La villa romana di Casignana
Aristide Bava
02/06/2006, La Gazzetta del Sud
Ricca di mosaici eccezionali è destinata a divenire un grande motivo di attrazione per il turismo nazionale e internazionale
Uno dei siti archeologici più importanti della Calabria, riaperto al pubblico, nasconde ancora molti segreti
La scorsa estate, per il secondo anno consecutivo è stata aperta al pubblico, la Villa Romana di Contrada Palazzi di Casignana, uno dei siti archeologici più importanti della Calabria. L'area archeologica in questione si estende per circa 10 ettari a monte e a mare della SS. 106 jonica, tra i centri abitati di Bovalino e Bianco, in provincia di Reggio Calabria. Il suo nucleo centrale e monumentale, cui si riferiscono i ruderi oggi visibili, è rappresentato da una grande villa extraurbana che costituisce uno dei complessi più importanti di epoca romana dell'Italia Meridionale, e conserva il più vasto nucleo di mosaici finora noto in Calabria. La villa, sorta probabilmente nel corso del I secolo d.C., in una zona già frequentata in età greca, raggiunse il massimo splendore nel IV secolo d.C., per essere abbandonata nel V secolo, anche se l'area continuò a essere frequentata fino al VII secolo d.C. La «scoperta» della villa avvenne nel 1963, quando una trincea per la posa in opera dell'acquedotto della ex Cassa per il Mezzogiorno riportò casualmente alla luce, distruggendone in parte, strutture e pavimenti a mosaico. Dopo alcuni interventi limitati, negli anni immediatamente successivi, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria avviò l'esplorazione sistematica del nucleo termale della villa, con campagne annuali dal 1981 al 1989. A partire dal 1998 il Comune di Casignana, in collaborazione e con la supervisione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, ha intrapreso e realizzato una serie di interventi di vario genere, diretti alla valorizzazione e alla fruizione della Villa di Palazzi con la costituzione di un Parco Archeologico. Il fondamentale processo di acquisizione, da parte del Comune, di gran parte delle aree sottoposte a vincolo archeologico, ha consentito di estendere le indagini non solo a monte della 106, ma anche nella zona tra la strada e la ferrovia, dove erano da tempo visibili imponenti ruderi, mai scavati perché in terreni di proprietà privata. Poi, con il successivo contributo della Comunità Montana «Aspromonte Orientale», sono stati acquisiti i fabbricati moderni insistenti sui resti della villa, alcuni dei quali destinati a essere riqualificati e utilizzati per sale espositive e di documentazione. Dal 1999 a oggi, una serie di campagne di scavo archeologico in estensione hanno portato alla luce parti del complesso monumentale ancora sepolte e hanno consentito la scoperta di numerosi ambienti pavimentali a mosaico. Contestualmente, la realizzazione di un sistema di copertura provvisoria a protezione degli ambienti, ha permesso l'avvio di una serie di interventi di pulizia e restauro delle pavimentazioni usive già messe in luce. Dal 2002 una collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria e l'Amministrazione Comunale con l'Istituto Centrale per il Restauro di Roma, ha permesso di avviare, negli ambienti mosaicati del complesso residenziale, una serie di cantieri scuola che hanno già portato al completamento del restauro della cosiddetta «Sala delle quattro stagioni». Nonostante il grande rilievo storico-artistico, la Villa di Palazzi di Casignana, per ragioni di tutela, non era mai stata aperta ai visitatori, anche se è in fase di completamento la costruzione di un consorzio fra enti per la gestione del bene. Per tale motivo, nonostante i lavori per la realizzazione del Parco archeologico siano ancora in corso, si è deciso di tracciare, nel momento di maggior afflusso turistico dell'anno, in quella zona, vale a dire nel mese di agosto, un percorso di visita provvisorio all'interno del cantiere di scavo e di restauro. Gli ultimi scavi condotti nel 2005 hanno permesso l'esplorazione di una parte della villa non ancora indagata per la presenza di alcuni piccoli fabbricati fatiscenti, ora abbattuti, che insistevano nelle murature antiche. Sono state così messe in luce, nella zona orientale del complesso, al termine del braccio settentrionale del portico di accesso all'impianto termale, alcune stanze con tubuli per il riscaldamento, forse riconducibili alle prime fasi di vita della