Ville romane dell'antica Lucania il lusso di una fiorente economia
Luigia Ierace
09/10/2006, La Gazzetta del Mezzogiorno
«Architetture del passato»: un incontro oggi a Muro Lucano
Lusso e sfarzo, ma anche una fiorente economia nelle ville romane della Lucania settentrionale. Lungo quell'asse strategico che collegava le aree interne con l'Apulia, ma anche con la piana del Sele e la Calabria è un fiorire di costruzioni imponenti. Edifici monumentali ricchi di marmi, mosaici e capitelli che a partire dal primo secolo avanti Cristo testimoniano stili di vita, storia e vicissitudini di un periodo storico che spazia dall'età Augustea fino al tardo impero. «Architetture del passato» è il tema della mostra allestita al Museo archeologico nazionale di Muro Lucano il cui progetto scientifico è curato da Alfonsina Russo, Helga Di Giuseppe, Maurizio Gualtieri ed Helena Fracchia. E proprio all'economia che ruotava intorno alle antiche ville romane della Lucania settentrionale è dedicato «Incontri al Museo», nell'ambito del ciclo «Archeologia in Basilicata», in programma oggi alle ore 18 nella struttura museale di Muro Lucano, diretta da Alfonsina Russo, che aprirà i lavori. Seguirà la relazione di Helga Di Giuseppe, dell'Associazione internazionale di archeologia classica Bikbeck College di Londra. La manifestazione è promossa dalla Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata, dal Comune di Muro Lucano e dallo stesso Museo che è una tra le più recenti strutture museali lucane. Nato nel 2003, si distingue per la sua vivacità e la particolare proposta espositiva, la cui caratteristica è quella di offrire al pubblico ricostruzioni reali e virtuali di ambienti e situazioni del passato. «Dall'età arcaica con i primi insediamenti sulla collina di Baragiano ? spiega il direttore del Museo, Alfonsina Russo ? all'emergere di un'aristocrazia, come si evince dalle tombe del VI secolo a. C., fino all'arrivo delle genti lucane con i monumenti funerari propri dell'èlite del posto, al periodo romano e all'età imperiale nell'attuale mostra dedicata ad alcune tra le più significative ville, distribuite sul territorio dell'interno lungo i più importanti assi viari». In una sorta di ricontestualizzazione storica, di grande suggestione, rivivono gli antichi ambienti delle ville romane: dalla sala del pranzo con gli strumenti tipici del banchetto, all'impianto termale con «frigidarium», «tepidarium» e «calidarium». Si parte dalla lussuosa villa di Masseria Ciccotti di Oppido Lucano con i suoi preziosi marmi, provenienti dall'Asia Minore, dalla Grecia, dall'isola di Chio, dalla Tunisia e dall'Egitto, i mosaici raffiguranti Aiòn e le Stagioni e i capitelli ionici che rimandano ai monumentali colonnati delle «domus» pompeiane, a quella di San Gilio sempre ad Oppido Lucano, che si estendeva su 6.200 mq, con due grandi e articolati impianti termali, una fontana-abbeveratorio e una serie di cisterne. Il primo impianto della villa risale agli inizi del primo secolo a.C., ma la sua frequentazione dura fino alla metà del VI secolo. La lunga continuità di occupazione del sito, la monumentalità, la qualità dei suoi reperti, le lastre funerarie e gli oggetti domestici trovati fanno pensare che la villa sia appartenuta a importanti esponenti dell'élite urbana e locale. Sono riportate testimonianze anche di altre ville: quella romana di San Pietro di Tolve sul tratturo Regio che collegava fin da epoca preistorica il Potentino con il Tavoliere delle Puglie, che dai dati epigrafici può essere attribuita a importanti allevatori dell'aristocrazia senatoria romana (Domitia Lepida, zia di Nerone) e quella di San Giovanni di Ruoti, con il suo piccolo impianto termale e le finestre bifore. Intorno a queste ville si sviluppava un sistema produttivo integrato di agricoltura, allevamento e attività artigianali. L'attività venatoria integrava l'economia. E c'era anche una produzione laterizia e di ceramica comune. A San Pietro, invece, doveva esserci anche un'impresa di filatura, il cui responsabile era Lucius Domitius Cnidus, probabile Liberto della zia di Nerone. Aspetti e curiosità legati all'economia di queste ville, destinate ad aver fine con la caduta dell'Impero, saranno approfonditi dall'archeologa Di Giuseppe nella sua relazione. Il Museo archeologico nazionale di Muro Lucano è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 13. Per informazioni 097671778.
