ROMA -
Domus Aurea, operazione bonifica Per i restauri, via i giardini: acqua e radici minacciano le volte
CARLO ALBERTO BUCCI
VENERDÌ, 04 APRILE 2008 la repubblica - Roma
Partita la gara tra le imprese. Piano da 13 milioni. Al lavoro botanici, ingegneri, chimici
Le radici degli alberi sono arrivate a minacciare le volte affrescate. E, insieme con l´umidità dei prati di Colle Oppio, hanno messo in crisi le "grottesche" della Domus aurea che sovrastano da secoli. Ma ora è partita la caccia alla squadra che dovrà salvare la casa di Nerone. Un´impresa lunga e piena d´insidie per le società che scenderanno in gara. E che potrà essere coronata con successo dalle società si presenteranno ai nastri di partenza con un progetto che preveda lavori di messa in sicurezza, di restauro e di impermeabilizzazione delle coperture ma che non escluda le visite del pubblico. Tenendo inoltre presente che dagli interri più corposi potrebbero saltare fuori resti e vestigia sconosciuti.
Seguito dal commissario straordinario per la Domus aurea Luciano Marchetti (già direttore regionale del Lazio, ora in Emilia) e dal soprintendente Angelo Bottini, il piano di salvataggio della Domus si fonda sul progetto elaborato dalla Soprintendenza archeologica di Roma con l´ausilio di consulenti esterni (come lo strutturista Giorgio Croci o la botanica Giulia Caneva di Roma Tre). E detta condizioni precise. Si dovrà rimuovere il manto verde che sovrasta le volte. E, prima di rimettere zolle, alberi, giardini, sulle spalle della Domus, dovrà essere realizzata una guaina impermeabile, ma anche canali di smaltimento delle acque. Si dovranno realizzare tettoie per proteggere dalla pioggia l´estradosso delle volte affrescate. E si dovranno rimuovere le radici più profonde e pericolose, la cui posizione precisa è stata fornita - tra le altre informazioni - dai rilievi realizzati con il laser scanner nella mappatura in 3D.
Il bando è stato pubblicato a fine marzo sulla gazzetta ufficiale, anche su quella europea. E le aziende hanno tempo fino al 5 maggio per fare domanda. Fatte le pre-qualifiche, si entrerà nel vivo della gara. Sul piatto ci sono innanzitutto i tre milioni destinati al primo lotto di lavori. Ma chi si aggiudicherà la prima fetta, sarà quasi certamente lo stesso che metterà mano ai successivi lotti di interventi e ai relativi - ma ancora da finanziare - dieci milioni di euro. E questo perché le imprese di restauro dovranno presentare un progetto definitivo relativo a tutta l´area interessata dai micro crolli di intonaci che, nel dicembre 2005, indussero la soprintendenza a chiudere la domus di Nerone alla folla dei visitatori.
La riapertura parziale dal febbraio del 2007 ha riportato il pubblico tra ciò che rimane della sconfinata reggia di fasto orientale voluta dall´imperatore incendiario dopo il rogo del 64 d.C., e contro la quale si accanirono i suoi successori costruendovi sopra le terme (Tito e Traiano) ma anche l´anfiteatro Flavio. Oggi solo un terzo della Domus è visitabile. E i gruppi organizzati di 20 persone alla volta si devono fermare alla "volta dorata". I nuovi interventi riguarderanno, per il primo lotto, gli ambienti intorno alla magnifica sala ottagona. E l´azienda che s´aggiudicherà la commessa avrà 620 giorni per presentare il progetto definitivo e per portare a termine il lavoro.
In questo cantiere dalle molte specializzazioni (ingegneri, restauratori, botanici), le ditte concorrenti dovranno tenere presenti anche i problemi climatici (l´umidità dovrà essere tolta facendo attenzione a non seccare troppo l´aria: un pericolo per le pitture). Ma pure il desiderio di turisti e appassionati di tornare nelle stanze di Nerone: per questo un´ipotesi di "cantiere aperto" appare la benvenuta.
