lunedì 31 agosto 2009

MARCO AURELIO PROBO. L’imperatore delle monete

MARCO AURELIO PROBO. L’imperatore delle monete
Lunedì 31 Agosto 2009 CULTURA Pagina 39 - L'ARENA

ESPOSTO AL MUSEO ARCHEOLOGICO UN CAMPIONARIO DI DENARI FATTI CONIARE DA MARCO AURELIO PROBO

Nel 1876 a Venèra di Sanguinetto ne vennero ritrovate oltre 50mila, quasi tutte catalogate

È un imperatore romano poco noto, ma i cui discendenti si insediarono proprio nel Veronese, in quel territorio che oggi è Colà di Lazise. Lui, Marco Aurelio Probo, ha regnato per soli sei anni, dal 276 al 282 d.C., uno spazio breve in cui però si è trovato a concludere la pace con i Persiani, a condurre campagne vittoriose contro i Germani, a reprimere un tentativo di usurpazione nelle Gallie e a celebrare il trionfo a Roma nel 281. L'anno dopo è stato ucciso dai suoi soldati. Ma, al di là dei suoi meriti militari, Probo può essere considerato «l'imperatore delle monete»: sotto il suo regno ne sono state emesse diverse migliaia, un campione delle quali è esposto in una piccola interessante mostra al Museo Archeologico del Teatro Romano, aperta fino al 4 ottobre. L'esposizione è la quarta della serie denominata «In visibilia» ed è stata allestita in occasione della pubblicazione di «La monetazione di Probo a Roma, 276-282 d.C.» di Jean Guillemain, oggi capo del Servizio di documentazione sul libro e la lettura della della Bibliothèque Nationale de France, che ha vissuto a Verona per diversi anni, per poter esaminare una per una le migliaia di monete di questo imperatore.
Le monete, come si sa, provengono da quell'autentico tesoro che è il ripostiglio della Venèra, a sud di Verona, rinvenuto per caso nel 1876, che contava in origine più di 50mila pezzi, di cui ben 45873 si conservano oggi nei Musei Civici d'arte cittadini, e di cui s'è iniziata una nuova catalogazione, affidata al prestigioso Cabinet des Médailles della Bibliothèque Nationale de France di Parigi in collaborazione con il Centre National de la Recherche Scientifique. I lavori, iniziati nel 1981, hanno portato alla pubblicazione di quattro volumi, relativi a diversi imperatori. Con l'opera di Guillemain dedicata alla monetazione di Probo, parte di quel «Ripostiglio della Venèra. Nuovo catalogo illustrato» edito da Comune di Verona e Civici Musei d'Arte, a cura di Jean-Baptiste Giard e Denise Modonesi, si è alla penultima tappa della pluridecennale fatica.
Il libro, che si indirizza alla comunità scientifica ma che presenta molti motivi d'interesse per gli appassionati di numismatica, prende in esame 4880 «antoniniani» (pezzi del peso di un po' meno di 4 grammi e del diametro di 20-25 millimetri) emessi dalla Zecca di Roma. Dopo una introduzione, il capitolo «Emissione e circolazione» comprende: Classificazione e cronologia della monetazione; metrologia; funzionamento della zecca; circolazione monetale; monete false e dubbie; fonti e bibliografia. Il capitolo «Tipologia» è suddiviso in: codici e simboli; antoniniani; monete di celebrazione; indici.
Il volume si completa col catalogo delle monete del ripostiglio della Venèra e con le tavole che illustrano 539 antoniniani romani di Probo.
Il lavoro di Guillemain è sottolineato in catalogo da Paola Marini, direttrice dei Civici musei d'arte e monumenti, e da Margherita Bolla, curatrice dei Musei archeologico e maffeiano. «Il suo studio sulle monete - rilevano - è stato condotto secondo i più aggiornati metodi della numismatica, approfondendo l'evoluzione dei busti e delle legende al diritto, la variazione dei tipi e dei contrassegni d'officina al rovescio, individuando legami di conio, registrando variazioni di peso. L'insieme di tali dati ha consentito di chiarire la successione cronologica delle emissioni monetali, apportando interessanti precisazioni alla conoscenza di un periodo ancora poco conosciuto della storia di Roma».
«Non va però dimenticato - aggiungono - che la fatica di tutti questi studiosi non avrebbe potuto concretizzarsi senza l'impegno, la competenza e la dedizione di Denise Modonesi, conservatrice della Sezione Numismatica». L'esposizione di monete, che con l'edizione del ricco volume rappresenta un ulteriore passo nella valorizzazione dei materiali rinvenuti alla Venèra, offre ai veronesi un contatto col poco conosciuto Probo e, magari, con l'altrettanto poco noto museo archeologico al Teatro Romano, mèta di visitatori in gran parte non veronesi.