Luigia Ierace
09/10/2006, La Gazzetta del Mezzogiorno
«Architetture del passato»: un incontro oggi a Muro Lucano
Lusso e sfarzo, ma anche una fiorente economia nelle ville romane della Lucania settentrionale. Lungo quell'asse strategico che collegava le aree interne con l'Apulia, ma anche con la piana del Sele e la Calabria è un fiorire di costruzioni imponenti. Edifici monumentali ricchi di marmi, mosaici e capitelli che a partire dal primo secolo avanti Cristo testimoniano stili di vita, storia e vicissitudini di un periodo storico che spazia dall'età Augustea fino al tardo impero. «Architetture del passato» è il tema della mostra allestita al Museo archeologico nazionale di Muro Lucano il cui progetto scientifico è curato da Alfonsina Russo, Helga Di Giuseppe, Maurizio Gualtieri ed Helena Fracchia. E proprio all'economia che ruotava intorno alle antiche ville romane della Lucania settentrionale è dedicato «Incontri al Museo», nell'ambito del ciclo «Archeologia in Basilicata», in programma oggi alle ore 18 nella struttura museale di Muro Lucano, diretta da Alfonsina Russo, che aprirà i lavori. Seguirà la relazione di Helga Di Giuseppe, dell'Associazione internazionale di archeologia classica Bikbeck College di Londra. La manifestazione è promossa dalla Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata, dal Comune di Muro Lucano e dallo stesso Museo che è una tra le più recenti strutture museali lucane. Nato nel 2003, si distingue per la sua vivacità e la particolare proposta espositiva, la cui caratteristica è quella di offrire al pubblico ricostruzioni reali e virtuali di ambienti e situazioni del passato. «Dall'età arcaica con i primi insediamenti sulla collina di Baragiano ? spiega il direttore del Museo, Alfonsina Russo ? all'emergere di un'aristocrazia, come si evince dalle tombe del VI secolo a. C., fino all'arrivo delle genti lucane con i monumenti funerari propri dell'èlite del posto, al periodo romano e all'età imperiale nell'attuale mostra dedicata ad alcune tra le più significative ville, distribuite sul territorio dell'interno lungo i più importanti assi viari». In una sorta di ricontestualizzazione storica, di grande suggestione, rivivono gli antichi ambienti delle ville romane: dalla sala del pranzo con gli strumenti tipici del banchetto, all'impianto termale con «frigidarium», «tepidarium» e «calidarium». Si parte dalla lussuosa villa di Masseria Ciccotti di Oppido Lucano con i suoi preziosi marmi, provenienti dall'Asia Minore, dalla Grecia, dall'isola di Chio, dalla Tunisia e dall'Egitto, i mosaici raffiguranti Aiòn e le Stagioni e i capitelli ionici che rimandano ai monumentali colonnati delle «domus» pompeiane, a quella di San Gilio sempre ad Oppido Lucano, che si estendeva su 6.200 mq, con due grandi e articolati impianti termali, una fontana-abbeveratorio e una serie di cisterne. Il primo impianto della villa risale agli inizi del primo secolo a.C., ma la sua frequentazione dura fino alla metà del VI secolo. La lunga continuità di occupazione del sito, la monumentalità, la qualità dei suoi reperti, le lastre funerarie e gli oggetti domestici trovati fanno pensare che la villa sia appartenuta a importanti esponenti dell'élite urbana e locale. Sono riportate testimonianze anche di altre ville: quella romana di San Pietro di Tolve sul tratturo Regio che collegava fin da epoca preistorica il Potentino con il Tavoliere delle Puglie, che dai dati epigrafici può essere attribuita a importanti allevatori dell'aristocrazia senatoria romana (Domitia Lepida, zia di Nerone) e quella di San Giovanni di Ruoti, con il suo piccolo impianto termale e le finestre bifore. Intorno a queste ville si sviluppava un sistema produttivo integrato di agricoltura, allevamento e attività artigianali. L'attività venatoria integrava l'economia. E c'era anche una produzione laterizia e di ceramica comune. A San Pietro, invece, doveva esserci anche un'impresa di filatura, il cui responsabile era Lucius Domitius Cnidus, probabile Liberto della zia di Nerone. Aspetti e curiosità legati all'economia di queste ville, destinate ad aver fine con la caduta dell'Impero, saranno approfonditi dall'archeologa Di Giuseppe nella sua relazione. Il Museo archeologico nazionale di Muro Lucano è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 13. Per informazioni 097671778.