Ecco la necropoli dei poveri romani
SERGIO SILVA
Il Tempo – Roma, 16/02/2007
LA CHIAMANO la valle dei morti anche se di corpi ne sono stati trovati ben pochi. Tombe sì, ben trentasette in una ventina di metri di fosso. Corpi di romani vissuti tra il secondo e il terzo secolo d.C. che, a giudicare dai cimeli recuperati tra gli arredi delle tombe, non se la passavano nemmeno bene: qualche moneta, spiccioli per l'obolo di Caronte, diverse lucerne per illuminare la via nell'ade, vasetti di vetro per unguenti e monili, e soprattutto fibule e armille di bronzo. Roba da poveri,
insomma.
II sito archeologico è stato scoperto nel luglio del 2004, ma i lavori di scavo sono decollati lo scorso agosto 2006; si trova in via Mario Fasulo, in una zona di recente lottizzazione a nord di Roma, in uno spicchio di terra compresa tra la via Cassia e la via Giustiniana. Scavano per iniziare i lavori di costruzione di una villa quando dalla benna dello scavatore con la terra tufacea sono emersi dei resti umani. Fermo lavori. Sopralluogo della Soprintendenza archeologica romana e poi il via alla ricerca. Una fossa a cappuccina ad appena trenta centimetri dalla superfìcie e poi un loculo a più livelli sul fianco dell'invaso fino a contare 37 tombe di cui 5 o 6 contenevano bambini. «Superate le prime fasi dello scavo - dice l'archeologa Alessandra Cerrito - ci siamo resi conto che non si trattava di un sito con alcune tombe isolate ma una vera e propria necropoli ricavata utilizzando il canalone già esistente nel terreno.
Rimane per ora un mistero circa la natura della valletta. Una ipotesi -prosegue l'archeologa - è che potrebbe trattarsi di un fosso naturale di scolo delle acque dismesso, oppure un divertìcolo dell'insediamento esistente su questa collina verso la vicina Cassia o la sottostante Flaminia. Potremo essere più precisi dopo aver ricevuto la relazione del geologo che ha fatto i rilievi del caso». Sul fondo del fossato sono stati recuperati numerosi resti di ossa di animali e carbone, segni certi che sul luogo sono stati svolti dei riti funerari mentre dalla datazione delle diverse monete recuperate è emerso che la necropoli è stata usata per oltre duecento anni.
SERGIO SILVA
Il Tempo – Roma, 16/02/2007
LA CHIAMANO la valle dei morti anche se di corpi ne sono stati trovati ben pochi. Tombe sì, ben trentasette in una ventina di metri di fosso. Corpi di romani vissuti tra il secondo e il terzo secolo d.C. che, a giudicare dai cimeli recuperati tra gli arredi delle tombe, non se la passavano nemmeno bene: qualche moneta, spiccioli per l'obolo di Caronte, diverse lucerne per illuminare la via nell'ade, vasetti di vetro per unguenti e monili, e soprattutto fibule e armille di bronzo. Roba da poveri,
insomma.
II sito archeologico è stato scoperto nel luglio del 2004, ma i lavori di scavo sono decollati lo scorso agosto 2006; si trova in via Mario Fasulo, in una zona di recente lottizzazione a nord di Roma, in uno spicchio di terra compresa tra la via Cassia e la via Giustiniana. Scavano per iniziare i lavori di costruzione di una villa quando dalla benna dello scavatore con la terra tufacea sono emersi dei resti umani. Fermo lavori. Sopralluogo della Soprintendenza archeologica romana e poi il via alla ricerca. Una fossa a cappuccina ad appena trenta centimetri dalla superfìcie e poi un loculo a più livelli sul fianco dell'invaso fino a contare 37 tombe di cui 5 o 6 contenevano bambini. «Superate le prime fasi dello scavo - dice l'archeologa Alessandra Cerrito - ci siamo resi conto che non si trattava di un sito con alcune tombe isolate ma una vera e propria necropoli ricavata utilizzando il canalone già esistente nel terreno.
Rimane per ora un mistero circa la natura della valletta. Una ipotesi -prosegue l'archeologa - è che potrebbe trattarsi di un fosso naturale di scolo delle acque dismesso, oppure un divertìcolo dell'insediamento esistente su questa collina verso la vicina Cassia o la sottostante Flaminia. Potremo essere più precisi dopo aver ricevuto la relazione del geologo che ha fatto i rilievi del caso». Sul fondo del fossato sono stati recuperati numerosi resti di ossa di animali e carbone, segni certi che sul luogo sono stati svolti dei riti funerari mentre dalla datazione delle diverse monete recuperate è emerso che la necropoli è stata usata per oltre duecento anni.