Milano - Sotto San Vittore la necropoli della città imperiale
Pia Capelli
Libero Quotidiano Milano 23-DIC-2006
Sono centinaia le tombe di epoca romana nelle cantine della basilica, del Museo della Scienza e dell'Istituto Buon Pastore
I milanesi lo sanno: la nostra è una città che custodisce gelosamente le sue bellezze. Noi siamo andati sottoterra a riscoprire una meraviglia antica di duemila anni: una necropoli quasi sconosciuta che si estende nell'area di San Vittore, nascosta sotto alle chiese, nelle cantine delle case e tra i cortili delle scuole.
Qui tra il 295 e il 313 d.C. fu costruito il mausoleo dell'imperatore Massimiano, quando Mediolanum era capitale dell'Impero Romano d'Occidente e l'imperatore vi fissò la sua residenza. Massimìano scelse una zona che era già utilizzata per le sepolture fin dalla prima età imperiale, e che dovette apparire agli abitanti di Mediolanum come una "cittadella dei morti".
La prima sorpresa ci attende sotto al sagrato della basilica San Vittore al Corpo. Dalla sacrestia imbocchiamo una serie di porticine che attraversano l'ex archivio parrocchiale, oggi destinato alla raccolta di indumenti per i poveri. Dietro all'ultima porta, una lastra di pietra incrinata annuncia: "Resti del mausoleo di Massimiano, detto San Gregorio, da cui Sant'Ambrogio prese esempio per il suo battistero". Un corridoietto conduce a un locale dai soffitti bassi dove si intravede un muro d'epoca romana parzialmente interrato. Si nota il sottopavimento di una nicchia semicircolare, è evidente che siamo davanti a un frammento di una costruzione molto più imponente.
TOMBE SOTTO LA SCUOLA
Ci spostiamo allora quattro numeri civici più in là, al 29 di via San Vittore, dove dal cortile dell'Istituto del Buon Pastore si accede a un altro locale sotterraneo. Domenico, il bidello che ci fa da guida, dice simpaticamente: «Se avessi saputo che venivate avrei dato una pulita». Non c'è troppo da sorridere: la direttrice Suor Cristina Triulzi spiega che dagli anni '50, quando la sovrintendenza scoprì le tombe, la manutenzione del luogo è affidata di fatto all'istituto, che ha persino dovuto arginare i frequenti allagamenti che hanno riempito di fango la camera in cui scendiamo. Il buio è quasi totale. Però le tombe sono perfettamente visibili: sono "a cappuccina", cioè buche rettangolari coperte da un tetto di tegole, dentro cui i corpi venivano deposti direttamente a contatto con la terra. All'interno, tra foglie secche e detriti, ci sono ancora delle ossa umane. Fino a qualche tempo fa, ci dicono, c'era anche un teschio, ma non ne vediamo traccia. La necropoli prosegue. La città le è cresciuta sopra
per quasi duemila anni, in molti casi rispettando le sepolture e rialzando le fondamenta degli edifici,
o creando degli locali in cui le caldaie e le cantine dei palazzi attorniano le nicchie funerarie. In tutto nella zona di San Vittore sono state trovate più di cento tombe di questo tipo, a inumazione. Pagane, cristiane e d'epoca medievale.
Ce lo spiega lo storico dell'arte Claudio Giorgione, che ci guida nell'ultima tappa del nostro giro, all'interno del Museo della Scienza e della Tecnica di cui è curatore: «Si tratta di una necropoli mista, con una compresenza di edicole pagane e di sepolture cristiane. Sotto al Buon Pastore si trovano testimonianze della fase imperiale, mentre tra i nostri chiostri e via degli Olivetani si estendono le fondazioni del recinto ottagonale che fu costruito forse a difesa del mausoleo, o forse a protezione della gigantesca area cimiteriale».
Scendiamo dunque nel museo: nella galleria delle automobili, chiusa per lavori, spunta l'angolo di un piccolo padiglione romano ora invaso dall'erba e dalle cartacce gettate dalle scolaresche. Pochi metri più in là si cammina sopra a una grande tomba a cappuccina protetta da un vetro. Ai muri, due lapidi sepolcrali di enorme valore: una, del 368 d.C., apparteneva alla tomba del Presbitero Probo, e contiene il primo riferimento
scritto al culto cristiano. L'altra è una delle rarissime lastre in greco pervenuteci dal periodo romano, e commemora la sepoltura del medico Aurelio Frontone, di origine ellenica.