villa. In una zona a Nord Est di una moderna costruzione, indicata come «casa Romeo», è stata individuata la planimetria di una serie di grandi ambienti definiti da muri di spessore considerevole ed è stato ancora scavato un tratto del grande portico con pilastri sul quale tali ambienti si affacciano. Ricerche future potranno chiarire la funzione di queste stanze, forse destinati a magazzini e depositi legati alla sussistenza della villa. Sul lato Sud est del complesso, le ultime ricerche hanno evidenziato sia nell'area centrale del grande cortile intorno al quale si dispongono gli ambienti della villa, dove la demolizione della struttura moderna ha consentito di mettere in luce lo spazio libero al centro del cortile, sia negli ambienti a Sud delle latrine, complessi e interessantissimi sistemi di canalizzazione delle acque di scarico delle vasche delle terme. Recentemente è proseguito, inoltre, lo scavo di alcune delle ampie vasche di adduzione dell'acqua alle spalle della fontana monumentale, comunicanti tra loro e internamente rivestite di malta idraulica ancora in buono stato di conservazione. Per consentire una migliore lettura e comprensione dei resti visibili, all'ingresso dell'area sono state allestite, in occasione della consentita visita al pubblico, due sale nell'edificio in legno da poco realizzato, nelle quali, oltre a pannelli didattici è stata possibile la visione di una presentazione multimediale dell'area archeologica, anche di quella parte della villa non ancora accessibile. La notizia dell'apertura al pubblico della Villa Romana di Contrada Palazzi di Casignana ha richiamato a conferma del grande interesse che ha il sito archeologico, migliaia di visitatori, così come era avvenuto nell'estate del 2004. Certamente, la Villa romana di Contrada Palazzi di Casignana è un grande patrimonio storico e archeologico del nostro Paese. Quando i lavori di scavo saranno ultimati e il complesso potrà essere interamente aperto al pubblico costituirà un preciso punto di riferimento per gli studiosi della materia e per gli appassionati che, da ogni parte del mondo, arrivano nel nostro Paese per ammirare l'immenso patrimonio storico e culturale che esiste.
(venerdì 2 giugno 2006)
Aristide Bava
02/06/2006, La Gazzetta del Sud
Ricca di mosaici eccezionali è destinata a divenire un grande motivo di attrazione per il turismo nazionale e internazionale
Uno dei siti archeologici più importanti della Calabria, riaperto al pubblico, nasconde ancora molti segreti
La scorsa estate, per il secondo anno consecutivo è stata aperta al pubblico, la Villa Romana di Contrada Palazzi di Casignana, uno dei siti archeologici più importanti della Calabria. L'area archeologica in questione si estende per circa 10 ettari a monte e a mare della SS. 106 jonica, tra i centri abitati di Bovalino e Bianco, in provincia di Reggio Calabria. Il suo nucleo centrale e monumentale, cui si riferiscono i ruderi oggi visibili, è rappresentato da una grande villa extraurbana che costituisce uno dei complessi più importanti di epoca romana dell'Italia Meridionale, e conserva il più vasto nucleo di mosaici finora noto in Calabria. La villa, sorta probabilmente nel corso del I secolo d.C., in una zona già frequentata in età greca, raggiunse il massimo splendore nel IV secolo d.C., per essere abbandonata nel V secolo, anche se l'area continuò a essere frequentata fino al VII secolo d.C. La «scoperta» della villa avvenne nel 1963, quando una trincea per la posa in opera dell'acquedotto della ex Cassa per il Mezzogiorno riportò casualmente alla luce, distruggendone in parte, strutture e pavimenti a mosaico. Dopo alcuni interventi limitati, negli anni immediatamente successivi, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria avviò l'esplorazione sistematica del nucleo termale della villa, con campagne annuali dal 1981 al 1989. A partire dal 1998 il Comune di Casignana, in collaborazione e con la supervisione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, ha intrapreso e realizzato una serie di interventi di vario genere, diretti alla valorizzazione e alla fruizione della Villa di Palazzi con la costituzione di un Parco Archeologico. Il fondamentale processo di acquisizione, da parte del Comune, di gran parte delle aree sottoposte a vincolo archeologico, ha consentito di estendere le indagini non solo a monte della 106, ma anche nella zona tra la strada e la