Il sottosuolo regala nuove sorprese: riemergono undici tombe romane
Emanuele Fancellu
Nuova Sardegna, 20/09/2006
Durante gli scavi in via Sassari
PORTO TORRES. Come un immenso scrigno sepolto nelle viscere della terra che una volta riaperto regala nuovi gioielli, così il sottosuolo di Porto Torres, a ogni scavo, restituisce una parte del suo passato. È successo anche stavolta, nel corso dei lavori per la realizzazione di un edificio all'angolo tra via Eleonora d'Arborea e via Sassari. A qualche metro dalla superficie, dopo la demolizione della vecchia costruzione, la benna ha riportato in vista qualcosa che sembrava rassomigliare a un'antica sepoltura. Allertati, i tecnici della Soprintendenza hanno rinvenuto undici tombe risalenti probabilmente all'epoca romana. «Si tratta di una decina di tombe, ma la prosecuzione dei lavori potrebbe riservare altre sorprese — ha dichiarato l'assistente tecnico-scientifico incaricato del monitoraggio dei Beni culturali Franco Satta —. Sono state rinvenute tre tipologie differenti di sepolture: a incinerazione, con diversi tipi di urne; alla cappuccina, che potrebbe essere la più tarda; con inumazioni in anfora». I lavori non sono stati bloccati, ma è necessario quanto prima consolidare l'intera area — le pareti dello scavo — per questioni di sicurezza sia del personale
che per la staticità degli edifici circostanti.
Intanto, nei pressi della Torre Aragonese, dopo gli accertamenti di carattere archeologico, vanno avanti i lavori previsti in progetto. Completato il vascone, proseguono quelli sia per il recupero delle acque bianche che per il completamento della viabilità del porto. Nel corso degli scavi sono emersi reperti assai interessanti, materiale di riporto databili addirittura al primo secolo avanti Cristo, e si rendono necessarie ulteriori ricerche nei pressi della Torre.
Per quanto riguarda il cantiere de La Piccola, Soprintendenza e Comune hanno trovato un accordo per apportare una variante nel progetto con la relativa modifica della viabilità e la creazione di un'area verde all'interno della quale saranno lasciate in vista le imponenti strutture archeologiche riemerse in seguito agli scavi, n resto dell'area, come da progetto, sarà utilizzata per la costruzione dei parcheggi. «È da sottolineare la grande collaborazione col sindaco e i tecnici del comune — chiosa Franco Satta —, inoltre altre informazioni sui ritrovamenti le forniranno direttamente i giovani archeologi nel corso della "Giornata Europea del patrimonio". La novità, riguardo gli scavi, è che per la prima volta a seguirli sono archeologi turritani».
Emanuele Fancellu
Nuova Sardegna, 20/09/2006
Durante gli scavi in via Sassari
PORTO TORRES. Come un immenso scrigno sepolto nelle viscere della terra che una volta riaperto regala nuovi gioielli, così il sottosuolo di Porto Torres, a ogni scavo, restituisce una parte del suo passato. È successo anche stavolta, nel corso dei lavori per la realizzazione di un edificio all'angolo tra via Eleonora d'Arborea e via Sassari. A qualche metro dalla superficie, dopo la demolizione della vecchia costruzione, la benna ha riportato in vista qualcosa che sembrava rassomigliare a un'antica sepoltura. Allertati, i tecnici della Soprintendenza hanno rinvenuto undici tombe risalenti probabilmente all'epoca romana. «Si tratta di una decina di tombe, ma la prosecuzione dei lavori potrebbe riservare altre sorprese — ha dichiarato l'assistente tecnico-scientifico incaricato del monitoraggio dei Beni culturali Franco Satta —. Sono state rinvenute tre tipologie differenti di sepolture: a incinerazione, con diversi tipi di urne; alla cappuccina, che potrebbe essere la più tarda; con inumazioni in anfora». I lavori non sono stati bloccati, ma è necessario quanto prima consolidare l'intera area — le pareti dello scavo — per questioni di sicurezza sia del personale
che per la staticità degli edifici circostanti.
Intanto, nei pressi della Torre Aragonese, dopo gli accertamenti di carattere archeologico, vanno avanti i lavori previsti in progetto. Completato il vascone, proseguono quelli sia per il recupero delle acque bianche che per il completamento della viabilità del porto. Nel corso degli scavi sono emersi reperti assai interessanti, materiale di riporto databili addirittura al primo secolo avanti Cristo, e si rendono necessarie ulteriori ricerche nei pressi della Torre.
Per quanto riguarda il cantiere de La Piccola, Soprintendenza e Comune hanno trovato un accordo per apportare una variante nel progetto con la relativa modifica della viabilità e la creazione di un'area verde all'interno della quale saranno lasciate in vista le imponenti strutture archeologiche riemerse in seguito agli scavi, n resto dell'area, come da progetto, sarà utilizzata per la costruzione dei parcheggi. «È da sottolineare la grande collaborazione col sindaco e i tecnici del comune — chiosa Franco Satta —, inoltre altre informazioni sui ritrovamenti le forniranno direttamente i giovani archeologi nel corso della "Giornata Europea del patrimonio". La novità, riguardo gli scavi, è che per la prima volta a seguirli sono archeologi turritani».