IL RECINTO MISTERIOSO
Nei due chiostri del museo le epoche si mescolano ancora: numerosi sarcofagi romani scoperchiati portano i segni del riutilizzo in tempi posteriori, quando vennero usati come abbeveratoi per cavalli, mentre la porzione visibile del lastricato poligonale è purtroppo stata "decorata" negli anni Cinquanta da alte siepi. E' proprio questo recinto, lungo centinaia di metri, a sollevare ancora molti interrogativi. A quale epoca risale esattamente? Qual era la sua funzione originaria? Forse Massimiano non si accontentò di costruirsi
un mausoleo, ma lo volle difeso da una fortificazione completa di torri. La figura dell'ottagono è infatti tradizionalmente legata alla dignità imperiale. Però questa costruzione ingloba sin dalla sua fondazione sepolture cristiane preesistenti, e potrebbe dunque essere di epoca più tarda.
Il recinto è stato identificato solo durante le campagne di scavi degli archeologi Calderini (1950-53) e Mirabella Roberti (1960), ma è rimasto a suo modo misterioso. Poiché il mausoleo stesso (mai utilizzato da Massimiano, che morì in Francia) fu prima trasformato in edificio di culto cristiano diventando la chiesa di San Gregorio, e nel Cinquecento definitivamente abbattuto, oggi ciò che rimane della necropoli, del mausoleo e dell'ottagono è uno dei segreti della Milano romana.
Le zone che vi abbiamo descritto sono oggi per motivi pratici inaccessibili al pubblico. Una piccola consolazione peri curiosi che sentono il fascino della storia antica: il Museo della Scienza organizza in occasioni speciali, fine settimana e Giornate Europee del Patrimonio, la visita guidata "Due millenni di storia", che porta dal recinto romano dei chiostri giù fi -no alle antiche sepolture.
Pia Capelli
Libero Quotidiano Milano 23-DIC-2006
Sono centinaia le tombe di epoca romana nelle cantine della basilica, del Museo della Scienza e dell'Istituto Buon Pastore
I milanesi lo sanno: la nostra è una città che custodisce gelosamente le sue bellezze. Noi siamo andati sottoterra a riscoprire una meraviglia antica di duemila anni: una necropoli quasi sconosciuta che si estende nell'area di San Vittore, nascosta sotto alle chiese, nelle cantine delle case e tra i cortili delle scuole.
Qui tra il 295 e il 313 d.C. fu costruito il mausoleo dell'imperatore Massimiano, quando Mediolanum era capitale dell'Impero Romano d'Occidente e l'imperatore vi fissò la sua residenza. Massimìano scelse una zona che era già utilizzata per le sepolture fin dalla prima età imperiale, e che dovette apparire agli abitanti di Mediolanum come una "cittadella dei morti".
La prima sorpresa ci attende sotto al sagrato della basilica San Vittore al Corpo. Dalla sacrestia imbocchiamo una serie di porticine che attraversano l'ex archivio parrocchiale, oggi destinato alla raccolta di indumenti per i poveri. Dietro all'ultima porta, una lastra di pietra incrinata annuncia: "Resti del mausoleo di Massimiano, detto San Gregorio, da cui Sant'Ambrogio prese esempio per il suo battistero". Un corridoietto conduce a un locale dai soffitti bassi dove si intravede un muro d'epoca romana parzialmente interrato. Si nota il sottopavimento di una nicchia semicircolare, è evidente che siamo davanti a un frammento di una costruzione molto più imponente.
