Quattro passi nel Foro romano
di Mimmo Varone
Martedì 29 Maggio 2007 Brescia Oggi
Per la fine dell’estate sarà pronta la «passeggiata archeologica» in via Musei. 300 mila euro per recuperare i tetti del Capitolium
Da due anni il tempio era chiuso, dopo sei mesi di lavoro tornerà a splendere
Un tassello dopo l’altro comincia a mostrarsi il mosaico della «passeggiata archeologica» lungo via Musei. Entro l’estate si concluderanno i lavori alle coperture della cella centrale e delle due laterali che compongono il Tempio Capitolino. I bresciani (e i turisti) potranno di nuovo varcare le soglie del monumento di epoca Flavia (I secolo dopo Cristo), da oltre due anni vietate proprio a causa delle condizioni delle coperture deteriorate, insieme all’intera area capitolina.
Ieri l’assessore ai Lavori pubblici Valter Braghini ha proposto una visita al cantiere, con i progettisti e direttori dei lavori Gianni e Luca Pellegrinelli, che hanno programmato una sequenza di delicati interventi di restauro e consolidamento con il criterio della conservazione. Vale a dire che hanno cercato il più possibile di «curare» i materiali esistenti e di riutilizzarli. Li hanno sostituiti con «protesi» nuove solo quando non era possibile fare altrimenti. Il segreto è tutto lì. Quando le porte del Capitolium si apriranno, chi alza gli occhi verso l’alto della cella centrale vedrà le volte esattamente com’erano, fatte di paglia e calce. Non si accorgerà del lungo lavoro che c’è oltre quelle volte, tra le centinature che sostengono le volte stesse e le capriate del tetto. Le centinature risalgono all’epoca del Vantini (fine 1800), e fin dal 2001 progettisti e direzione scientifica (Filli Rossi della Sovrintendenza Archeologica, la direttrice di Brescia Musei Renata Stradiotti, con Elena Ragni e Francesca Morandini) hanno commissionato un’indagine sullo stato delle coperture, in seguito al quale hanno deciso per la conservazione.
Cambiare sarebbe stato più semplice, ma avrebbe tolto al Capitolium una parte del suo fascino. Dall’estate, invece, anche le capriate delle due celle laterali (orientale e occidentale) appariranno ai visitatori com’erano. Le travi di larice (risalgono agli anni Sessanta) sono state ripulite e rimesse a posto. Le parti incastrate nelle pareti erano marcite per l’umidità, e sono state sostituite con «protesi» di rovere invecchiato 100 anni - spiegano i progettisti -, scovato anche al di fuori di Brescia.
La «grande nevicata» dell’86 aveva mandato fuori sede alcune travi e ne aveva deformato altre con il suo peso. Tutto è stato rimesso a posto. La verità - ammette Braghini - è che ci sarebbe stato bisogno di manutenzione ordinaria, a suo tempo, ma non è stata fatta. E oggi si è resa necessaria quella straordinaria, costata 300 mila euro e sei mesi di lavoro.
Ma una volta fatto, il Capitolium diventerà il fulcro di un percorso archeologico che comincerà appena alla sua destra, da palazzo Maggi-Gambara, porta di accesso all’intero itinerario. Dopodichè si potrà ammirare il Tempio tardo-repubblicano (I secolo aC) sotto casa Pallaveri a sinistra del Capitolino. Ci si potrà aggirare tra le celle del Capitolium senza il rischio che qualche tavella di stacchi dal tetto (proprio questi distacchi ne avevano consigliato la chiusura) e addentrarsi nei camminamenti attorno alla cavea del teatro di epoca imperiale (I-III secolo dC). Da lì, poi, si potrà decidere di scendere nei sotterranei di palazzo Martinengo per visitare le tracce delle terme, oppure dirigersi verso piazzetta Labus dove si affacciano i resti della basilica romana. E scendendo un po’ in giù, arrivare alle domus dell’Ortaglia in Santa Giulia.
