OLBIA. Corso Umberto, scoperto un tempio romano
Nuova Sardegna Olbia 30-NOV-2006
OLBIA. Per millenni ha riposato in corso Umberto sotto una coperta di terra, un metro più su il calendario del tempo sfogliava lunghi secoli di storia. A risvegliare il tempio dell'antica Olbia romana dal suo antico sonno la squadra diretta da Giuseppe Pisanu sotto l'attento sguardo di Rubens D'Oriano, responsabile della Soprintendenza archeologica. Alcuni mesi fa un' altra porzione del passato si era affacciata nel terzo millennio durante i lavori di rifacimento della rete idrica. Davanti al palazzo comunale gli archeologi avevano scoperto il foro lastricato e alcune botteghe artigiane, tra cui quella per la lavorazione della porpora.
Dopo lo straordinario ritrovamento le squadre di operai della ditta Pania (che cura i lavori di riqualificazione del centro storico per conto del Comune) erano andati avanti con gli scavi risalendo verso la parte alta di corso Umberto partendo dal lato sinistro. Ma all'altezza della banca le unghie degli escavatori hanno dovuto ritrarsi: sotto alcune decine di centimetri di terra riposavano delle lastre di granito screpolate dal tempo. Gli archeologi della Soprintendenza sono intervenuti subito, paletta, pennelli e una valigia di conoscenze accumulate in lunghi anni di studio. Hanno osservato i cinque metri di scavo, la posizione, la forma delle fondamenta e hanno azzardato un'ipotesi: un tempio romano. Nascosti tra le basi del luogo di culto anche alcuni reperti: una pinzetta in bronzo e il frammento spezzato di una lucerna in terracotta al centro del quale è impressa una croce cristiana e la P di pax, ovvero pace. Un'alta recinzione arancione protegge adesso il ritrovamento dalla curiosità dei passanti.
Difficile capire l'estensione del tempio romano. La Soprintendenza, così come ha sempre ribadito il responsabile dell'ente Rubens D'Oriano, non chiede di ampliare gli scavi, ma si limita a seguire con occhi vigili i lavori delle imprese comunali. E' comunque quasi certo che l'antico tempio romano prosegua sotto il lastricato di corso Umberto, verso il lato destro. Non appena gli operai sposteranno ruspe su quel versante di strada le ipotesi potranno essere confermate o smentite.
Nella prima ipotesi la Soprintendenza archeologica e l'amministrazione comunale si troveranno a risolvere l'ennesimo enigma: riseppellire le fondamenta del tempio o scegliere di regalare la loro bellezza ai cittadini. La formula usata per la piazza romana (che resterà visibile e calpestatale) non può essere infatti applicata a tutti i ritrovamenti archeologici, molti dei quali non sono in grado di resistere alle intemperie e richiederebbero continui e super costosi interventi di manutenzione.
Nuova Sardegna Olbia 30-NOV-2006
OLBIA. Per millenni ha riposato in corso Umberto sotto una coperta di terra, un metro più su il calendario del tempo sfogliava lunghi secoli di storia. A risvegliare il tempio dell'antica Olbia romana dal suo antico sonno la squadra diretta da Giuseppe Pisanu sotto l'attento sguardo di Rubens D'Oriano, responsabile della Soprintendenza archeologica. Alcuni mesi fa un' altra porzione del passato si era affacciata nel terzo millennio durante i lavori di rifacimento della rete idrica. Davanti al palazzo comunale gli archeologi avevano scoperto il foro lastricato e alcune botteghe artigiane, tra cui quella per la lavorazione della porpora.
Dopo lo straordinario ritrovamento le squadre di operai della ditta Pania (che cura i lavori di riqualificazione del centro storico per conto del Comune) erano andati avanti con gli scavi risalendo verso la parte alta di corso Umberto partendo dal lato sinistro. Ma all'altezza della banca le unghie degli escavatori hanno dovuto ritrarsi: sotto alcune decine di centimetri di terra riposavano delle lastre di granito screpolate dal tempo. Gli archeologi della Soprintendenza sono intervenuti subito, paletta, pennelli e una valigia di conoscenze accumulate in lunghi anni di studio. Hanno osservato i cinque metri di scavo, la posizione, la forma delle fondamenta e hanno azzardato un'ipotesi: un tempio romano. Nascosti tra le basi del luogo di culto anche alcuni reperti: una pinzetta in bronzo e il frammento spezzato di una lucerna in terracotta al centro del quale è impressa una croce cristiana e la P di pax, ovvero pace. Un'alta recinzione arancione protegge adesso il ritrovamento dalla curiosità dei passanti.
Difficile capire l'estensione del tempio romano. La Soprintendenza, così come ha sempre ribadito il responsabile dell'ente Rubens D'Oriano, non chiede di ampliare gli scavi, ma si limita a seguire con occhi vigili i lavori delle imprese comunali. E' comunque quasi certo che l'antico tempio romano prosegua sotto il lastricato di corso Umberto, verso il lato destro. Non appena gli operai sposteranno ruspe su quel versante di strada le ipotesi potranno essere confermate o smentite.
Nella prima ipotesi la Soprintendenza archeologica e l'amministrazione comunale si troveranno a risolvere l'ennesimo enigma: riseppellire le fondamenta del tempio o scegliere di regalare la loro bellezza ai cittadini. La formula usata per la piazza romana (che resterà visibile e calpestatale) non può essere infatti applicata a tutti i ritrovamenti archeologici, molti dei quali non sono in grado di resistere alle intemperie e richiederebbero continui e super costosi interventi di manutenzione.