Torna a splendere il "Sarcofago delle muse"
Marta Pepe
Avanti 24/4/2008
Recuperato recentemente nell'area della necropoli delllsola Sacra a Fiumicino, poco prima di essere trafugato e venduto, il prezioso marmo - battezzato "Sarcofago delle muse" - è stato presentato lo scorso 17 aprile dal soprintendente per i Beni archeologici di Ostia, Marina Sapelli Ragni, presso il museo Ostiense della città balneare.
Il marmo è greco ed è databile al II secolo d.C; lungo 174 centimetri e largo 44, reca un fregio sulla parte anteriore con le nove muse condotte da Apollo alla presenza di Athena, mentre sui lati e sul coperchio sono raffigurate scene di conversazione tra filosofi e poeti. L'opera testimonia e rappresenta allegoricamente la società del tempo, elitaria, colta e raffinata, in cui l'attenzione per una sfera più intima e serena faceva da contrappunto alla tormentata situazione politica che l'impero romano si trovava ad attraversare in quel periodo. La cultura era, dunque, precipua anche in ambito funerario: la vita ultraterrena era connessa, infatti, alla poesia e alla musica e la sì guadagnava attraverso la vita meditativa e lo studio.
L'iconografìa delle divine cantrici figlie di Zeus e Mnemosine, evocate anche da Omero nell'Iliade e nell'Odissea, proviene dal mondo classico e giunge al repertorio roma- no attraverso diverse formulazioni ellenistiche. Successivamente trova una notevole diffusione in pittura, nelle decorazioni musive e nelle sculture. Il sarcofago, che si caratterizza per la completezza, per l'ottimo stato di conservazione e naturalmente per l'esecuzione pregevole, proviene da officine romane, forse ostiensi.
L'operazione di recupero, condotta dalla Guardia di Finanza-Nucleo Polizia Tributaria di Roma (Tutela Patrimonio Archeologico) ha evitato il trafugamento e la dispersione del sarcofago ed ha impedito la manomissione della sepoltura contenuta al suo interno, che è oggetto di studio presso la sezione di Antropologia del museo nazionale statale "Luigi Pigorini". "In casi come questi - ha detto Vito Augelli, comandante del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma - chi ritrova un reperto farebbe meglio a denunciare subito la scoperta agli organi competenti in modo da incassare il premio di ritrovamento, pari al 25% del valore dell'opera".
In considerazione dell'importanza della scoperta, il ministero per i Beni e le Attività culturali ha stanziato in questi giorni un finanziamento che permetterà di intraprendere degli scavi proprio nell'area del recupero.
Marta Pepe
Avanti 24/4/2008
Recuperato recentemente nell'area della necropoli delllsola Sacra a Fiumicino, poco prima di essere trafugato e venduto, il prezioso marmo - battezzato "Sarcofago delle muse" - è stato presentato lo scorso 17 aprile dal soprintendente per i Beni archeologici di Ostia, Marina Sapelli Ragni, presso il museo Ostiense della città balneare.
Il marmo è greco ed è databile al II secolo d.C; lungo 174 centimetri e largo 44, reca un fregio sulla parte anteriore con le nove muse condotte da Apollo alla presenza di Athena, mentre sui lati e sul coperchio sono raffigurate scene di conversazione tra filosofi e poeti. L'opera testimonia e rappresenta allegoricamente la società del tempo, elitaria, colta e raffinata, in cui l'attenzione per una sfera più intima e serena faceva da contrappunto alla tormentata situazione politica che l'impero romano si trovava ad attraversare in quel periodo. La cultura era, dunque, precipua anche in ambito funerario: la vita ultraterrena era connessa, infatti, alla poesia e alla musica e la sì guadagnava attraverso la vita meditativa e lo studio.
L'iconografìa delle divine cantrici figlie di Zeus e Mnemosine, evocate anche da Omero nell'Iliade e nell'Odissea, proviene dal mondo classico e giunge al repertorio roma- no attraverso diverse formulazioni ellenistiche. Successivamente trova una notevole diffusione in pittura, nelle decorazioni musive e nelle sculture. Il sarcofago, che si caratterizza per la completezza, per l'ottimo stato di conservazione e naturalmente per l'esecuzione pregevole, proviene da officine romane, forse ostiensi.
L'operazione di recupero, condotta dalla Guardia di Finanza-Nucleo Polizia Tributaria di Roma (Tutela Patrimonio Archeologico) ha evitato il trafugamento e la dispersione del sarcofago ed ha impedito la manomissione della sepoltura contenuta al suo interno, che è oggetto di studio presso la sezione di Antropologia del museo nazionale statale "Luigi Pigorini". "In casi come questi - ha detto Vito Augelli, comandante del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma - chi ritrova un reperto farebbe meglio a denunciare subito la scoperta agli organi competenti in modo da incassare il premio di ritrovamento, pari al 25% del valore dell'opera".
In considerazione dell'importanza della scoperta, il ministero per i Beni e le Attività culturali ha stanziato in questi giorni un finanziamento che permetterà di intraprendere degli scavi proprio nell'area del recupero.