Dal palazzo imperiale al circo tutti i segreti di Milano romana
Anna Cirillo
La Repubblica - cronaca Milano 5/5/2007
Eccoli i primi mille anni di storia di Milano, dal V secolo a.c. al V secolo d.c., ricostruiti nella nuova sezione del museo Archeologico di corso Magenta. Prima fu Mediolanum, «territorio di mezzo», fondata con costruzioni in legno e argilla cruda dai Celti, popolo guerriero che qui aveva un centro soprattutto religioso, con un grande santuario dedicato a una divinità femminile che sorgeva, probabilmente, dove ora c´è il Duomo. Poi arrivarono, nel 222, i conquistatori romani e inglobarono le élite locali ma riorganizzarono la città facendo piazza pulita di quello che c´era prima. E per tre secoli, dall´89 a.c. al 286 d.c., Milano fu una tranquilla città di provincia, ricca e benestante.
Fioriva il ceto medio, le botteghe artigiane lavoravano la pietra, la ceramica, il bronzo, e l´osso, la plastica dell´antichità, con cui si faceva di tutto, dall´ago ai cardini delle porte. L´abbondanza d´acqua (che resta nei nomi delle vie: Pantano, Laghetto, o Vetra, un canale) venne sfuttata incanalandola «ben prima di Leonardo - spiega la direttrice del museo, Donatella Caporusso - arrivando ad avere un piccolo porto-canale per scaricare merci, con una banchina di 200 metri, dove ora c´è via Larga». Nel percorso del museo anche alcuni frammenti dei dipinti che abbellivano le case dei benestanti milanesi, che chiamavano artisti da Roma e da Pompei: l´uccellino ritrovato negli scavi in corso di Porta Romana, la conchiglia e il raffinato tralcio di rosa di via Tommaso Grossi.
Ma Milano divenne soprattutto, alla fine del III secolo, tra il 284 e 402 d.c, una città del potere. Residenza imperiale, seconda dopo Roma. L´impero è troppo grande, con la tetrarchia a Roma c´è l´imperatore Diocleziano, qui si stabilisce l´imperatore Massimiano detto Erculeo. Lui fa costruire un imponente palazzo, con a lato un circo per le corse dei cavalli. Sul retro del museo Archeologico sono ancora ben visibili le due torri romane che facevano parte del complesso e delle mura. La dimora dell´imperatore, centro militare e burocratico, occupava un intero quartiere, da corso Magenta a via Torino. Mentre tra corso Vittorio Emanuele e corso Europa sorsero le sterminate terme erculee di cui si vedono, nel museo, i pavimenti a mosaico e la colossale statua di Eracle. Senza dimenticare che sotto l´attuale palazzo della Borsa c´era il teatro romano, che in via de Amicis sopravvivono i resti dell´arena, mentre il foro era in piazza San Sepolcro. Poi, nel V secolo, la decadenza: sotto la pressione dei barbari la corte imperiale si trasferisce ad Aquileia.
Reperti, scavi e oggetti dicono che a Milano fin dalle origini convivevano razze diverse e la multietnicità era la norma. Si trovavano tipi dai tratti mediterranei, nordici e orientali, accanto a caucasici e negroidi. E dicono pure che la contraffazione di griffe non è una novità dei nostri giorni. Lo spiega bene il caso di falsificazione di via Rugabella. Un ceramista milanese tenta di copiare le ceramiche di Arezzo, molto alla moda tra i romani, ricercate perché particolari, -rosse, lucide, brillanti, quasi laccate - e timbrate con un marchio che lui è riuscito a scovare e che imprime sui vasi. Ma l´imitazione riesce male: il segreto sta nella cottura, che il vasaio non riesce a riprodurre. Così butta i vasi, facendoli inconsapevolmente arrivare fino a noi.
Nel viaggio che racconta i primi 10 secoli di storia della città anche il reperto più prezioso del museo, la diatreta (dal greco diatretos, traforato) Trivulzio. Magnifica coppa di vetro incolore, intagliata da un unico blocco, in modo da formare una rete traforata di vetro di altre colorazioni, verde, nocciola e azzurro. Esistono pochissimi esemplari al mondo di manufatti simili. Questo è l´unico integro, e ancora oggi non si capisce come sia stato possibile realizzarlo.
