Lupa, il giallo delle origini La Regina: risale al medioevo. Carandini: macché, è romana
RENATA MAMBELLI
03/03/2007, la repubblica
SABATO, 03 MARZO 2007
Pagina XIII - Roma
LE POSIZIONI
Ad aprile la storica statua simbolo di Roma sarà esposta accanto all´originale del Marc´Aurelio
Di Francia: "faremo nuovi test sul bronzo"
E ora i romani potranno vederla da vicino: la Lupa dei misteri, la statua di bronzo che da sempre, secondo la tradizione, accompagna le sorti della città e sulla quale sta divampando una furiosa polemica tra storici a archeologi, ad aprile sarà accanto alla statua del Marco Aurelio, all´interno del Giardino Romano. Lo ha detto ieri l´assessore capitolino alla Cultura Silvio Di Francia che ha anche aggiunto che continueranno gli accertamenti per riuscire a risolvere la querelle sulla datazione della statua. L´esposizione della Lupa, ha detto Di Francia, «è una operazione che facciamo per i romani e per tutti i visitatori dei Musei Capitolini, per farla vedere meglio». Non sarà più infatti in cima a una colonna, come è ora, chiusa nella Sala della Lupa. L´assessore non è entrato nelle polemiche rilanciate dal convegno sulla statua che si è tenuto alla Sapienza, e che ha visto gli studiosi spaccarsi in due: gli uni per una datazione "alta" della statua, all´incirca nel V secolo a. C., e gli altri per una datazione "bassa", intorno al VI secolo d. C. Ma ha detto che «visto che la discussione ora in atto verte su elementi tecnici che non sono sufficienti, l´amministrazione ha deciso di procedere a ulteriori accertamenti».
Perché il terreno dello scontro, a questo punto, si è spostato sul materiale con il quale è fatta la statua, più che sul fatto che essa sia stata fusa in un solo pezzo, argomento usato dalla archeologa e restauratrice Anna Maria Carruba nel suo libro "La Lupa Capitolina. Un bronzo medievale", che ha dato il via alla polemica. Per riepilogare la quale diremo che si confrontano due schieramenti, con tanto di leader riconosciuti. Il primo fa capo allo storico Andrea Carandini, luminare de La Sapienza, che sostiene a spada tratta che la Lupa non può essere medievale, ma piuttosto un capolavoro d´arte etrusco-romana della prima metà del V secolo a. C. La tesi della Carruba - che vanta un´ottima conoscenza della statua, visto che l´ha restaurata e studiata per tre anni - è invece sostenuta da un altro big dell´archeologia come Adriano La Regina, e si basa sul fatto che la tecnica di fusione della statua, realizzata a cera persa e col metodo diretto effettuato in un solo getto, non è testimoniata in epoca romana, ma solo in epoca medievale. Il fatto che non siano state trovate statue romane in bronzo fatte in questo modo, ribattono gli avversari, non vuol dire che non ce ne fossero, semplicemente sono andate perse, e la Lupa è l´unica che è arrivata fino a noi. Tanto più che quella Lupa, fatta in quel modo, è documentata dalle effigi nelle monete e dalle descrizioni degli storici: una Lupa del genere era vicino al Lupercale in tempi non sospetti. Risponde il partito di La Regina: è proprio a partire da quel modello che è stata fatta, con tecniche medievali, la Lupa medievale. E a complicare ancora di più i giochi c´è l´ipotesi avanzata da Claudio Giardino, che a partire dalla lega di bronzo, con alta percentuale di piombo, torna a datare la statua ad epoca etrusca, magari con metallo proveniente dalle miniere sarde. Ma l´esame al radiocarbonio la sposta di nuovo al Medioevo: 650 d. C. A chi credere?
RENATA MAMBELLI
03/03/2007, la repubblica
SABATO, 03 MARZO 2007
Pagina XIII - Roma
LE POSIZIONI
Ad aprile la storica statua simbolo di Roma sarà esposta accanto all´originale del Marc´Aurelio
Di Francia: "faremo nuovi test sul bronzo"
E ora i romani potranno vederla da vicino: la Lupa dei misteri, la statua di bronzo che da sempre, secondo la tradizione, accompagna le sorti della città e sulla quale sta divampando una furiosa polemica tra storici a archeologi, ad aprile sarà accanto alla statua del Marco Aurelio, all´interno del Giardino Romano. Lo ha detto ieri l´assessore capitolino alla Cultura Silvio Di Francia che ha anche aggiunto che continueranno gli accertamenti per riuscire a risolvere la querelle sulla datazione della statua. L´esposizione della Lupa, ha detto Di Francia, «è una operazione che facciamo per i romani e per tutti i visitatori dei Musei Capitolini, per farla vedere meglio». Non sarà più infatti in cima a una colonna, come è ora, chiusa nella Sala della Lupa. L´assessore non è entrato nelle polemiche rilanciate dal convegno sulla statua che si è tenuto alla Sapienza, e che ha visto gli studiosi spaccarsi in due: gli uni per una datazione "alta" della statua, all´incirca nel V secolo a. C., e gli altri per una datazione "bassa", intorno al VI secolo d. C. Ma ha detto che «visto che la discussione ora in atto verte su elementi tecnici che non sono sufficienti, l´amministrazione ha deciso di procedere a ulteriori accertamenti».
Perché il terreno dello scontro, a questo punto, si è spostato sul materiale con il quale è fatta la statua, più che sul fatto che essa sia stata fusa in un solo pezzo, argomento usato dalla archeologa e restauratrice Anna Maria Carruba nel suo libro "La Lupa Capitolina. Un bronzo medievale", che ha dato il via alla polemica. Per riepilogare la quale diremo che si confrontano due schieramenti, con tanto di leader riconosciuti. Il primo fa capo allo storico Andrea Carandini, luminare de La Sapienza, che sostiene a spada tratta che la Lupa non può essere medievale, ma piuttosto un capolavoro d´arte etrusco-romana della prima metà del V secolo a. C. La tesi della Carruba - che vanta un´ottima conoscenza della statua, visto che l´ha restaurata e studiata per tre anni - è invece sostenuta da un altro big dell´archeologia come Adriano La Regina, e si basa sul fatto che la tecnica di fusione della statua, realizzata a cera persa e col metodo diretto effettuato in un solo getto, non è testimoniata in epoca romana, ma solo in epoca medievale. Il fatto che non siano state trovate statue romane in bronzo fatte in questo modo, ribattono gli avversari, non vuol dire che non ce ne fossero, semplicemente sono andate perse, e la Lupa è l´unica che è arrivata fino a noi. Tanto più che quella Lupa, fatta in quel modo, è documentata dalle effigi nelle monete e dalle descrizioni degli storici: una Lupa del genere era vicino al Lupercale in tempi non sospetti. Risponde il partito di La Regina: è proprio a partire da quel modello che è stata fatta, con tecniche medievali, la Lupa medievale. E a complicare ancora di più i giochi c´è l´ipotesi avanzata da Claudio Giardino, che a partire dalla lega di bronzo, con alta percentuale di piombo, torna a datare la statua ad epoca etrusca, magari con metallo proveniente dalle miniere sarde. Ma l´esame al radiocarbonio la sposta di nuovo al Medioevo: 650 d. C. A chi credere?