Istituzioni Romane: la Pretura
La tradizione romana fa risalire alle leggi Licinie (367 a. Cr.) l’istituzione del pretore, cioè di un magistrato giudiziario, incaricato specialmente dell’organizzazione dei processi. Già dal 337 a. Cr. un plebeo ebbe accesso a questa carica. Il pretore è collega minor dei consoli, pur avendo l’imperium dei consoli. La sua specifica competenza è ius dicere inter cives Romanos: è il praetor urbanus. La moltiplicazione degli affari, l’affluenza di stranieri a Roma portò, nel 242 a. Cr., a creare un secondo pretore, incaricato di esercitare a Roma la giurisdizione inter cives et peregrinos, cioè tra cittadini e stranieri: egli fu chiamato impropriamente praetor pere grinus. Per l’amministrazione delle due prime province, la Sicilia e la Sardegna, si crearono nel 227 a. Cr. altri due pretori: questi pretori erano principalmente destinati ai processi civili in cui erano parte cittadini romani che non potevano essere rinviati a Roma né rimessi ai tribunali locali.
Il numero dei pretori oscillò spesso. Prima di Silla annualmente si elessero 6 pretori, dopo le sue riforme 8, con Cesare fino a 16, durante l’impero fino a 18, spesso però anche meno. Nella gerarchia la pretura occupa l’ultimo posto tra le magistrature supreme, ma precede tutte le cariche senza irnperium.
L’attività del pretore non si limita all’attività giudiziaria; egli ha, come i consoli, la possibilità di esercitare il comando militare, come avvenne spesso nel III e II sec, a. Cr. Detiene il ius agendi cum populo e può presiedere i comizi tributi per la nomina dei magistrati inferiori. Quando i consoli sono assenti da Roma, il praetor urbanus tiene la presidenza del senato e disimpegna le altre funzioni consolari. La creazione di nuove province fece crescere, come si è visto, il numero dei pretori: l’assegnazione veniva mediante sorteggio (sortitio provinciarum). I diritti onorifici del pretore sono, in generale, gli stessi che quelli del console: il pretore può giungere, come il console, al trionfo e partecipa, almeno originariamente e per poco tempo, all’eponimia. Ha diritto a 6 littori, alla sella curulis, alla toga praetexta.
La tradizione romana fa risalire alle leggi Licinie (367 a. Cr.) l’istituzione del pretore, cioè di un magistrato giudiziario, incaricato specialmente dell’organizzazione dei processi. Già dal 337 a. Cr. un plebeo ebbe accesso a questa carica. Il pretore è collega minor dei consoli, pur avendo l’imperium dei consoli. La sua specifica competenza è ius dicere inter cives Romanos: è il praetor urbanus. La moltiplicazione degli affari, l’affluenza di stranieri a Roma portò, nel 242 a. Cr., a creare un secondo pretore, incaricato di esercitare a Roma la giurisdizione inter cives et peregrinos, cioè tra cittadini e stranieri: egli fu chiamato impropriamente praetor pere grinus. Per l’amministrazione delle due prime province, la Sicilia e la Sardegna, si crearono nel 227 a. Cr. altri due pretori: questi pretori erano principalmente destinati ai processi civili in cui erano parte cittadini romani che non potevano essere rinviati a Roma né rimessi ai tribunali locali.
Il numero dei pretori oscillò spesso. Prima di Silla annualmente si elessero 6 pretori, dopo le sue riforme 8, con Cesare fino a 16, durante l’impero fino a 18, spesso però anche meno. Nella gerarchia la pretura occupa l’ultimo posto tra le magistrature supreme, ma precede tutte le cariche senza irnperium.
L’attività del pretore non si limita all’attività giudiziaria; egli ha, come i consoli, la possibilità di esercitare il comando militare, come avvenne spesso nel III e II sec, a. Cr. Detiene il ius agendi cum populo e può presiedere i comizi tributi per la nomina dei magistrati inferiori. Quando i consoli sono assenti da Roma, il praetor urbanus tiene la presidenza del senato e disimpegna le altre funzioni consolari. La creazione di nuove province fece crescere, come si è visto, il numero dei pretori: l’assegnazione veniva mediante sorteggio (sortitio provinciarum). I diritti onorifici del pretore sono, in generale, gli stessi che quelli del console: il pretore può giungere, come il console, al trionfo e partecipa, almeno originariamente e per poco tempo, all’eponimia. Ha diritto a 6 littori, alla sella curulis, alla toga praetexta.