lunedì 5 maggio 2008

AIDONE. Ora punta sulla Venere

AIDONE. Ora punta sulla Venere
11-03-2007, GIORNALE DI SICILIA

In attesa della Venere. A . cui dovrebbe toccare il posto d'onore, al centro della chiesa sconsacrata di San Francesco, attaccata all'ex monastero dei Cappuccini che ospita il Museo archeologico di Aidone. Un'attesa che probabilmente sarà esaudita entro fine anno, ma che nel frattempo è tangibile, anche nel giorno in cui si inaugura il nuovo allestimento del museo che, nel frattempo, si è rifatto il trucco. Tre anni di lavori e poco più di 70.000 euro - «abbiamo fatto miracoli con questa somma», sorridono Carmela Bonanno e i colleghi del servizio Beni archeologici della Soprintendenza di Erma -, ma ecco un nuovo polo che promette di attirare visitatori incuriositi da una delle collezioni di pezzi archeologici più importanti della Sicilia. Ospitato nell'ex convento seicentesco dal 1984, il Museo fu allestito su progetto di Franco Mirassi che disegnò la famosa - e splendida - scala a spirale che conduce al primo piano. «Fu un restauro ardito per quei tempi: Mirassi riuscì .a vedere oltre il piccolo convento abbandonato - spiega la sovrintendente di Enna Beatrice Basile -, ne conservò l'impianto antico pur guardando al moderno. E la sua scala è l'esempio di questa innovazione».
D Museo conserva un impianto documentario e raccoglie materiali e reperti degli scavi condotti, dal 1955 in poi, dalle Soprintendenze di Siracusa, Agrigento ed Enna, e dalle università americane di Princeton e della Virginia. Al primo allestimento che seguiva un filo cronologico, è stata preferita un'esposizione che mira alla ricomposizione dei contesti: per facilitare un viaggio indietro nel tempo alla scoperta dei popoli e degli insediamenti della zona. La nuova sistemazione permette anche di esporre moltissimi reperti, anche frammenti, giunti nel corso di campagne di scavo più recenti. Il percorso di visita inizia con la storia di Morgantina raccontata su pannelli e tramite reperti del periodo preistorico fino al primo abitato sulla collina della Cittadella. Si sale la scala del Minissi ed ecco i reperti provenienti dalla aree pubbliche, dall'abitato e dalla necropoli del centro ellenizzato del VI secolo a.C. tre vetrine raccolgono i ritrovamenti del santuario di San Francesco Bisconti. Nella sala «Serra Orlando» (dal nome del sito) ci si sposta alla città del 460 a.C. perpoi passare ai reperti medievali dalla Cittadella, da Serra Orlando e dal centro storico di Aidone, di età araba e normanna. Nel refettorio dell'ex convento, infine, si raccontano gli scavi più recenti in contrada Agnesi e la vita quotidiana nell'antica Morgantina. Una sezione a parte racconta gli scavi delle terme del HI secolo a.C. «È il più antico esempio conosciuto di un edificio termale di età ellenistica - spiega la sovrintendente-. Presto apriremo anche una parte esterna del Museo e troveremo il posto per la collezione numismatica. E pensiamo ad una mostra sui ritrovamenti di Morgantina conservati in altri musei siciliani». Tra i pezzi più importanti del Museo, tra anfore, pendenti, pithoi, busti fittili, ecco il bellissimo cratere attico di Euthymides, a figure rosse di produzione ateniese, scoperto dagli archeologi americani nel 1959 sulla Cittadella; e una bella
collezione di antefisse, ornamenti a soggetto mitologico di edifici importanti, soprattutto templi.
Ed eccoci alla famosa Venere a cui sarebbe riservata la chiesa. «Per esporre un bene straordinario possiamo soltanto pensare ad un luogo atemporale e aspaziale - spiega la Basile - completamente decontestualizzato dagli scavi». Anche la soprintendente spera in un ritorno a casa a breve. «Conto molto sull'effetto immagine: il Paul Getty ci sta rimettendo in prestigio, l'intera comunità culturale internazionale si è raggelata; e un museo, per giunta privato, che vive di rapporti, non può far finta di nulla. Ma deve anche render conto di un investimento micidiale di diciotto milioni di dollari».
È convinto della restituzione della Venere entro l'anno l'assessore regionale ai Beni Culturali Nicola Leanza. «Abbiamo individuato un percorso comune con il Ministero - spiega, al fianco del sindaco di Aidone Filippo Curia che chiede "strutture logistiche per la valorizzazione della zona" - sono convinto che questa sarà la volta buona. Ma nel frattempo questo museo è l'esempio che si può, e si deve, investire sul territorio. La grande ricchezza della Sicilia sta nella stratificazione e diversità di culture: è il nostro petrolio, deve diventare volano di ricchezza e benessere. E soprattutto, un modello di sviluppo per i
Siti ennesi irraggiungibili per i turisti
AIDONE. (sit) Un unico percorso turistico per collegare ì siti archeologici della provincia di Erma. Che a ben vedere, si dimostra tra le più ricche della Sicilia, almeno per varietà e numero di siti: oltre a Morgantina, infatti, le Soprintendenze di Siracusa, Agrigento ed Erma, e le università americane di Princeton e della Virginia, hanno scavato e continuano tuttora, a Montagna di marzo, Monte Navone, Russomanno. Sono insediamenti diversi di epoche differenti, ognuno ha una sua storia e nasconde ancora enormi segreti. Ma sono anche siti prati-
camente irraggiungibili, non ci sono strade di accesso per le auto, figurarsi per i pullman di turisti.
Perché non creare allora una rete viaria adeguata, per una sorta di viaggio nella storia che comprenda questi posti e li unisca ai più noti di Morgantina e della Villa
del Casale di Piazza Armerina, passando per il Museo di Aidone? È la proposta forte dell'assessore Leanza, raccolta dalla Provincia e dagli addetti ai lavori della Soprintendenza di Erma che, al momento, può contare soltanto su due archeologhe.
Sl.T.

