisa Stancanelli
La Sicilia 30/10/2006
Un'impressionante statua di un Priapo, i "vibranti corpi portanti della cariatide del Teatro di Siracusa e del telamone dell'anfiteatro" e molti altri reperti arricchiscono il nuovo settore espositivo del Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa dedicato a "Siracusa in età ellenistica e romana", inaugurato il 18 maggio scorso dall'Assessore Regionale dei Beni Culturali; un nuovo viaggio nella storia di Siracusa, realizzato a seguito di accurati studi scientifici che hanno coinvolto molti importanti studiosi, coordinati dal professor Giuseppe Voza, oggi Direttore onorario dell'Istituzione museale, e dalla dottoressa Concetta Ciurcina, attuale direttore. L'allestimento del settore al III livello del Museo è stato possibile grazie a un finanziamento del Dipartimento Regionale dei Beni Culturali Ambientali del relativo Assessorato sui fondi POR.
Tutto il personale del Museo ed un'equipe di valenti archeologi interni ed esterni all'Amministrazione ha operato con grande professionalità per la definizione di un'esposizione di grande rilievo storico culturale; al Direttore del Museo chiediamo di svelarci le particolarità del nuovo livello.
- Dottoressa Ciurcina quale il percorso storico del nuovo settore?
«La nuova esposizione al terzo livello del Museo è dedicata esclusivamente alla città di Siracusa, relativamente ad un arco storico dal IV sec. a.C. sino all'età imperiale romana, che comprende alcuni dei periodi più significativi ed importanti della sua storia, come la splendida età di Ierone II, che favorì il ruolo internazionale della città in rapporto con altri regni ellenistici e in particolare con quello tolemaico. La grandiosità di un monumento simbolo, il teatro greco rinnovato dal sovrano, la realizzazione di un altare per sacrifici pubblici testimoniano della fioritura della città, illustrata anche dal genio di Archimede».
- Per quanto riguarda la statuaria accanto a quelle più note sono esposte anche opere inedite?
«Molte delle opere di statuaria esposte provengono dalla precedente sede del Museo ma sono state integrate da qualche recente rinvenimento come quello della statua di Priapo (II metà del III sec. a.C.). Si tratta per la maggior parte di acquisizioni antiche risalenti anche al 1530, nel caso di un busto del Dio Asclepio, riutilizzato poi al Castello Maniace, che, oggetto di mirate operazioni di restauro, vengono studiate, valorizzate da particolari ed esposte in modo originale con appropriata illuminazione come la statuetta marmorea di Eracle di Scuola Lisippea, quelle delle Muse dall'area del teatro, le monumentali grondaie a testa leonina del Castello Eurialo, e ritratti di età ellenistica ed imperiale».
- Si sono incontrate difficoltà nella realizzazione del percorso?
«Come ha ben precisato il professor Voza nella pubblicazione realizzata per l'inaugurazione (C. Ciurcina, "Siracusa in età ellenistica e romana", Erre 2006), il progetto espositivo è risultato particolarmente complesso nel rispetto dei criteri adottati per l'esposizione del II livello del Museo, per cui i contesti sono presentati per cronologia e in costante riferimento con il luogo di provenienza. Opere significative da antichi rinvenimenti con difficoltà a ricostruire gli originali contesti di scavo e in generale la minore entità dei reperti del periodo in oggetto, rispetto a quelli di età arcaica, perché provenienti dai livelli più intercettati dallo sviluppo della moderna città, non documentano adeguatamente quanto, invece, appare dalla grandiosità monumentale della Siracusa ellenistico-romana. Ciò ha reso impegnativa la presentazione di reperti per illustrare gli ambiti di provenienza privati, pubblici, come delle officine, delle necropoli esistenti nell'antica città, con l'utilizzo di supporti espositivi e di adeguato apparato didattico».
Merita una segnalazione il nuovo allestimento dedicato alla Venere Landolina, esposta con il contesto di rinvenimento e la documentazione, restituita dal quartiere urbano antico di provenienza, relativa alla cultura materiale, ai culti domestici, alle pavimentazioni ed agli affreschi di residenze di rilievo.