Gita fuori porta per vedere le «colonnacce»
Nica Fiori
28/04/2006, Il Giornale
Un'area archeologica di grande interesse storico e naturalistico, ma di norma non aperta al pubblico, è quella di Portus, l'antico porto di Roma di età imperiale che affiancò e poi soppiantò il primitivo approdo di Ostia alla foce del Tevere. Fu l'imperatore Claudio a far scavare un grande bacino di circa 100 ettari (inaugurato in realtà da Nerone nel 64 dopo Cristo), più interno rispetto alla foce del Tevere (nell'attuale Fiumicino). Mezzo secolo più tardi, poiché vi erano continui insabbiamenti dovuti ai detriti fluviali, Traiano aggiunse nell'entroterra un altro bacino, comunicante con il primo, dall'inconsueta forma esagonale. Sarebbe stato molto più semplice fare un quadrato o un cerchio, ma il quadrato presentava quattro angoli di 90 gradi, inutilizzabili per l'attracco delle navi, mentre la linea curva del cerchio avrebbe favorito il moto ondoso, e fu così che l'architetto Apollodoro di Damasco ebbe la felice idea di realizzare un esagono. Per rendere più facile la presa di acqua venne scavato un canale, detto fossa Traiana (ora canale di Fiumicino), che delimitava con il Tevere e il mare un'ampia area di terreno chiamata poi Isola Sacra. La Soprintendenza archeologica di Ostia antica organizza visite guidate gratuite al complesso di Porto il primo sabato e l'ultima domenica di ogni mese. Anche se la situazione geografica è molto cambiata, con un po' di fantasia ci si può immergere nel vissuto storico di un passato affascinante, quando nel luogo giungevano le merci provenienti dalle province di un impero vastissimo. I visitatori sono subito colpiti dalla presenza di imponenti ruderi con grandi colonne bugnate di travertino, che dovevano costituire la prima visione monumentale per chi giungeva dal mare. Sono le cosiddette «colonnacce» del portico di Claudio, che segnarono poi il limite tra l'area dei due porti, quando Traiano le riutilizzò, chiudendone gli intervalli, come magazzini e uffici. Proseguendo lungo un percorso ombroso si giunge alla darsena, dove venivano sistemate le navi durante i mesi invernali di forzata inattività. Invasa in parte da erbacce, ospita nutrie e carpe. Continuando a camminare, dopo aver visitato i resti di imponenti magazzini imperiali, si arriva al casino di caccia dei Torlonia, un tempo proprietari della tenuta, che venne da loro bonificata piantandovi gli eucalipti e al bacino esagonale ancora pieno d'acqua, ma visibile solo attraverso una rete di recinzione. Le prossime visite sono oggi e sabato 3 giugno, alle ore 9.30. L'appuntamento è in via Alessandro Guidoni davanti al Museo delle Navi.
Nica Fiori
28/04/2006, Il Giornale
Un'area archeologica di grande interesse storico e naturalistico, ma di norma non aperta al pubblico, è quella di Portus, l'antico porto di Roma di età imperiale che affiancò e poi soppiantò il primitivo approdo di Ostia alla foce del Tevere. Fu l'imperatore Claudio a far scavare un grande bacino di circa 100 ettari (inaugurato in realtà da Nerone nel 64 dopo Cristo), più interno rispetto alla foce del Tevere (nell'attuale Fiumicino). Mezzo secolo più tardi, poiché vi erano continui insabbiamenti dovuti ai detriti fluviali, Traiano aggiunse nell'entroterra un altro bacino, comunicante con il primo, dall'inconsueta forma esagonale. Sarebbe stato molto più semplice fare un quadrato o un cerchio, ma il quadrato presentava quattro angoli di 90 gradi, inutilizzabili per l'attracco delle navi, mentre la linea curva del cerchio avrebbe favorito il moto ondoso, e fu così che l'architetto Apollodoro di Damasco ebbe la felice idea di realizzare un esagono. Per rendere più facile la presa di acqua venne scavato un canale, detto fossa Traiana (ora canale di Fiumicino), che delimitava con il Tevere e il mare un'ampia area di terreno chiamata poi Isola Sacra. La Soprintendenza archeologica di Ostia antica organizza visite guidate gratuite al complesso di Porto il primo sabato e l'ultima domenica di ogni mese. Anche se la situazione geografica è molto cambiata, con un po' di fantasia ci si può immergere nel vissuto storico di un passato affascinante, quando nel luogo giungevano le merci provenienti dalle province di un impero vastissimo. I visitatori sono subito colpiti dalla presenza di imponenti ruderi con grandi colonne bugnate di travertino, che dovevano costituire la prima visione monumentale per chi giungeva dal mare. Sono le cosiddette «colonnacce» del portico di Claudio, che segnarono poi il limite tra l'area dei due porti, quando Traiano le riutilizzò, chiudendone gli intervalli, come magazzini e uffici. Proseguendo lungo un percorso ombroso si giunge alla darsena, dove venivano sistemate le navi durante i mesi invernali di forzata inattività. Invasa in parte da erbacce, ospita nutrie e carpe. Continuando a camminare, dopo aver visitato i resti di imponenti magazzini imperiali, si arriva al casino di caccia dei Torlonia, un tempo proprietari della tenuta, che venne da loro bonificata piantandovi gli eucalipti e al bacino esagonale ancora pieno d'acqua, ma visibile solo attraverso una rete di recinzione. Le prossime visite sono oggi e sabato 3 giugno, alle ore 9.30. L'appuntamento è in via Alessandro Guidoni davanti al Museo delle Navi.