Pompei, riemerge il fast food
il Mattino, Martedì 24 Ottobre 2000
(...)
località Moregine a Pompei. È riemersa per la prima volta una lucerna a forma di Sileno (il capo dei satiri, divinità minori poste a protezione dei campi e dei boschi) accovacciato. Secondo gli archeologi dovrebbe trattarsi di un pezzo unico nel suo genere. Ma non è tutto: nello stesso edificio, ritrovati anche anfore con residui di garum; una brocchetta e una bottiglia di vetro colorato, molto fine; un'anfora-bottiglia con fondo piatto e tre piedini; due boccalini a pareti sottili, con un solo manico, in terracotta e con rilievi a forma di «volto»; un affresco raffigurante una processione sacrificale con animali. Ma l'elemento forse più significativo che il nuovo scavo ha permesso di recuperare, sono due banconi-cucina esterni al fabbricato che potrebbero essere considerati come una sorta di fast food di duemila anni fa.
Ancora elementi di sicuro interesse storico, scientifico e documentale, dunque, quelli che l'area sud occidentale di Pompei sta proponendo. Dati che stanno ridisegnando completamente la geografia del territorio confermando le ipotesi fatte per il passato sulla foce del Sarno (individuata come porto di Pompei) e dell'entroterra vesuviano e sul fiume stesso inteso come importantissima via di collegamento per i commerci. Insomma, il Sarno era un poco quello che oggi sono autostrade o grandi assi viari a scorrimento veloce. Ed è significativo che gli edifici riportati alla luce (in uno di questi meno di un mese fa è stato rubato un pezzo di affresco) siano venuti fuori proprio in seguito ai lavori di scavo che la società Autostrade Meridionali sta effettuando per realizzare la terza corsia sulla Napoli - Salerno.
Un edificio, dunque, quello che le maestranze guidate da Antonio De Simone, responsabile del progetto per l'ente autostradale, Federica Oliva e Marisa Mastroroberto (archeologa della Soprintendenza di Pompei) stanno riportando alla luce, che 2000 anni fa dovette accogliere osterie e trattorie con «vista sul fiume». E per commercianti non certo facoltosi come quelli che si fermavano nello stupendo albergo dei Sulpici, splendidamente affrescato e posto a meno di 200 metri di distanza. Insomma, locali in cui chi risaliva o scendeva lungo il corso d'acqua, poteva fermarsi per pranzare o cenare per pochi spiccioli. Un dato avvalorato appunto dai banconi-cucina esterni, sui quali, secondo gli archeologi, venivano approntati pranzi caldi ed esposte le specialità della trattoria. Appunto il garum (la salsa di pesce largamente usata nella gastronomia dell'epoca, e ottenuta dalla macerazione al sole di pesci, erbe aromatiche e sale) di cui sono state ritrovate tracce nei due contenitori rinvenuti sigillati.
L'edificio, di non elevato pregio architettonico, quando fu realizzato, 20 secoli fa, era a due piani (le strutture murarie, però, visto lo stato del ritrovamento furono edificate con pessimi materiali) con, appunto, più abitazioni al livello superiore. Nessun elemento, per ora, permette di conoscere i proprietari e di dire se fossero gli stessi gestori delle osterie.
Altro elemento interessante della fabbrica e che non è sulla stessa direttrice dell'altro edificio scoperto. Cosa, quest'ultima, che lascia ipotizzare costruzioni realizzate in funzione del corso del fiume. L'affresco, poi, molto rovinato e realizzato con colori modesti, rappresenta una cosiddetta «Suovetaurilia». Ovvero, una processione sacrificale di tre animali: maiale (sus), ariete (ovis) e toro (taurus), offerti al dio Marte con scopo purificatorio (tra l'altro, una scena identica, è riportata anche su altari ritrovati a Ercolano) e accompagnati da personaggi togati e con corona d'alloro. Sullo sfondo, un tempio, che gli esperti ritengono si tratti di un edificio pompeiano. La pittura è caratteristica dell'epoca di poco precedente all'eruzione del 79 d.C.. Periodo in cui si hanno testimonianze, dovunque si potesse disegnare o dipingere, della vita religiosa, civile e politica che si svolgeva nella comunità pompeiana. L'edificio, allorché sarà interamente scavato con il recupero di tutti gli oggetti che hanno significato scientifico, storico, architettonico e archeologico, sarà nuovamente reinterrato.
