martedì 24 marzo 2009

SOCIETÀ ED ECONOMIA DEI TERRITORI FELTRINO, BELLUNESE E CADORINO IN ETÀ ROMANA

Ezio BUCHI

SOCIETÀ ED ECONOMIA DEI TERRITORI FELTRINO, BELLUNESE E CADORINO IN ETÀ ROMANA

Verso la metà del II secolo a.C. Polibio, nell’ambito della descrizione dell’Italia esplicitamente finalizzata a una migliore comprensione dell’impresa annibalica’, offriva accanto a un «excursus» socio-economico della pianura padana una esauriente trattazione geografico-naturalistica delle Alpi, intraviste, come già in Catone, non solo nel ruolo storico-politico di barriera naturale d’Italia, ma anche come sede nelle aree collinose e basse di numerose popolazioni. Più tardi Augusto, nel registrare l’avvenuta pacificazione delle Alpi dal mare Adriatico a quello Tirreno, che rientrava in un più vasto disegno politico di organizzazione territoriale, dava un lungo elenco di gentes alpinae devictae e ormai a vario titolo afferenti alle città più prossime lo stesso Strabone in età tiberiana, facendo il punto delle conoscenze sulle Alpi e della situazione politico-amministrativa originata dalla conquista augustea, approntava un quadro fisico-ambientale, ma anche antropologico della regione alpina in cui andava ben oltre il ristretto concetto polibiano della abitabiità per far emergere invece il grado di incivilimento, la nuova «cultura», i modi di vita e perfino alcuni caratteri economici delle popolazioni.
Bisognerà però attendere la discriptio Italiae inserita da Plinio il Vecchio nella Naturalis historia e per certo dipendente da varie fonti epigrafiche, monumentali e letterarie di età augustea8 per conoscere l’oppidum retico dei Feltrini e quello veneto di Bel(1)unum; dei Catubrini, gli antichi abitanti dell’odierno Cadore, originariamente afferenti al municipium di Iulium Carnicum (Zuglio)’, secondo almeno le iscrizioni confinarie scolpite su roccia alle falde del Monte Civetta e un’epigrafe che a Nogaré nei pressi di Pieve di Cadore ricorda un certo Lucio Saufeio Clemente iscritto alla tribù Claudia, nessun cenno fino alla fortunata scoperta nel 1888 e nel 1970 di due iscrizioni molto simili fra loro e risalenti con tutta probabilità ai primi decenni del III secolo d.C., che sono venute a testimoniare come la comunità doveva già godere di una propria autonomia amministrativa.
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da AA. VV. Romanità in provincia di Belluno, Editoriale Programma, s.l,, 1995