Anna Cirillo
La Repubblica - cronaca Milano 5/5/2007
Eccoli i primi mille anni di storia di Milano, dal V secolo a.c. al V secolo d.c., ricostruiti nella nuova sezione del museo Archeologico di corso Magenta. Prima fu Mediolanum, «territorio di mezzo», fondata con costruzioni in legno e argilla cruda dai Celti, popolo guerriero che qui aveva un centro soprattutto religioso, con un grande santuario dedicato a una divinità femminile che sorgeva, probabilmente, dove ora c´è il Duomo. Poi arrivarono, nel 222, i conquistatori romani e inglobarono le élite locali ma riorganizzarono la città facendo piazza pulita di quello che c´era prima. E per tre secoli, dall´89 a.c. al 286 d.c., Milano fu una tranquilla città di provincia, ricca e benestante.
Fioriva il ceto medio, le botteghe artigiane lavoravano la pietra, la ceramica, il bronzo, e l´osso, la plastica dell´antichità, con cui si faceva di tutto, dall´ago ai cardini delle porte. L´abbondanza d´acqua (che resta nei nomi delle vie: Pantano, Laghetto, o Vetra, un canale) venne sfuttata incanalandola «ben prima di Leonardo - spiega la direttrice del museo, Donatella Caporusso - arrivando ad avere un piccolo porto-canale per scaricare merci, con una banchina di 200 metri, dove ora c´è via Larga». Nel percorso del museo anche alcuni frammenti dei dipinti che abbellivano le case dei benestanti milanesi, che chiamavano artisti da Roma e da Pompei: l´uccellino ritrovato negli scavi in corso di Porta Romana, la conchiglia e il raffinato tralcio di rosa di via Tommaso Grossi.
Ma Milano divenne soprattutto, alla fine del III secolo, tra il 284 e 402 d.c, una città del potere. Residenza imperiale, seconda dopo Roma. L´impero è troppo grande, con la tetrarchia a Roma c´è l´imperatore Diocleziano, qui si stabilisce l´imperatore Massimiano detto Erculeo. Lui fa costruire un imponente palazzo, con a lato un circo per le corse dei cavalli. Sul retro del museo Archeologico sono ancora ben visibili le due torri romane che facevano parte del complesso e delle mura. La dimora dell´imperatore, centro militare e burocratico, occupava un intero quartiere, da corso Magenta a via Torino. Mentre tra corso Vittorio Emanuele e corso Europa sorsero le sterminate terme erculee di cui si vedono, nel museo, i pavimenti a mosaico e la colossale statua di Eracle. Senza dimenticare che sotto l´attuale palazzo della Borsa c´era il teatro romano, che in via de Amicis sopravvivono i resti dell´arena, mentre il foro era in piazza San Sepolcro. Poi, nel V secolo, la decadenza: sotto la pressione dei barbari la corte imperiale si trasferisce ad Aquileia.
Reperti, scavi e oggetti dicono che a Milano fin dalle origini convivevano razze diverse e la multietnicità era la norma. Si trovavano tipi dai tratti mediterranei, nordici e orientali, accanto a caucasici e negroidi. E dicono pure che la contraffazione di griffe non è una novità dei nostri giorni. Lo spiega bene il caso di falsificazione di via Rugabella. Un ceramista milanese tenta di copiare le ceramiche di Arezzo, molto alla moda tra i romani, ricercate perché particolari, -rosse, lucide, brillanti, quasi laccate - e timbrate con un marchio che lui è riuscito a scovare e che imprime sui vasi. Ma l´imitazione riesce male: il segreto sta nella cottura, che il vasaio non riesce a riprodurre. Così butta i vasi, facendoli inconsapevolmente arrivare fino a noi.
Nel viaggio che racconta i primi 10 secoli di storia della città anche il reperto più prezioso del museo, la diatreta (dal greco diatretos, traforato) Trivulzio. Magnifica coppa di vetro incolore, intagliata da un unico blocco, in modo da formare una rete traforata di vetro di altre colorazioni, verde, nocciola e azzurro. Esistono pochissimi esemplari al mondo di manufatti simili. Questo è l´unico integro, e ancora oggi non si capisce come sia stato possibile realizzarlo.