lunedì 14 aprile 2008

Veneto. Cavaion. Una villa romana tra vigne e oliveti

Veneto. Cavaion. Una villa romana tra vigne e oliveti
Domenica 13 Aprile 2008 IL GAZZETTINO ONLINE

Un insediamento rustico rimaneggiato nei secoli, dal primo al quinto dopo Cristo

Conferenza, con visita guidata alla «villa urbano rustica», datata dal I° al V° secolo dopo Cristo, in località «Le Fontane», ha visto partecipare un pubblico numeroso. E interessato. L’evento, promosso dal Comune, in collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto. La soprintendente Brunella Bruno e Alberto Manicardi della Sap, società archeologica che ha eseguito gli scavi, hanno ripercorso la storia del ritrovamento.
«La villa è a due chilometri dal lago, quindi aveva uno stretto rapporto con la pesca e il commercio del Garda», dice Bruno. «L’edificio era collegato alla viabilità dell’asse Milano-Brescia-Peschiera-Verona: a Peschiera è stata individuata nel 2000 la via Gallica. Questa viabilità di un tempo potrebbe corrispondere a quella attuale». «Il complesso abitativo mostra a Nord un muro di fondo con funzione di sostegno a un terrazzo, dal quale alle spalle si individua un secondo terrazzo più in alto. La villa è ben delimitata a Est e a Sud, non sappiamo invece come si espande a ovest. Ha una superficie di 1810 metri quadrati ed ha una tipologia di villa urbana rustica tipica dell’epoca romana. Era una villa ad attività agricola, collegata probabilmente a vigneti ed oliveti, che si è sviluppata in più fasi costruttive, avvenute in un lungo arco di tempo».
«La villa era infatti originariamente più piccola (33 metri di fronte), con un primo nucleo originario a Nord; la parte sucessiva è stata aggiunta forse tra il III° e IV° secolo. Nella zona a Est ci sono degli insediamenti ancora più tardivi del V° sec». «È stata radicale l’asportazione verso Sud», sottolinea la soprintendente, «e non sono rimaste tracce di elementi architettonici. La villa mantiene il classico schema a "U", tipico delle ville venete, mentre possiamo escludere sia stata tutta chiusa. Il fronte di 51 metri indica un complesso di medie dimensioni, anche se non l’abbiamo trovata tutta, questo è un elemento importante poiché un tempo la dimensione sociale del proprietario era legata alla dimensione del "fundus". La villa guarda a mezzogiorno, con un piano che degrada mollemente verso Sud».
Manicardi, ha mostrato con diapositive le fasi degli scavi e i ritrovamenti. «Sono presenti numerose canalizzazioni e una cisterna verso occidente, che danno l’idea del sistema di rifornimento dell’acqua». Infatti il sito prende il nome della località: «Le Fontane», poiché un tempo dove ora c’è la rotonda, si trovava una sorgente d’acqua con anche lavatoi. «Negli ambienti sono emersi anche fornaci e focolai», sottolinea Manicardi. «Le pavimentazioni invece sono state tutte asportate: la villa in epoche sucessive è stata spogliata degli elementi di valore. Sono emersi durante gli scavi alcune ceramiche di vernice nera, quindi di qualità e di età augustea; alcune monete del I° secolo, anfore di prima età imperiale, alcuni vasi, ceramiche di terra sigillata e di terra africana. Altre monete della prima media età imperiale, mentre il grosso delle monete sono molto corrose, risalenti al V°- VII° secolo».
«Lo studio deve essere ancora completato, speriamo di trovare ulteriori elementi», ha concluso l’archeologo. Le necropoli trovate al Monte delle Bionde e alla Cappuccina, sono considerate probabilmente legate a questa azienda agricola d’epoca romana.A.S.