martedì 17 marzo 2009

Viaggio nella necropoli romana della via Triumphalis: portate alla luce oltre 250 sepolture e 40 edifici mortuari

Viaggio nella necropoli romana della via Triumphalis: portate alla luce oltre 250 sepolture e 40 edifici mortuari
ANNA MARIA LIGUORI
VENERDÌ 13 OTTOBRE 2006, LA REPUBBLICA

Quei sepolcri sotto il parking vaticano come una Pompei dell'età imperiale

PER prime sono emerse le creste murarie dei sepolcri e gli archeologi, arroccati sui fianchi del colle vaticano, le hanno guardate venir fuori dalla ghiaia e dall'argilla della frana che intorno al 150 d. C. le aveva sigillate. È stato allora che l'equipe archeologica dei Musei Vaticani si è resa conto dell'eccezionalità della scoperta: tornava alla luce una necropoli di schiavi liberti, collocata tra la fine del I secolo a. C e gli inizi del IV secolo d. C, con le parete dei sepolcri ricoperte di stucchi e affreschi, con le nicchie ancora colme di ossa combuste, con i corredi e gli arredi funerari al loro posto: lucerne, bruciaprofumi, olle e ampolle, persino tubuli per le libagioni dei defunti. Quello scavo, cominciato nel febbraio del 2003 per costruire il nuovo parcheggio di Santa Rosa all'interno della città del Vaticano, in prossimità di piazza Risorgimento, risparmiato alle ruspe e al cemento, dava agli stessi tecnici un'emozione profonda. «Ci siamo immediatamente resi conto di quello che avevamo davanti. E proprio per questo la situazione ci è sembrata subito complicata — racconta Giandomenico Spinola, curatore dell'arte classica dei Musei Vaticani che ha seguito i lavori insieme al collega Paolo Liverani — l'area era occupata da tombe che coprivano l'arco temporale che va da Augusto a Costantino. Mentre a valle emergevano i primi sarcofagi di una ricca tomba del III secolo d.C. a monte si rivelavano le modeste sepolture di persone legate alla familia di Augusto. Bisognava intervenire contemporaneamente su livelli storici e archeologici distanti tra loro. Occorreva una particolare attenzione».
In realtà gli archeologi già sapevano che quel settore del colle vaticano doveva essere occupato da un grande sepolcreto disposto lungo l'antica via Trionfale che collegava Roma con Veio, passando da Monte Mario, in alcuni punti costruita su una ripida pendenza e in altri disposta su piaz-zole, fuori dalla città antica, più vicino alle ville che al centro abitato, come allora usava. «I primi scavi negli anni '30 avevano restituito le tracce di questa "occupazione" nel settore della Galea, la zona a ridosso dei Musei, poi ingrandita con nuovi scavi nel '94, e nel settore dell'Annona, sotto l'attuale edificio dell'Annona -continua Spinola - Poi nel finalmente nel '56 una grande area di tombe è stata scavata e conservata, quasi integralmente, nel settore dell'autoparco. Ma solo in quest'ultimo scavo, grazie alle nuove tecnologie, emerge l'integrità del sito».
E infatti chi entra, dopo pochi di gradini di moderno travertino, fa un salto indietro di 2000 anni: in un angolo il sarcofago istoriato di un giovane cavaliere, Publius Caecilius Vietorinus, forse di fede cristiana, più lontano la tomba di Alcimus, servo di Nerone, addetto alle scene del grande teatro di Pompeo, dove il secolo prima fu ucciso Cesare. In basso l'edicola con il ritratto del piccolo Tiberius Natronius Venbustus, morto a soli 4 anni, dal delicato sguardo malinconico, e ancora splendidi sarcofagi, tra cui quello conia mitica scena della caccia al cinghiale di Calidone. Poi tanti altari, come i due della gens Passiena, legata alla forte figura di Agrippina Minore, madre di Nerone e moglie dell'imperatore Claudio, spiccano tra le 200 sepolture singole e i 40 monumenti funerari che contenevano ciascuno dai sei ai 40 defunti. Le più ricche tra le dimore ultraterrene, oltre agli affreschi, hanno il pavimento di mosaico ora salvato e rimesso in situ. Ma accanto alle opera d'arte di pregio ci sono le sepolture povere ma non meno significative. Solo due mesi fa è venuta alla luce la piccola tomba, coperta da un laterizio, di un bimbo che non aveva nemmeno un anno, del quale non si conosce il nome. Accanto a lui solo due vasetti di corredo ma anche, vicino alla mano destra, il guscio
quasi intatto di un uovo, messo lì dalla famiglia che non aveva mezzi come augurio di rinascita. «È una piccola Pompei sepolcrale - conclude Spinola - tutti gli arredi sono stati restaurati ed esposti. Una visita imperdibile».
Per ora il complesso archeologico può essere visitato da gruppi di non più d 2 5 persone - come ha stabilito il direttore dei Musei Vaticani Francesco Buranelli - dal prossima settimana, venerdì e sabato (biglietto 5 euro) ma solo su prenotazione (MuseiVaticani, ufficio Visite speciali; tei. 06 69884947; fax 06 69881573; e-mail: visite speciali. museiscv. va).