ROMA - Colosseo, i sotterranei dei gladiatori Pronto il progetto per aprire al pubblico gli spazi nascosti dell´arena
CARLO ALBERTO BUCCI
MARTEDÌ, 22 APRILE 2008 LA REPUBBLICA - Roma
Prevista la ricostruzione di due degli ottanta montacarichi in legno che facevano salire le belve e i combattenti
Il dietro le quinte è pieno di fascino, anche se scenografie e sipari sono spariti da secoli. Perché tra il doppio ordine di magnifici ruderi che servivano da supporto al palco in legno - sotto, insomma, il celebre piano di "Sangue e arena" - si muovevano le belve che sbranavano i condannati a morte, le fiere impiegate per le cacce, gli spietati atleti dei giochi gladiatori, ma anche gli attrezzisti, gli scenografi e i manovali: le centinaia di persone immerse al lavoro nel ventre oscuro del Colosseo.
I sei milioni di visitatori che ogni anno varcano la soglia del monumento simbolo di Roma dall´80 d. C. in cui fu inaugurato, possono però vedere solo da lontano (dall´alto) quel labirinto di cunicoli, stradine e possenti pareti sotterranee costruite a partire da Domiziano e fino al V secolo continuamente trasformate. C´è tuttavia un piano che punta a portare il pubblico di oggi nello spazio vietato ai 75mila spettatori (questa la capienza massima stimata dell´anfiteatro Flavio) dei giochi di allora. La Soprintendenza archeologica, guidata da Angelo Bottini, sta infatti lavorando al progetto tecnico di restauro e di apertura al pubblico di almeno una parte dei magnifici sotterranei. E questo in forza di una prima trance di 900mila euro previsti dalla legge Roma Capitale ma in attesa di essere finanziati.
Scendere fino al piano più basso dell´anfiteatro Flavio - sotto il quale si trovano i mosaici delle case repubblicane abbattute da Nerone per creare il lago della Domus aurea, sul quale Vespasiano fece costruire lo stadio - significa conquistare il centro dell´arena. E poter guardare il colosso di marmo che si staglia contro il cielo, dal punto di vista dei gladiatori osannati dal pubblico.
«In realtà dobbiamo immaginare che l´arena in legno, inizialmente un piano smontabile a seconda delle esigenze, sovrastava le nostre teste» spiega Rossella Rea, dall´85 direttore scientifico del monumento. «E che qui sotto c´erano solo le torce ad illuminare l´ambiente». L´arena in legno costruita otto anni fa per riprodurre una parte di quella originale, ha ospitato anche tragedie greche messe in scena anche con l´ausilio di cavalli. «Erano solo tre, ma qui sotto il rumore era comunque terrificante. E dagli spazi delle assi in legno, pioveva giù sabbia».
I sotterranei dell´anfiteatro Flavio sono la parte meglio studiata del Colosseo. Entro un anno vedrà la luce un libro con gli studi sull´architettura (a cura dell´Istituto archeologico germanico) e con le analisi deli scavi (settore indagato dalla Soprintendenza speciale di Roma). La storia dei giochi narra di ottanta montacarichi che, grandi come un ascensore, servivano a portare animali e gladiatori direttamente sul "ring". Gli studiosi hanno ricostruito la meccanica di questi sistemi di elevazione e i modellini in legno fanno parte della visita al monumento. Il progetto di apertura dei sotterranei prevede la ricostruzione, fedele all´antico, di due di quei montacarichi. Permetteranno ai turisti di scendere e salire. E di immergersi - senza giochi virtuali, ma attraverso corde, pelli, tavole e sabbia - nella straordinaria macchina scenica dell´antica Roma.
CARLO ALBERTO BUCCI
MARTEDÌ, 22 APRILE 2008 LA REPUBBLICA - Roma
Prevista la ricostruzione di due degli ottanta montacarichi in legno che facevano salire le belve e i combattenti
Il dietro le quinte è pieno di fascino, anche se scenografie e sipari sono spariti da secoli. Perché tra il doppio ordine di magnifici ruderi che servivano da supporto al palco in legno - sotto, insomma, il celebre piano di "Sangue e arena" - si muovevano le belve che sbranavano i condannati a morte, le fiere impiegate per le cacce, gli spietati atleti dei giochi gladiatori, ma anche gli attrezzisti, gli scenografi e i manovali: le centinaia di persone immerse al lavoro nel ventre oscuro del Colosseo.
I sei milioni di visitatori che ogni anno varcano la soglia del monumento simbolo di Roma dall´80 d. C. in cui fu inaugurato, possono però vedere solo da lontano (dall´alto) quel labirinto di cunicoli, stradine e possenti pareti sotterranee costruite a partire da Domiziano e fino al V secolo continuamente trasformate. C´è tuttavia un piano che punta a portare il pubblico di oggi nello spazio vietato ai 75mila spettatori (questa la capienza massima stimata dell´anfiteatro Flavio) dei giochi di allora. La Soprintendenza archeologica, guidata da Angelo Bottini, sta infatti lavorando al progetto tecnico di restauro e di apertura al pubblico di almeno una parte dei magnifici sotterranei. E questo in forza di una prima trance di 900mila euro previsti dalla legge Roma Capitale ma in attesa di essere finanziati.
Scendere fino al piano più basso dell´anfiteatro Flavio - sotto il quale si trovano i mosaici delle case repubblicane abbattute da Nerone per creare il lago della Domus aurea, sul quale Vespasiano fece costruire lo stadio - significa conquistare il centro dell´arena. E poter guardare il colosso di marmo che si staglia contro il cielo, dal punto di vista dei gladiatori osannati dal pubblico.
«In realtà dobbiamo immaginare che l´arena in legno, inizialmente un piano smontabile a seconda delle esigenze, sovrastava le nostre teste» spiega Rossella Rea, dall´85 direttore scientifico del monumento. «E che qui sotto c´erano solo le torce ad illuminare l´ambiente». L´arena in legno costruita otto anni fa per riprodurre una parte di quella originale, ha ospitato anche tragedie greche messe in scena anche con l´ausilio di cavalli. «Erano solo tre, ma qui sotto il rumore era comunque terrificante. E dagli spazi delle assi in legno, pioveva giù sabbia».
I sotterranei dell´anfiteatro Flavio sono la parte meglio studiata del Colosseo. Entro un anno vedrà la luce un libro con gli studi sull´architettura (a cura dell´Istituto archeologico germanico) e con le analisi deli scavi (settore indagato dalla Soprintendenza speciale di Roma). La storia dei giochi narra di ottanta montacarichi che, grandi come un ascensore, servivano a portare animali e gladiatori direttamente sul "ring". Gli studiosi hanno ricostruito la meccanica di questi sistemi di elevazione e i modellini in legno fanno parte della visita al monumento. Il progetto di apertura dei sotterranei prevede la ricostruzione, fedele all´antico, di due di quei montacarichi. Permetteranno ai turisti di scendere e salire. E di immergersi - senza giochi virtuali, ma attraverso corde, pelli, tavole e sabbia - nella straordinaria macchina scenica dell´antica Roma.