Riaffiora una villa romana
Paolo Brogi
06/05/2006, Corriere della Sera, Roma
Pavimenti in mosaico, le terme e una testa «augustea» U
Una villa romana di età augustea con tre finissimi pavimenti in mosaico geometrico e in cocciopesto «scutulatum» policromo, con venature rosse. Completa di una grande cisterna col tetto a botte e archi interni, una cisterna più piccola, un paio di pozzi, canalizzazioni varie, due grandi «impluvi» in pietra che erano al centro dei rispettivi atrii e dulcis in fundis un sistema termale annesso.
Roma continua a far riemergere meraviglie. Stavolta a Castelverde, nel quadrante est. Non solo: in questa nuova scoperta archeologica alle porte di Roma è stata rinvenuta in fondo a un pozzo una mirabile testa «augustea» a grandezza naturale, parte di una statua andata perduta, ora affidata ai restauratori del Museo Romano di Palazzo Massimo dove verrà poi esposta.
Quadrante est della città, tra Prenestina e Tiburtina, nei pianori pieni di gibbosità che si avvicinano a Guidonia Montecelio e Tivoli con sul lontano sfondo Palombara Sabina, tra la Tav, 1'A24, vie consolari e case in costruzione.
A Lunghezzina sta sorgendo un quartiere, piuttosto anonimo, di edilizia popolare (legge 167). Molti palazzi sono già in piedi, altri attendono i sondaggi archeologici che per legge devono verificare la presenza di eventuali preesistenze che nella zona sono tutt'altro che remote. Tre anni fa, infatti, a meno di 500 metri dal ritrovamento attuale, fu scoperta un'altra villa che riservava un tesoro inaspettato: un mucchio di monete (88 in argento e 2 in oro) di età augustea che il proprietario dell'immobile, così si presume, aveva nascosto in un muro.
Non solo: nelle vicinanze, oltre a tombe romane di età imperiale, sono state rintracciate anche dieci tombe eneolitiche del 3600 a.C. con relativi corredi.
Nella zona qualche archeologo colloca l'antica città di Collazia, ma gli scopritori della villa guidati dall'archeologo Stefano Musco e dal suo assistente Michele Vitale (scopritore materiale della vìlla) propendono invece per una diversa dislocazione dell'antica città più in direzione della Rustica riservando a questo sito una vocazione fondamentalmente agricola.
La villa trovata ora giaceva a un metro di profondità sotto il terriccio, in cima a un poggetto sui cui svettano sette pini marittimi piantati dai contadini. E quando gli archeologi della sovrintendenza l'hanno riportata alla luce hanno anche scoperto che varie parti della villa erano state in passato «colpite» dall'aratro, presentando lunghi solchi che attraversano le murature sussistenti. Bellissimi appaiono i mosaici a motivi geometrici, realizzati con tessere nere di basalto e tessere chiare di calcare. Altrettanto belli gli ambienti a cocciopesto colorato di rosso. Difficile al momento invece l'attribuzione della proprietà, certamente di un personaggio ricco e influente, nonché quella della testa ritrovata (probabilmente raffigurante Augusto). Amarezza infine negli archeologi che come decine e decine di altri casi, con le ville e le tombe che (come recentemente a Tor Cervara) riemergono dal terreno, sono costretti in assenza di una politica reale di valorizzazione a ricoprire di terra questi tesori. Intanto a Borghesiana, nei pressi di via Maida, sta venendo alla luce un'altra villa romana.
Paolo Brogi
06/05/2006, Corriere della Sera, Roma
Pavimenti in mosaico, le terme e una testa «augustea» U
Una villa romana di età augustea con tre finissimi pavimenti in mosaico geometrico e in cocciopesto «scutulatum» policromo, con venature rosse. Completa di una grande cisterna col tetto a botte e archi interni, una cisterna più piccola, un paio di pozzi, canalizzazioni varie, due grandi «impluvi» in pietra che erano al centro dei rispettivi atrii e dulcis in fundis un sistema termale annesso.
Roma continua a far riemergere meraviglie. Stavolta a Castelverde, nel quadrante est. Non solo: in questa nuova scoperta archeologica alle porte di Roma è stata rinvenuta in fondo a un pozzo una mirabile testa «augustea» a grandezza naturale, parte di una statua andata perduta, ora affidata ai restauratori del Museo Romano di Palazzo Massimo dove verrà poi esposta.
Quadrante est della città, tra Prenestina e Tiburtina, nei pianori pieni di gibbosità che si avvicinano a Guidonia Montecelio e Tivoli con sul lontano sfondo Palombara Sabina, tra la Tav, 1'A24, vie consolari e case in costruzione.
A Lunghezzina sta sorgendo un quartiere, piuttosto anonimo, di edilizia popolare (legge 167). Molti palazzi sono già in piedi, altri attendono i sondaggi archeologici che per legge devono verificare la presenza di eventuali preesistenze che nella zona sono tutt'altro che remote. Tre anni fa, infatti, a meno di 500 metri dal ritrovamento attuale, fu scoperta un'altra villa che riservava un tesoro inaspettato: un mucchio di monete (88 in argento e 2 in oro) di età augustea che il proprietario dell'immobile, così si presume, aveva nascosto in un muro.
Non solo: nelle vicinanze, oltre a tombe romane di età imperiale, sono state rintracciate anche dieci tombe eneolitiche del 3600 a.C. con relativi corredi.
Nella zona qualche archeologo colloca l'antica città di Collazia, ma gli scopritori della villa guidati dall'archeologo Stefano Musco e dal suo assistente Michele Vitale (scopritore materiale della vìlla) propendono invece per una diversa dislocazione dell'antica città più in direzione della Rustica riservando a questo sito una vocazione fondamentalmente agricola.
La villa trovata ora giaceva a un metro di profondità sotto il terriccio, in cima a un poggetto sui cui svettano sette pini marittimi piantati dai contadini. E quando gli archeologi della sovrintendenza l'hanno riportata alla luce hanno anche scoperto che varie parti della villa erano state in passato «colpite» dall'aratro, presentando lunghi solchi che attraversano le murature sussistenti. Bellissimi appaiono i mosaici a motivi geometrici, realizzati con tessere nere di basalto e tessere chiare di calcare. Altrettanto belli gli ambienti a cocciopesto colorato di rosso. Difficile al momento invece l'attribuzione della proprietà, certamente di un personaggio ricco e influente, nonché quella della testa ritrovata (probabilmente raffigurante Augusto). Amarezza infine negli archeologi che come decine e decine di altri casi, con le ville e le tombe che (come recentemente a Tor Cervara) riemergono dal terreno, sono costretti in assenza di una politica reale di valorizzazione a ricoprire di terra questi tesori. Intanto a Borghesiana, nei pressi di via Maida, sta venendo alla luce un'altra villa romana.