martedì 17 marzo 2009

Le sorprese della Villa di Augusto

Le sorprese della Villa di Augusto
CARLO AVVISATI
il Mattino 28-09-2006

NUOVE SCOPERTE Ritrovati altri ambienti dagli archeologi giapponesi che a Somma Vesuviana hanno terminato gli scavi

PER I PROSSIMI due sabati e le successive domeniche la “villa di Augusto” a Somma Vesuviana, sarà aperta alle visite. Con le strutture già restaurate sarà possibile vedere per la prima volta le ultime scoperte. Tra queste, un ambiente dalla volta a cupola la cui altezza, al punto massimo della curvatura, misura più di cinque metri (ma non si è ancora arrivati a livello del calpestio) e con un ingresso largo almeno sei metri. La stanza, stando alle indagini appena iniziate, deve ancora essere sgomberata dal fango consolidato, appare completamente affrescata, anche se il settore prossimo al soffitto risulta molto degradato dall'umidità di risalita, ed è straordinariamente conservata dal lato strutturale. «La parte inferiore dell'arnbiente - spiega Satoshi Matsuyama, archeologo dell'Università di Tokio e assistente di Masanori Aoyagi, responsabile dello scavo e direttore del Museo Nazionale d'Arte occidentale tokiota - è stata protetta molto bene, ci auguriamo di trovare pitture interessanti così come possiamo dedurre dai colori ancora presenti sulla sommirà della cupcila». Il ritrovamento segue di qualche giorno un altro intercetto, quello di alcuni coppi - tegole - prossimi a un muretto che si trova a livello del calpestio, ai piedi di tre archi su colonne. La lettura di questo dato, secondo gli archeologi, apre ancora un altro affascinate capitolo sullo sviluppo dell'edificio: la villa aveva un livello abitarivo sottostante, del quale non si ipotizzava l'esistenza. «Certamente si tratta di una costruzione di grandissimo pregio - conferma Maria Luisa Nava, soprintendente archeologa di Napoli, responsabile della concessione di scavo - è possiblle che sia organizzata come le grandi ville imperiali, avendo a modello Villa Adriana a Tivoli, con le costruzioni che si distribuiscono praticamente su uno spazio enorme». Il settore sino ad oggi recuperato potrebbe appartenere a uno dei tanti padiglioni che all'inizio costituivano il complesso edificato. «Difatti Il portale restaurato della Villa di Augusto a Somrtia Vesuviana. A sinistra, una scolaresca al lavoro responsabile - chiarisce Giuseppina Cerulli Irelli, ex soprintendente archeologo di Napoli - se si trattasse di un unico, ancorché grande edificio, ci si dovreb be ritrovare in presenza di bagni, porticati, quartieri di servizio, che invece sono del tutto assenti». il dato che secondo gli studiosi rimanderebbe a un agglomerato di strutture emerge anche dal recupero del grande portale che si affacciava su un'area lastricata in pietra lavica, di cui si sono recuperati solo pochi metri. Il monumento alto circa sei metri era dedicato a Bacco-Dioniso: le nicchie laterali risultano affrescate con motivi floreali e grappoli d'uva, c'è il flauto pastorale; sono presenti le impronte di tamburelli; c'è la cesta con il serpente; un remo e un delfino. «Insomma - puntualizza Antonio De Simone, professore d ‘Archeologia al Suor Orsola Benincasa li ‘Istituto supporta le indagini dei nipponici) sono presenti tutti i simboli che rimandano al culto del dio del vino»: Il perché, poi, del passaggio da grande complesso imperiale a piccola struttura agricola> con perdita delle funzioni iniziali, rimane ancora nel campo delle ipotesi. Patto sta che non sono ancora state trovate testimonianze che potessero spiegare il degrado. Il complesso, al momento, appare spoglio di qualsivoglia elemento di pregio. Si pensa che gli abitanti abbiano svenduto bronzi, marmi e suppellettili nel tentativo di sopravvivere a una grave crisi economica. «Il complesso è di sicuro appartenuto a un personaggio eminentissimo - sottolinea la soprintendente - bisognerà continuare a indagare: noi rinnoveremo la concessione, poi servirà avere i fondi».