ferrovia, dove erano da tempo visibili imponenti ruderi, mai scavati perché in terreni di proprietà privata. Poi, con il successivo contributo della Comunità Montana «Aspromonte Orientale», sono stati acquisiti i fabbricati moderni insistenti sui resti della villa, alcuni dei quali destinati a essere riqualificati e utilizzati per sale espositive e di documentazione. Dal 1999 a oggi, una serie di campagne di scavo archeologico in estensione hanno portato alla luce parti del complesso monumentale ancora sepolte e hanno consentito la scoperta di numerosi ambienti pavimentali a mosaico. Contestualmente, la realizzazione di un sistema di copertura provvisoria a protezione degli ambienti, ha permesso l'avvio di una serie di interventi di pulizia e restauro delle pavimentazioni usive già messe in luce. Dal 2002 una collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria e l'Amministrazione Comunale con l'Istituto Centrale per il Restauro di Roma, ha permesso di avviare, negli ambienti mosaicati del complesso residenziale, una serie di cantieri scuola che hanno già portato al completamento del restauro della cosiddetta «Sala delle quattro stagioni». Nonostante il grande rilievo storico-artistico, la Villa di Palazzi di Casignana, per ragioni di tutela, non era mai stata aperta ai visitatori, anche se è in fase di completamento la costruzione di un consorzio fra enti per la gestione del bene. Per tale motivo, nonostante i lavori per la realizzazione del Parco archeologico siano ancora in corso, si è deciso di tracciare, nel momento di maggior afflusso turistico dell'anno, in quella zona, vale a dire nel mese di agosto, un percorso di visita provvisorio all'interno del cantiere di scavo e di restauro. Gli ultimi scavi condotti nel 2005 hanno permesso l'esplorazione di una parte della villa non ancora indagata per la presenza di alcuni piccoli fabbricati fatiscenti, ora abbattuti, che insistevano nelle murature antiche. Sono state così messe in luce, nella zona orientale del complesso, al termine del braccio settentrionale del portico di accesso all'impianto termale, alcune stanze con tubuli per il riscaldamento, forse riconducibili alle prime fasi di vita della villa. In una zona a Nord Est di una moderna costruzione, indicata come «casa Romeo», è stata individuata la planimetria di una serie di grandi ambienti definiti da muri di spessore considerevole ed è stato ancora scavato un tratto del grande portico con pilastri sul quale tali ambienti si affacciano. Ricerche future potranno chiarire la funzione di queste stanze, forse destinati a magazzini e depositi legati alla sussistenza della villa. Sul lato Sud est del complesso, le ultime ricerche hanno evidenziato sia nell'area centrale del grande cortile intorno al quale si dispongono gli ambienti della villa, dove la demolizione della struttura moderna ha consentito di mettere in luce lo spazio libero al centro del cortile, sia negli ambienti a Sud delle latrine, complessi e interessantissimi sistemi di canalizzazione delle acque di scarico delle vasche delle terme. Recentemente è proseguito, inoltre, lo scavo di alcune delle ampie vasche di adduzione dell'acqua alle spalle della fontana monumentale, comunicanti tra loro e internamente rivestite di malta idraulica ancora in buono stato di conservazione. Per consentire una migliore lettura e comprensione dei resti visibili, all'ingresso dell'area sono state allestite, in occasione della consentita visita al pubblico, due sale nell'edificio in legno da poco realizzato, nelle quali, oltre a pannelli didattici è stata possibile la visione di una presentazione multimediale dell'area archeologica, anche di quella parte della villa non ancora accessibile. La notizia dell'apertura al pubblico della Villa Romana di Contrada Palazzi di Casignana ha richiamato a conferma del grande interesse che ha il sito archeologico, migliaia di visitatori, così come era avvenuto nell'estate del 2004. Certamente, la Villa romana di Contrada Palazzi di Casignana è un grande patrimonio storico e archeologico del nostro Paese. Quando i lavori di scavo saranno ultimati e il complesso potrà essere interamente aperto al pubblico costituirà un preciso punto di riferimento per gli studiosi della materia e per gli appassionati che, da ogni parte del mondo, arrivano nel nostro Paese per ammirare l'immenso patrimonio storico e culturale che esiste.
(venerdì 2 giugno 2006)