domenica 4 maggio 2008

Svelato il mistero, ecco la tomba di Erode Israele, i resti del sarcofago rinvenuti accanto alla fortezza del governatore romano

Svelato il mistero, ecco la tomba di Erode Israele, i resti del sarcofago rinvenuti accanto alla fortezza del governatore romano
ALBERTO STABILE
MERCOLEDÌ, 09 MAGGIO 2007, LA REPUBBLICA

Si scava ancora. Nessuna traccia degli oggetti preziosi che avrebbero dovuto accompagnare l´ideatore della "strage degli innocenti"

I racconti tramandati dagli storici non avevano mai trovato riscontro. L´annuncio dopo anni di ricerche

dal nostro corrispondente
gerusalemme - Fra i molti palazzi disseminati nel suo regno, aveva scelto proprio quella fortezza, costruita ai bordi del deserto della Giudea, per ospitarvi la propria tomba. Eppure, fino ad ora, il luogo della sepoltura di Erode il Grande era rimasto un mistero. Le notizie tramandateci dallo storico Giuseppe Flavio (nome acquisito dopo la conversione al cristianesimo da Yossef Ben Mattitiyahu) non avevano trovato alcun riscontro. Quand´ecco il professor Ehud Netzer, dell´Università ebraica di Gerusalemme, una vita dedicata alla soluzione del "giallo", annunciare la scoperta: individuata la tomba e ritrovati alcuni resti del sarcofago, probabilmente vandalizzato poco dopo l´inumazione.
L´uno e l´altro si trovano, afferma l´archeologo israeliano, non alla base dell´Herodion, forse la più ardita delle costruzioni realizzate dal monarca che regnò sulla Giudea dal 40 a. c. al 4 a. c., ma a metà della collina artificiale fatta costruire sulla sommità di un´altra collina avente, dice Giuseppe Flavio, "la forma di un seno di donna" e tuttora visibile dalla strada che da Gerusalemme conduce a Betlemme. Su quella complessa struttura Erode edificò una reggia-fortezza-mausoleo, che incombeva sulla città sottostante e si affacciava sul deserto della Giudea, visibile, da lì, fino a Gerico.
Il mistero, se così si può chiamare, è stato sciolto in via deduttiva, non essendo stati trovati resti umani, né monili, né gli oggetti che, nell´antichità, accompagnavano i defunti nel loro ultimo viaggio. Nel caso di Erode, racconta Giuseppe Flavio, il suo cadavere venne adornato da un diadema, sormontato da una corona d´oro. Con la mano destra, impugnava lo scettro simbolo del potere regale. Nulla di tutto questo è stato esibito dagli archeologi. Solo alcuni frammenti del sarcofago di finissima fattura (e per questo attribuibile alla tomba di un re), recanti i segni inequivocabili non d´un saccheggio di tombaroli, ma piuttosto di una reazione violenta e distruttiva, come quella che caratterizzò la rivolta degli ebrei contro i romani e i loro alleati tra il 66 d. c. e il 72 d. c., al tempo della distruzione del II Tempio. Erode, che aveva governato col terrore e l´intrigo ricevendo da Roma piena legittimazione, era considerato simbolo d´un patto scellerato. In realtà, il monarca che i Vangeli ricordano come l´ideatore e il mandante della strage degli innocenti, non fu soltanto un despota brutale e sanguinario, fu anche capace di allargare i confini del suo regno e di arricchirlo. Le più imponenti vestigia dell´antichità, presenti oggi in Israele e in Palestina, sono datate in quel periodo e l´Erodion è una di queste.
La città che si stendeva ai piedi della collina era munita di splendidi palazzi e persino di un ippodromo. Una scalinata di 200 gradini in pietra levigata conduceva alla reggia sovrastante, circondata da tre torri circolari. L´acqua arrivava da lontano attraverso un sistema di gallerie, canali e piscine sotterranee. Lo stesso sfarzo elegante, la stessa audace intraprendenza Erode aveva posto nel progettare Cesarea, sulla sponda del Mediterraneo, e Sebastia, in Samaria, facendo della fortezza di Massada il bastione che si erge di fronte all´Oriente insidioso, sulla grande depressione che si apre come una ferita tra due deserti. E fu Erode a edificare il II Tempio degli ebrei, poi distrutto dai romani.
Quando lo colse la morte, Erode svernava a Gerico, nel palazzo fatto costruire laddove sprigionano le vene d´acqua sotterrane e risplende l´oasi. Il corteo funebre impiegò 21 giorni a risalire le balze del deserto della Giudea per fermarsi ai piedi dell´Herodion. E se forse manca ancora la prova definitiva, si può capire, oggi più di ieri, che un re come Erode, perseguitato dalle urla notturne delle sue vittime e terrorizzato dal suo stesso immenso potere, abbia ceduto all´illusione di proteggere i suoi resti mortali nel chiuso di una fortezza, in un luogo fino a ieri a tutti sconosciuto. Gli scavi, ha precisato il professor Netzer, continuano.