Il piano per il recupero complessivo supera i 5 milioni di euro, a fronte dei quali i 300 mila spesi per i tetti del Capitolium sembrano spiccioli. Ma non sempre le cose costose sono le più preziose.
di Mimmo Varone
Martedì 29 Maggio 2007 Brescia Oggi
Per la fine dell’estate sarà pronta la «passeggiata archeologica» in via Musei. 300 mila euro per recuperare i tetti del Capitolium
Da due anni il tempio era chiuso, dopo sei mesi di lavoro tornerà a splendere
Un tassello dopo l’altro comincia a mostrarsi il mosaico della «passeggiata archeologica» lungo via Musei. Entro l’estate si concluderanno i lavori alle coperture della cella centrale e delle due laterali che compongono il Tempio Capitolino. I bresciani (e i turisti) potranno di nuovo varcare le soglie del monumento di epoca Flavia (I secolo dopo Cristo), da oltre due anni vietate proprio a causa delle condizioni delle coperture deteriorate, insieme all’intera area capitolina.
Ieri l’assessore ai Lavori pubblici Valter Braghini ha proposto una visita al cantiere, con i progettisti e direttori dei lavori Gianni e Luca Pellegrinelli, che hanno programmato una sequenza di delicati interventi di restauro e consolidamento con il criterio della conservazione. Vale a dire che hanno cercato il più possibile di «curare» i materiali esistenti e di riutilizzarli. Li hanno sostituiti con «protesi» nuove solo quando non era possibile fare altrimenti. Il segreto è tutto lì. Quando le porte del Capitolium si apriranno, chi alza gli occhi verso l’alto della cella centrale vedrà le volte esattamente com’erano, fatte di paglia e calce. Non si accorgerà del lungo lavoro che c’è oltre quelle volte, tra le centinature che sostengono le volte stesse e le capriate del tetto. Le centinature risalgono all’epoca del Vantini (fine 1800), e fin dal 2001 progettisti e direzione scientifica (Filli Rossi della Sovrintendenza Archeologica, la direttrice di Brescia Musei Renata Stradiotti, con Elena Ragni e Francesca Morandini) hanno commissionato un’indagine sullo stato delle coperture, in seguito al quale hanno deciso per la conservazione.
Cambiare sarebbe stato più semplice, ma avrebbe tolto al Capitolium una parte del suo fascino. Dall’estate, invece, anche le capriate delle due celle laterali (orientale e occidentale) appariranno ai visitatori com’erano. Le travi di larice (risalgono agli anni Sessanta) sono state ripulite e rimesse a posto. Le parti incastrate nelle pareti erano marcite per l’umidità, e sono state sostituite con «protesi» di rovere invecchiato 100 anni - spiegano i progettisti -, scovato anche al di fuori di Brescia.
La «grande nevicata» dell’86 aveva mandato fuori sede alcune travi e ne aveva deformato altre con il suo peso. Tutto è stato rimesso a posto. La verità - ammette Braghini - è che ci sarebbe stato bisogno di manutenzione ordinaria, a suo tempo, ma non è stata fatta. E oggi si è resa necessaria quella straordinaria, costata 300 mila euro e sei mesi di lavoro.
Ma una volta fatto, il Capitolium diventerà il fulcro di un percorso archeologico che comincerà appena alla sua destra, da palazzo Maggi-Gambara, porta di accesso all’intero itinerario. Dopodichè si potrà ammirare il Tempio tardo-repubblicano (I secolo aC) sotto casa Pallaveri a sinistra del Capitolino. Ci si potrà aggirare tra le celle del Capitolium senza il rischio che qualche tavella di stacchi dal tetto (proprio questi distacchi ne avevano consigliato la chiusura) e addentrarsi nei camminamenti attorno alla cavea del teatro di epoca imperiale (I-III secolo dC). Da lì, poi, si potrà decidere di scendere nei sotterranei di palazzo Martinengo per visitare le tracce delle terme, oppure dirigersi verso piazzetta Labus dove si affacciano i resti della basilica romana. E scendendo un po’ in giù, arrivare alle domus dell’Ortaglia in Santa Giulia.
Il piano per il recupero complessivo supera i 5 milioni di euro, a fronte dei quali i 300 mila spesi per i tetti del Capitolium sembrano spiccioli. Ma non sempre le cose costose sono le più preziose.