Azione romana Nella Cisalpina
Nella Cisalpina, tutte le conquiste che i Romani vi avevano fatto dopo il 225, andarono perdute con l’invasione di Annibale: soltanto le due colonie latine di Piacenza e di Cremona opposero un’epica resistenza ai Galli, che le circondavano da ogni parte. Piacenza cadde in mano dei barbari nel 200 o nel 199. Nel 197, quando stava per concludersi la guerra con la Macedonia, i Romani iniziarono la riconquista della Cisalpina, che fu compiuta in meno di dieci anni: agli Insubri e ai Cenomani fu lasciato intatto il territorio e riconosciuta la condizione di alleati; i Boi vennero invece privati della più gran parte delle loro terre e i superstiti obbligati, come pare, ad emigrare di là dalle Alpi. Nel territorio incorporato nella Repubblica vennero fondate nuove colonie:
quella latina di Bononia (189 a. C.) e le due, romane, di Parma e di Mutina (183 a. C.), per dir solo delle maggiori. Nel 177, al confine tra la Liguria e l’Etruria, fu fondata la colonia romana di Luna.
Nel 187, essendo consoli M. Emilio Lepido e C. Flaminio Nepote, furono costruite le due grandi strade militari: la via Flaminia, da Arezzo a Bologna, la via Aemilia, da Rimini a Piacenza; più tardi, nel 171 a. C., si aprì una seconda comunicazione con la pianura padana attraverso l’Etruria, con la via Cassia. Infine, nel 148, si costruì la via Postumia, che metteva in comunicazione Genova con Piacenza. La pianura cispadana si andò così rapidamente latinizzando; e la latinizzazione proseguì rapidamente anche a nord del Po, dove seguitavano a vivere i Galli Insubri, i Cenomani e i Veneti, ma dove si andò pure diffondendo sempre più la popolazione latina, grazie anche al rafforzamento delle colonie di Piacenza e di Cremona. Al confine orientale del territorio dei Veneti, per tenere a dovere le tribù rapinatrici degli Illiri, fu fondata, nel 181, la colonia latina di Aquileia. Con le due campagne del 178 e del 177 venne assoggettata l’Istria e una ventina d’anni più tardi furon domate anche le genti illiriche della Dalmazia.
La Gallia Cisalpina non fu però costituita a provincia che assai più tardi, probabilmente al tempo di Silla.
Giulio. Giannelli, Trattato di storia romana, I, Tumminelli, Roma, 1965, pp. 286-287).
Nella Cisalpina, tutte le conquiste che i Romani vi avevano fatto dopo il 225, andarono perdute con l’invasione di Annibale: soltanto le due colonie latine di Piacenza e di Cremona opposero un’epica resistenza ai Galli, che le circondavano da ogni parte. Piacenza cadde in mano dei barbari nel 200 o nel 199. Nel 197, quando stava per concludersi la guerra con la Macedonia, i Romani iniziarono la riconquista della Cisalpina, che fu compiuta in meno di dieci anni: agli Insubri e ai Cenomani fu lasciato intatto il territorio e riconosciuta la condizione di alleati; i Boi vennero invece privati della più gran parte delle loro terre e i superstiti obbligati, come pare, ad emigrare di là dalle Alpi. Nel territorio incorporato nella Repubblica vennero fondate nuove colonie:
quella latina di Bononia (189 a. C.) e le due, romane, di Parma e di Mutina (183 a. C.), per dir solo delle maggiori. Nel 177, al confine tra la Liguria e l’Etruria, fu fondata la colonia romana di Luna.
Nel 187, essendo consoli M. Emilio Lepido e C. Flaminio Nepote, furono costruite le due grandi strade militari: la via Flaminia, da Arezzo a Bologna, la via Aemilia, da Rimini a Piacenza; più tardi, nel 171 a. C., si aprì una seconda comunicazione con la pianura padana attraverso l’Etruria, con la via Cassia. Infine, nel 148, si costruì la via Postumia, che metteva in comunicazione Genova con Piacenza. La pianura cispadana si andò così rapidamente latinizzando; e la latinizzazione proseguì rapidamente anche a nord del Po, dove seguitavano a vivere i Galli Insubri, i Cenomani e i Veneti, ma dove si andò pure diffondendo sempre più la popolazione latina, grazie anche al rafforzamento delle colonie di Piacenza e di Cremona. Al confine orientale del territorio dei Veneti, per tenere a dovere le tribù rapinatrici degli Illiri, fu fondata, nel 181, la colonia latina di Aquileia. Con le due campagne del 178 e del 177 venne assoggettata l’Istria e una ventina d’anni più tardi furon domate anche le genti illiriche della Dalmazia.
La Gallia Cisalpina non fu però costituita a provincia che assai più tardi, probabilmente al tempo di Silla.
Giulio. Giannelli, Trattato di storia romana, I, Tumminelli, Roma, 1965, pp. 286-287).