Lettera. Ancora spero che la Lupa non sia "taroccata"
Fernando Ferrigno*
la Repubblica, 28/11/2006
Stupore, sorpresa, anche la "lupa capitolina", per secoli, potrebbe essere stata "taroccata". Invece che nel V secolo a. C, fu realizzata in pieno medioevo, in epoca carolingia, lontana dalla Roma etrusca o repubblicana. E a infrangere il mito è il professor Adriano La Regina, grande studioso, rigoroso e attento. La sua tesi, riprende quella della restauratrice storica dell'arte, Anna Maria Carrube che nel 1997 eseguì il restauro della scultura. Fusione a cera persa e in un unico blocco, che non ha riscontri in epoca greca e romana.
Io, però, vorrei tenere aperta una speranza. Durante il restauro, che avvenne all'interno dei Musei Capitolini, ebbi modo di filmare ciò che stava avvenendo e intervistai Anna Maria Carruba e Anna Summella che dirigeva i lavori. L'attenzione era rivolta alla terra di fusione che ancora era presente all'interno del bronzo. E quel materiale, sottoposto alla prova di "riflessione del calore", mi sembra confermasse la datazione tradizionale, che l'opera fosse stata realizzata in epoca repubblicana arcaica. Tra i fattori tecnici, questa della terra di fusione, non viene citata, mentre si fa riferimento oltre alla gittata unica, anche allo stile, tipicamente medioevale. E' vero, i primi documenti che parlano della lupa risalgono all'anno 853 d. C, ad una lettera di Papa Leone IV. Ma questo depone a favore dell'ipotesi originaria. La lupa è sempre stata presente, in un tempio romano, sulla piazza del Laterano, simbolo di giustizia come il Marco Aurelio e non c'era bisogno di parlarne, di avvalorarne l'esistenza, perché già apparteneva al mito. Speriamo.
*Redazione cultura del Tg3
Fernando Ferrigno*
la Repubblica, 28/11/2006
Stupore, sorpresa, anche la "lupa capitolina", per secoli, potrebbe essere stata "taroccata". Invece che nel V secolo a. C, fu realizzata in pieno medioevo, in epoca carolingia, lontana dalla Roma etrusca o repubblicana. E a infrangere il mito è il professor Adriano La Regina, grande studioso, rigoroso e attento. La sua tesi, riprende quella della restauratrice storica dell'arte, Anna Maria Carrube che nel 1997 eseguì il restauro della scultura. Fusione a cera persa e in un unico blocco, che non ha riscontri in epoca greca e romana.
Io, però, vorrei tenere aperta una speranza. Durante il restauro, che avvenne all'interno dei Musei Capitolini, ebbi modo di filmare ciò che stava avvenendo e intervistai Anna Maria Carruba e Anna Summella che dirigeva i lavori. L'attenzione era rivolta alla terra di fusione che ancora era presente all'interno del bronzo. E quel materiale, sottoposto alla prova di "riflessione del calore", mi sembra confermasse la datazione tradizionale, che l'opera fosse stata realizzata in epoca repubblicana arcaica. Tra i fattori tecnici, questa della terra di fusione, non viene citata, mentre si fa riferimento oltre alla gittata unica, anche allo stile, tipicamente medioevale. E' vero, i primi documenti che parlano della lupa risalgono all'anno 853 d. C, ad una lettera di Papa Leone IV. Ma questo depone a favore dell'ipotesi originaria. La lupa è sempre stata presente, in un tempio romano, sulla piazza del Laterano, simbolo di giustizia come il Marco Aurelio e non c'era bisogno di parlarne, di avvalorarne l'esistenza, perché già apparteneva al mito. Speriamo.
*Redazione cultura del Tg3