AIDONE. (sit) Un incontro a Malibu con la Venere come convitato di pietra. Lo hanno organizzato, per il 9 maggio, la Regione Siciliana e il ministero dei Beni Culturali in accordo con il Paul Getty Museum per discutere finalmente de visu della famosa statua di Morgantina. Finora tra il museo privato americano è lo Stato italiano non sono corsi buoni rapporti: da un lato Rutelli chiedeva a gran voce la restituzione della Venere, dall'altro il Paul Getty tergiversava e chiedeva lumi certi sulla provenienza. Insom-ma, fino a quando l'Italia non riesce a dimostrare che la Venere è stata trafugata da Morgantina, il museo non la riconsegna. Le cose sono a questo punto, ma la pressione internazionale è forte e sembrerebbe che il Paul Getty sia sul punto dì cedere. La Venere apparve improvvisamente a Malibu nell'agosto del 1988 e subito fu identificata come la statua trafugata in Sicilia nel 1979. n Paul Getty asserì di averla acquistata dall'antiquario inglese, Robin Symes per diciotto milioni di dollari. Lo stesso direttore del Metropolitan Thomas Hoving rivelò la provenienza siciliana, contestata Malcom Bell, direttore della missione di scavo americana a Morgantina (che ieri a inviato una lettera in cui parla della restituzione di «pezzi a torto prelevati e acquistati», ma non fa alcun cenno preciso alla Venere).
Nel 1991 l'assessorato regionale commissiona una perizia petrografica sui materiali della Venere che svela calcari della cosiddetta «formazione di Ragusa» della Sicilia centro meridionale. La perizia è nelle mani del Paul Getty che a sua volta ha attivato i suoi esperti. Ma non ha reso noto ancora alcun risultato. Nel 2008 intanto dovrebbero essere restituiti un gruppo di brocche e coppe in argento del III secolo dal Metropolitan, e i due aeroliti in marmo dall’Università della Virginia.