TOMBE SOTTO LA SCUOLA
Ci spostiamo allora quattro numeri civici più in là, al 29 di via San Vittore, dove dal cortile dell'Istituto del Buon Pastore si accede a un altro locale sotterraneo. Domenico, il bidello che ci fa da guida, dice simpaticamente: «Se avessi saputo che venivate avrei dato una pulita». Non c'è troppo da sorridere: la direttrice Suor Cristina Triulzi spiega che dagli anni '50, quando la sovrintendenza scoprì le tombe, la manutenzione del luogo è affidata di fatto all'istituto, che ha persino dovuto arginare i frequenti allagamenti che hanno riempito di fango la camera in cui scendiamo. Il buio è quasi totale. Però le tombe sono perfettamente visibili: sono "a cappuccina", cioè buche rettangolari coperte da un tetto di tegole, dentro cui i corpi venivano deposti direttamente a contatto con la terra. All'interno, tra foglie secche e detriti, ci sono ancora delle ossa umane. Fino a qualche tempo fa, ci dicono, c'era anche un teschio, ma non ne vediamo traccia. La necropoli prosegue. La città le è cresciuta sopra
per quasi duemila anni, in molti casi rispettando le sepolture e rialzando le fondamenta degli edifici,
o creando degli locali in cui le caldaie e le cantine dei palazzi attorniano le nicchie funerarie. In tutto nella zona di San Vittore sono state trovate più di cento tombe di questo tipo, a inumazione. Pagane, cristiane e d'epoca medievale.
Ce lo spiega lo storico dell'arte Claudio Giorgione, che ci guida nell'ultima tappa del nostro giro, all'interno del Museo della Scienza e della Tecnica di cui è curatore: «Si tratta di una necropoli mista, con una compresenza di edicole pagane e di sepolture cristiane. Sotto al Buon Pastore si trovano testimonianze della fase imperiale, mentre tra i nostri chiostri e via degli Olivetani si estendono le fondazioni del recinto ottagonale che fu costruito forse a difesa del mausoleo, o forse a protezione della gigantesca area cimiteriale».
Scendiamo dunque nel museo: nella galleria delle automobili, chiusa per lavori, spunta l'angolo di un piccolo padiglione romano ora invaso dall'erba e dalle cartacce gettate dalle scolaresche. Pochi metri più in là si cammina sopra a una grande tomba a cappuccina protetta da un vetro. Ai muri, due lapidi sepolcrali di enorme valore: una, del 368 d.C., apparteneva alla tomba del Presbitero Probo, e contiene il primo riferimento
scritto al culto cristiano. L'altra è una delle rarissime lastre in greco pervenuteci dal periodo romano, e commemora la sepoltura del medico Aurelio Frontone, di origine ellenica.
IL RECINTO MISTERIOSO
Nei due chiostri del museo le epoche si mescolano ancora: numerosi sarcofagi romani scoperchiati portano i segni del riutilizzo in tempi posteriori, quando vennero usati come abbeveratoi per cavalli, mentre la porzione visibile del lastricato poligonale è purtroppo stata "decorata" negli anni Cinquanta da alte siepi. E' proprio questo recinto, lungo centinaia di metri, a sollevare ancora molti interrogativi. A quale epoca risale esattamente? Qual era la sua funzione originaria? Forse Massimiano non si accontentò di costruirsi
un mausoleo, ma lo volle difeso da una fortificazione completa di torri. La figura dell'ottagono è infatti tradizionalmente legata alla dignità imperiale. Però questa costruzione ingloba sin dalla sua fondazione sepolture cristiane preesistenti, e potrebbe dunque essere di epoca più tarda.
Il recinto è stato identificato solo durante le campagne di scavi degli archeologi Calderini (1950-53) e Mirabella Roberti (1960), ma è rimasto a suo modo misterioso. Poiché il mausoleo stesso (mai utilizzato da Massimiano, che morì in Francia) fu prima trasformato in edificio di culto cristiano diventando la chiesa di San Gregorio, e nel Cinquecento definitivamente abbattuto, oggi ciò che rimane della necropoli, del mausoleo e dell'ottagono è uno dei segreti della Milano romana.
Le zone che vi abbiamo descritto sono oggi per motivi pratici inaccessibili al pubblico. Una piccola consolazione peri curiosi che sentono il fascino della storia antica: il Museo della Scienza organizza in occasioni speciali, fine settimana e Giornate Europee del Patrimonio, la visita guidata "Due millenni di storia", che porta dal recinto romano dei chiostri giù fi -no alle antiche sepolture.