Eccezionali ritrovamenti negli scavi della Soprintendenza. Foro di Cesare: trovate altre tombe sotto c'è una necropoli del Bronzo
Paolo Brogi
Corriere della Sera, Roma, 3 aprile 2006
Sotto il Foro di Cesare quattro tombe a capanna una necropoli del Bronzo
Ritrovamento archeologico eccezionale ai Fori, mentre si discute sul loro futuro. Da sotto il pavimento del Foro di Cesare riaffiora una necropoli dell'età del Bronzo. Dopo la tomba dell'XI secolo a.C, scoperta in gennaio, individuate altre tre sepolture a «capanna» dei popoli pre-romani.
Mentre si discute con passione rinnovata sul futuro della via dei Fori Imperiali, con lo scopo di ricucire la ferita in-ferta con lo stradone voluto dai fascismo e di restaurare la continuità dell'area archeologica, dal Foro di Cesare trapela una nuova importante scoperta archeologica: una necropoli del Bronzo. Individuate infatti altre tre tombe a cavallo tra età del Bronzo ed Età del Ferro, collocabili intorno all'XI secolo a.C, che si vanno ad aggiungere a quella dell'alto dignitario scoperta con grande emozione dagli archeologi del Comune all'inizio dell'anno.
Roma prima di Roma. In-somma, fine dell'XI secolo a.C, molto prima dunque della fondazione della città: a questo periodo, passaggio dall'età del Bronzo a quella dei Ferro, risale dunque la necropoli che sta riemergendo da sotto la pavimentazione del Foro di Cesare, durante la fortunata campagna di scavi condotta dalla sovrintendenza archeologica comunale in collaborazione con quella di stato. À testimoniarlo è ora questo secondo ritrovamento eccezionale, dunque, per gli archeologi della Sovrintendenza guidata dal professor
Eugenio La Rocca, dopo quello a inizio gennaio della ricca tomba di un alto dignitario.
Altre tombe di questa epoca erano già state trovate in passato nel Foro di Augusto, intorno al 2000, e nei pressi di San Lorenzo in Miranda, all'inizio del secolo scorso. Mai però una necropoli vera e propria, semmai l'idea di un sistema sporadico di sepolture ai bordi dell'insediamento. Insediamenti protostorici che come quello scoperto da poco sull'arce capitolina, durante gli scavi per la sistemazione del giardino antico e la ricollocazione del Marc'Aurelio, risalgono allo stesso periodo.
All'inizio di gennaio, dunque, quando è riemerso l'importante loculo a incinerazione di un alto dignitario, con all'interno l'urna cineraria, otto vasi, le miniature di armi in bronzo e resti di uccelli secondo le abitudini di munire il de-
funto di un corredo utile al trapasso nel regno dei morti, è scattato un interrogativo: tomba isolata o parte di una necropoli più vasta? E subito, nell'equipe di scavo messa insieme dall'archeologa Silvana Rizzo (ora in forze al ministero dei Beni Culturali per una serie di progetti di cooperazione all'estero) e attualmente gestita da Roberto Meneghini e Riccardo Santangeli Valenziani, è stata formulata la speranza che l'area dei Fori abbia ospitato in epoca protostorica una necropoli per alti dignitari.
A orientare le ricerche verso la necropoli dei capoclan degli insediamenti protostorici è stato allora il grande «tappo» a capanna che chiudeva il pozzetto a cilindro dell'alto dignitario. Tre mesi dopo la prima scoperta, ecco affiorare altri tre tappi, ben conservati dal pavimento del Foro. Sotto i tappi gli archeologi sperano ora di trovare infatti corredi importanti comprensivi di lucerne, scodelle e altri reperti votivi in ceramica da impasto, su argilla non depurata, lavorati a mano. Dopo i ritrovamenti del Tempio della Pace e della Capanna delle Vestali, i Fori continuano a restituire meraviglie.
Paolo Brogi
Corriere della Sera, Roma, 3 aprile 2006
Sotto il Foro di Cesare quattro tombe a capanna una necropoli del Bronzo
Ritrovamento archeologico eccezionale ai Fori, mentre si discute sul loro futuro. Da sotto il pavimento del Foro di Cesare riaffiora una necropoli dell'età del Bronzo. Dopo la tomba dell'XI secolo a.C, scoperta in gennaio, individuate altre tre sepolture a «capanna» dei popoli pre-romani.
Mentre si discute con passione rinnovata sul futuro della via dei Fori Imperiali, con lo scopo di ricucire la ferita in-ferta con lo stradone voluto dai fascismo e di restaurare la continuità dell'area archeologica, dal Foro di Cesare trapela una nuova importante scoperta archeologica: una necropoli del Bronzo. Individuate infatti altre tre tombe a cavallo tra età del Bronzo ed Età del Ferro, collocabili intorno all'XI secolo a.C, che si vanno ad aggiungere a quella dell'alto dignitario scoperta con grande emozione dagli archeologi del Comune all'inizio dell'anno.
Roma prima di Roma. In-somma, fine dell'XI secolo a.C, molto prima dunque della fondazione della città: a questo periodo, passaggio dall'età del Bronzo a quella dei Ferro, risale dunque la necropoli che sta riemergendo da sotto la pavimentazione del Foro di Cesare, durante la fortunata campagna di scavi condotta dalla sovrintendenza archeologica comunale in collaborazione con quella di stato. À testimoniarlo è ora questo secondo ritrovamento eccezionale, dunque, per gli archeologi della Sovrintendenza guidata dal professor
Eugenio La Rocca, dopo quello a inizio gennaio della ricca tomba di un alto dignitario.
Altre tombe di questa epoca erano già state trovate in passato nel Foro di Augusto, intorno al 2000, e nei pressi di San Lorenzo in Miranda, all'inizio del secolo scorso. Mai però una necropoli vera e propria, semmai l'idea di un sistema sporadico di sepolture ai bordi dell'insediamento. Insediamenti protostorici che come quello scoperto da poco sull'arce capitolina, durante gli scavi per la sistemazione del giardino antico e la ricollocazione del Marc'Aurelio, risalgono allo stesso periodo.
All'inizio di gennaio, dunque, quando è riemerso l'importante loculo a incinerazione di un alto dignitario, con all'interno l'urna cineraria, otto vasi, le miniature di armi in bronzo e resti di uccelli secondo le abitudini di munire il de-
funto di un corredo utile al trapasso nel regno dei morti, è scattato un interrogativo: tomba isolata o parte di una necropoli più vasta? E subito, nell'equipe di scavo messa insieme dall'archeologa Silvana Rizzo (ora in forze al ministero dei Beni Culturali per una serie di progetti di cooperazione all'estero) e attualmente gestita da Roberto Meneghini e Riccardo Santangeli Valenziani, è stata formulata la speranza che l'area dei Fori abbia ospitato in epoca protostorica una necropoli per alti dignitari.
A orientare le ricerche verso la necropoli dei capoclan degli insediamenti protostorici è stato allora il grande «tappo» a capanna che chiudeva il pozzetto a cilindro dell'alto dignitario. Tre mesi dopo la prima scoperta, ecco affiorare altri tre tappi, ben conservati dal pavimento del Foro. Sotto i tappi gli archeologi sperano ora di trovare infatti corredi importanti comprensivi di lucerne, scodelle e altri reperti votivi in ceramica da impasto, su argilla non depurata, lavorati a mano. Dopo i ritrovamenti del Tempio della Pace e della Capanna delle Vestali, i Fori continuano a restituire meraviglie.