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CARLO AVVISATI
il Mattino, Martedì 24 Ottobre 2000
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località Moregine a Pompei. È riemersa per la prima volta una lucerna a forma di Sileno (il capo dei satiri, divinità minori poste a protezione dei campi e dei boschi) accovacciato. Secondo gli archeologi dovrebbe trattarsi di un pezzo unico nel suo genere. Ma non è tutto: nello stesso edificio, ritrovati anche anfore con residui di garum; una brocchetta e una bottiglia di vetro colorato, molto fine; un'anfora-bottiglia con fondo piatto e tre piedini; due boccalini a pareti sottili, con un solo manico, in terracotta e con rilievi a forma di «volto»; un affresco raffigurante una processione sacrificale con animali. Ma l'elemento forse più significativo che il nuovo scavo ha permesso di recuperare, sono due banconi-cucina esterni al fabbricato che potrebbero essere considerati come una sorta di fast food di duemila anni fa.
Ancora elementi di sicuro interesse storico, scientifico e documentale, dunque, quelli che l'area sud occidentale di Pompei sta proponendo. Dati che stanno ridisegnando completamente la geografia del territorio confermando le ipotesi fatte per il passato sulla foce del Sarno (individuata come porto di Pompei) e dell'entroterra vesuviano e sul fiume stesso inteso come importantissima via di collegamento per i commerci. Insomma, il Sarno era un poco quello che oggi sono autostrade o grandi assi viari a scorrimento veloce. Ed è significativo che gli edifici riportati alla luce (in uno di questi meno di un mese fa è stato rubato un pezzo di affresco) siano venuti fuori proprio in seguito ai lavori di scavo che la società Autostrade Meridionali sta effettuando per realizzare la terza corsia sulla Napoli - Salerno.
Un edificio, dunque, quello che le maestranze guidate da Antonio De Simone, responsabile del progetto per l'ente autostradale, Federica Oliva e Marisa Mastroroberto (archeologa della Soprintendenza di Pompei) stanno riportando alla luce, che 2000 anni fa dovette accogliere osterie e trattorie con «vista sul fiume». E per commercianti non certo facoltosi come quelli che si fermavano nello stupendo albergo dei Sulpici, splendidamente affrescato e posto a meno di 200 metri di distanza. Insomma, locali in cui chi risaliva o scendeva lungo il corso d'acqua, poteva fermarsi per pranzare o cenare per pochi spiccioli. Un dato avvalorato appunto dai banconi-cucina esterni, sui quali, secondo gli archeologi, venivano approntati pranzi caldi ed esposte le specialità della trattoria. Appunto il garum (la salsa di pesce largamente usata nella gastronomia dell'epoca, e ottenuta dalla macerazione al sole di pesci, erbe aromatiche e sale) di cui sono state ritrovate tracce nei due contenitori rinvenuti sigillati.
L'edificio, di non elevato pregio architettonico, quando fu realizzato, 20 secoli fa, era a due piani (le strutture murarie, però, visto lo stato del ritrovamento furono edificate con pessimi materiali) con, appunto, più abitazioni al livello superiore. Nessun elemento, per ora, permette di conoscere i proprietari e di dire se fossero gli stessi gestori delle osterie.
Altro elemento interessante della fabbrica e che non è sulla stessa direttrice dell'altro edificio scoperto. Cosa, quest'ultima, che lascia ipotizzare costruzioni realizzate in funzione del corso del fiume. L'affresco, poi, molto rovinato e realizzato con colori modesti, rappresenta una cosiddetta «Suovetaurilia». Ovvero, una processione sacrificale di tre animali: maiale (sus), ariete (ovis) e toro (taurus), offerti al dio Marte con scopo purificatorio (tra l'altro, una scena identica, è riportata anche su altari ritrovati a Ercolano) e accompagnati da personaggi togati e con corona d'alloro. Sullo sfondo, un tempio, che gli esperti ritengono si tratti di un edificio pompeiano. La pittura è caratteristica dell'epoca di poco precedente all'eruzione del 79 d.C.. Periodo in cui si hanno testimonianze, dovunque si potesse disegnare o dipingere, della vita religiosa, civile e politica che si svolgeva nella comunità pompeiana. L'edificio, allorché sarà interamente scavato con il recupero di tutti gli oggetti che hanno significato scientifico, storico, architettonico e archeologico, sarà nuovamente reinterrato.
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CARLO AVVISATI