giovedì 27 agosto 2009

Passioni nella Roma antica: vita di Sorano da Efeso,che amava e curava le donne

l’Unità 27.8.09
Passioni nella Roma antica: vita di Sorano da Efeso,che amava e curava le donne
di Roberto Brunelli

Un viaggio fascinoso tra le pieghe dell’impero romano, alla scoperta di Sorano da Efeso, medico ellenico diviso tra la passione per una patrizia, una schiava etiope e un’ex prostituta. È il nuovo romanzo di Romano Forleo.

Nato nella colta Efeso quando i patrizi romani si facevano curare solo da medici ellenici, figlio della rispettata ostetrica Fede e del vasaio Menandro, Sorano è un uomo che amava le donne. Al punto da diventare il primo ostetrico dell’antichità, fondatore della ginecologia, autore del trattato “Gynaecea” ovvero «Le malattie delle donne». Le amava al punto da sgridare le medicae ignoranti che saltano sulla pancia delle partorienti, da sfidare l’ira dei centurioni per gli esiti infausti di tanti parti dell’epoca, da rischiare la vita curando le piaghe delle cristiane perseguitate dall’Impero negli ambulatori clandestini sugli argini del Tevere.
Romano Forleo, ginecologo di fama, docente universitario, membro del comitato nazionale di Bioetica, ne L’uomo che curava le donne (Electa Edizioni, 20 euro) ricostruisce in veste romanzata la vita di Sorano da Efeso: l’infanzia in Asia Minore, gli studi ad Alessandria d’Egitto, la fascinazione per Roma, il buen retiro agreste della maturità accompagnato dai giovani figli.
EROS E AMORE MATERNO
Un affresco singolare che coniuga il successo professionale del giovane studioso, la cui «taberna» accresce man mano il numero di locali e di «medicae» da istruire, con la sua irrequieta vita sentimentale tra l’infatuazione adolescenziale per Domizia e la passione per la schiava etiope Hagar, ma sempre all’ombra dell’amore mai consumato per Giulia, amica di famiglia e sensuale moglie di un magistrato romano. Eppure, Sorano finirà per sposare Prisca, ex prostituta conosciuta in un lupanare e ritrovata come allieva infermiera, convertita al cristianesimo, che lo ammonirà a non confondere eros e amore materno.
Sullo sfondo, la vita politica decadente dell’Urbe, la corruzione, i tumulti razziali e religiosi, le persecuzioni contro i giudei e l’austera «setta dei cristiani». Mentre si succedono gli imperatori: l’incendiario Nerone, Adriano così promettente e infine deludente, Antonino intenzionato a riportare la pace in territori lacerati.
Le pagine più fascinose del libro riguardano la medicina di allora, tra filosofia aristotelica e rimedi naturali. Fede è «sacerdotessa» eppure viene pagata solo in caso di guarigione e, se la prognosi è infausta, può rifiutare le cure e mandare il paziente al tempio di Esculapio. Sorano applica decotti di erbe e impiastri di polveri minerali, «aggiusta le ossa» con ferri e coltelli affilati, anestetizza con semi di oppio cotto nel vino, cura la pelle con impacchi di malva, somministra vino al miele contro la nausea. Nel tempo amplia la sua farmacia, studia la contraccezione, tenta di curare l’omosessualità con bacche di bella donna e radici di mandragora, scopre innovative techinche di parto.
Tuttavia, la vera protagonista è Roma, e tra le righe traspare l’amore dell’autore per la sua città: «Immensa. Palazzi imponenti, templi e teatri ovunque. Belle case dipinte di azzurro. Fiori e giardini». Il tracciato della Via Appia, le monumentali Terme di Traiano, gorgoglianti zampilli di fontane, le querce del Celio: in ogni angolo si riflettono lo stupore e la meraviglia nel cuore del giovane provinciale destinato a entrare nella storia della medicina.