mercoledì 7 maggio 2008

Scoperte d'eccezione a Ercolano e Pompei

Scoperte d'eccezione a Ercolano e Pompei
27 FEB 2007 AVANTI

L'area archeologica di Ercolano risollevata dal degrado nel quale da anni gravava e luogo di preziose scoperte, grazie all'ingente contributo di 5 milioni di dollari del Packard humanities institute, nonché l'antica città di Pompei, confermata come l'unica polis sannitica al mondo per livello di conservazione databile al III sec. a.C.

A dare conferma di quanto gli studiosi da anni presumevano circa le origini della città pompeiana sono stati i risultati emersi dall'ultimo ciclo di lavori di scavo, effettuati negli ultimi quattro anni da ben 20 equipe italiane e straniere, finanziate dai rispettivi ministeri competenti. I risultati sono stati presentati nei giorni scorsi, presso palazzo Venezia a Roma, nell'ambito del convegno internazionale organizzato dalla Soprintendenza archeologica di Pompei con l'Istituto nazionale di archeologia e storia dell'arte e con la Soprintendenza speciale per il Polo museale romano. Un ruolo significativo nell'azione di coordinamento è stato ricoperto da Pietro Giovanni Guzzo, soprintendente di Pompei, che ha così sottolineato il valore dell'iniziativa: "I recenti studi di scavo nell'area di Pompei, che hanno impegnato circa 300 tra tecnici e specialisti, hanno evidenziato come Pompei fosse stata una città romana solo nell'ultimo periodo. Pompei ha il merito, invece, d'essere l'unica città sannitica al mondo perfettamente conservata".
È stata premiata, dunque, secondo quanto ha riferito il soprintendente Guzzo "la scelta di programma di non ampliare l'area in luce, bensì scavando in superficie l'area di 44 ettari già in luce. Iscrizioni e fonti letterarie facevano prevedere una più antica città sannitica ma non si era proseguito nei lavori per rintracciarne le prove tangibili emerse solo ora". E stato il lavoro biennale di una equipe di specialisti delle università di Napoli, Perugia,
Trieste e Venezia e Siena a riportare alla luce i più interessanti ritrovamenti nell'area di Pompei nell'ambito di un progetto del costo di 70.000 euro relativo alle case di età medio-sannitica nella "Regio VI". "Scavi di circa 90 cm. hanno permesso di rinvenire - ha dichiarato Fabrizio Pesando dell'università 'L'Orientale' di Napoli - frammenti preziosi ma anche intere abitazioni in ottimo stato di conservazione ed il più antico pavimento di Pompei, uno dei più antichi d'Italia, conservato perfettamente perché utilizzato dai romani come zona per mescolare la malta. Tra le curiosità, ad esempio, abbiamo rinvenuto muri interni di abitazioni fatti con un sistema di terra pressata e mattoni crudi".
La vera Pompei era, dunque, quella di impronta sannitica che si è sviluppata nel III sec. a.C. per poi raggiungere il suo massimo splendore e ricchezza nel II sec. a.C. con templi, case nobiliari ed altari votivi per subire poi un lento ma graduale processo di "romanizzazione". A testimonianza dello splendore raggiunto da Pompei è stato il ritrovamento, nel tempio di Apollo, di una base di statua con iscrizione celebrativa di "Lucius Mummii" e datata 146 d.C, donata da Roma alla città sannitica come ringraziamento dell'aiuto militare offerto. Sul versante dei lavori che hanno interessato l'area di Ercolano, è stata Maria Paola Guidobaldi, direttrice degli scavi, a sottolineare la necessità di far fronte ad una situazione di degrado, ora sanata, che ha negli anni costretto a chiudere l'accesso di alcune aree ed il valore di numerose scoperte come una testa di amazzone risalente al I sec. a.C, intatta e dalla sorprendente poh-cromia; l'individuazione della pianta originale di una casa e di un altro piano sottostante nonché la ricostruzione dell'antica rete fognaria. Il lavoro è stato condotto da una
equipe di venti esperti e cinquanta operatori.
Risultati d'eccezione nonostante la polemica che nello scorso dicembre ha interessato i rapporti tra lo stesso soprintendente Guzzo ed il ministero per i Beni e le Attività culturali. Oggetto della controversia è stato il malumore del soprintendente di Pompei che lamenta ancora oggi la mancanza di risorse e della volontà politica affinchè si indicano concorsi per facilitare l'adozione di nuove leve. La querelle è sfociata, nello stesso mese di dicembre, nell'annuncio di dimissioni da parte di Pietro Giovanni Guzzo frenato, poi, dallo stesso ministro Francesco Rulelli. "Il ministro Rutelli mi ha promesso che avrebbe risolto i problemi in essere. Attendiamo fiduciosi la soluzione dalla metà di dicembre", ha ribadito Guzzo. È stata poi Anna Maria Reggiani, direttore generale per i Beni archeologici, a tornare in apertura di convegno sulla polemica affermando che "in un contesto gravato dalla mancanza di concorsi, la Soprintendenza di Pompei con il proprio lavoro continua a portare la storia ed il prestigio italiano all'estero. Spero che in futuro le richieste di Guzzo siano esaudite".
L'apocalittica eruzione del Vesuvio che nel 79 a.C. distrusse Pompei rivivrà alla grande in un film di Ro-man PolansH. Le riprese incominceranno l'estate prossima in Italia. La pellicola si baserà su "Pompei", un best seller di Robert Harris che sta adesso scrivendo la sceneggiatura. Lo ha annunciato a Londra la casa editrice Random House. "In generale - ha dichiarato Polanski -quando mi chiedono di girare un film in costume sui tempi antichi rispondo che non è la mia tazza di té. Ma qui si tratta di un thriller e mi piacciono molto i libri di Harris. Li ho letti tutti. 'Pompei' sarà un film molto basato sugli effetti speciali.

è sempre una sfida fare qualcosa di nuovo e di diverso". Il best seller dello scrittore inglese è uscito nel 2003 ed è incentrato sulla figura di Marco Attilio, un giovane ingegnere mandato a Pompei per riparare il più grande acquedotto dell'impero romano che serviva circa 250.000 persone nella baia di Napoli.
Marco Attilio si trova a lottare con le forze corrotte che controllano Pompei e poi con la forza sconvolgente della natura. Invano allerta le autorità sull'imminente eruzione. Per la parte del protagonista sarà ingaggiata "una star di Hollywood", per ora senza nome. A Ro-bert Harris piacerebbe che il ruolo andasse al "gladiatore" Russell Crowe, già impegnato però la prossima estate con una nuova versione di Robin Hood. Il kolossal, parzialmente prodotto dallo stesso Polan-ski - che ha 73 anni, vive a Parigi e si guarda bene dal mettere piede negli Stati Uniti dove è stato condannato per stupro - costerà più di 130 milioni di dollari. A detta del domenicale "Sunday Times", che parla di 200 milioni di dollari, si tratterrà del "più costoso film mai girato in Europa".