Roma. Due antichi muri romani sul tracciato di Metro C
carlo alberto bucci
la Repubblica, Roma, 28/11/2006
Da giugno, gli archeologi della Soprintendenza impegnati a scavare a via Sannio per sondare il terreno per la Metro C hanno trovato lo scheletro di un bambino di due anni sepolto nel terzo secolo d.C. in un anfora, e quello coevo di una bambina coperta da cocci d'anfora. Ma, soprattutto, a otto metri di profondità, poco distante dalla Porta Asinaria, due solidi, antichi muri.
Se i poveri resti dei bimbi saranno spostati, i setti murari di tufelli e mattoni potrebbero essere d'ostacolo ai lavori della metro. «Finiremo i sondaggi tra un paio di mesi» ha spiegato ieri l'archeologa Rossella Rea illustrando il cantiere. «Ma certo è che due muri annunciano sempre qualcosa...Si tratta delle strutture di una sorta di "fattoria" romana. Se non sarà possibile fare la galleria di superficie, i progettisti dovranno adottare lo scavo a livello della quota geologica, a circa 30 metri di profondità, quindi la risalita in verticale».
Nel 1999, scavando il pozzo per la "talpa escavatrice" , le benne per la Metro già sbatterono contro il mulino ottocentesco che, a ridosso della porta di piazzale Appio, sfruttava la marana dell'Acqua mariana, prima che l'invaso creato nel 1122 venisse interrato. Durante i recentissimi scavi, la Soprintendenza ha ritrovato quel corso d'acqua che da Morena si butta nel Tevere passando per il circo Massimo, «sia a via Sannio sia a via Ipponio» spiega l'archeologa. «Ma anche una necropoli e tratti delle mura Aurealiane crollate a viale Castrense».
carlo alberto bucci
la Repubblica, Roma, 28/11/2006
Da giugno, gli archeologi della Soprintendenza impegnati a scavare a via Sannio per sondare il terreno per la Metro C hanno trovato lo scheletro di un bambino di due anni sepolto nel terzo secolo d.C. in un anfora, e quello coevo di una bambina coperta da cocci d'anfora. Ma, soprattutto, a otto metri di profondità, poco distante dalla Porta Asinaria, due solidi, antichi muri.
Se i poveri resti dei bimbi saranno spostati, i setti murari di tufelli e mattoni potrebbero essere d'ostacolo ai lavori della metro. «Finiremo i sondaggi tra un paio di mesi» ha spiegato ieri l'archeologa Rossella Rea illustrando il cantiere. «Ma certo è che due muri annunciano sempre qualcosa...Si tratta delle strutture di una sorta di "fattoria" romana. Se non sarà possibile fare la galleria di superficie, i progettisti dovranno adottare lo scavo a livello della quota geologica, a circa 30 metri di profondità, quindi la risalita in verticale».
Nel 1999, scavando il pozzo per la "talpa escavatrice" , le benne per la Metro già sbatterono contro il mulino ottocentesco che, a ridosso della porta di piazzale Appio, sfruttava la marana dell'Acqua mariana, prima che l'invaso creato nel 1122 venisse interrato. Durante i recentissimi scavi, la Soprintendenza ha ritrovato quel corso d'acqua che da Morena si butta nel Tevere passando per il circo Massimo, «sia a via Sannio sia a via Ipponio» spiega l'archeologa. «Ma anche una necropoli e tratti delle mura Aurealiane crollate a viale Castrense».