Domus Aurea, operazione bonifica Per i restauri, via i giardini: acqua e radici minacciano le volte
CARLO ALBERTO BUCCI
VENERDÌ, 04 APRILE 2008 la repubblica - Roma
Partita la gara tra le imprese. Piano da 13 milioni. Al lavoro botanici, ingegneri, chimici
Le radici degli alberi sono arrivate a minacciare le volte affrescate. E, insieme con l´umidità dei prati di Colle Oppio, hanno messo in crisi le "grottesche" della Domus aurea che sovrastano da secoli. Ma ora è partita la caccia alla squadra che dovrà salvare la casa di Nerone. Un´impresa lunga e piena d´insidie per le società che scenderanno in gara. E che potrà essere coronata con successo dalle società si presenteranno ai nastri di partenza con un progetto che preveda lavori di messa in sicurezza, di restauro e di impermeabilizzazione delle coperture ma che non escluda le visite del pubblico. Tenendo inoltre presente che dagli interri più corposi potrebbero saltare fuori resti e vestigia sconosciuti.
Seguito dal commissario straordinario per la Domus aurea Luciano Marchetti (già direttore regionale del Lazio, ora in Emilia) e dal soprintendente Angelo Bottini, il piano di salvataggio della Domus si fonda sul progetto elaborato dalla Soprintendenza archeologica di Roma con l´ausilio di consulenti esterni (come lo strutturista Giorgio Croci o la botanica Giulia Caneva di Roma Tre). E detta condizioni precise. Si dovrà rimuovere il manto verde che sovrasta le volte. E, prima di rimettere zolle, alberi, giardini, sulle spalle della Domus, dovrà essere realizzata una guaina impermeabile, ma anche canali di smaltimento delle acque. Si dovranno realizzare tettoie per proteggere dalla pioggia l´estradosso delle volte affrescate. E si dovranno rimuovere le radici più profonde e pericolose, la cui posizione precisa è stata fornita - tra le altre informazioni - dai rilievi realizzati con il laser scanner nella mappatura in 3D.
Il bando è stato pubblicato a fine marzo sulla gazzetta ufficiale, anche su quella europea. E le aziende hanno tempo fino al 5 maggio per fare domanda. Fatte le pre-qualifiche, si entrerà nel vivo della gara. Sul piatto ci sono innanzitutto i tre milioni destinati al primo lotto di lavori. Ma chi si aggiudicherà la prima fetta, sarà quasi certamente lo stesso che metterà mano ai successivi lotti di interventi e ai relativi - ma ancora da finanziare - dieci milioni di euro. E questo perché le imprese di restauro dovranno presentare un progetto definitivo relativo a tutta l´area interessata dai micro crolli di intonaci che, nel dicembre 2005, indussero la soprintendenza a chiudere la domus di Nerone alla folla dei visitatori.
La riapertura parziale dal febbraio del 2007 ha riportato il pubblico tra ciò che rimane della sconfinata reggia di fasto orientale voluta dall´imperatore incendiario dopo il rogo del 64 d.C., e contro la quale si accanirono i suoi successori costruendovi sopra le terme (Tito e Traiano) ma anche l´anfiteatro Flavio. Oggi solo un terzo della Domus è visitabile. E i gruppi organizzati di 20 persone alla volta si devono fermare alla "volta dorata". I nuovi interventi riguarderanno, per il primo lotto, gli ambienti intorno alla magnifica sala ottagona. E l´azienda che s´aggiudicherà la commessa avrà 620 giorni per presentare il progetto definitivo e per portare a termine il lavoro.
In questo cantiere dalle molte specializzazioni (ingegneri, restauratori, botanici), le ditte concorrenti dovranno tenere presenti anche i problemi climatici (l´umidità dovrà essere tolta facendo attenzione a non seccare troppo l´aria: un pericolo per le pitture). Ma pure il desiderio di turisti e appassionati di tornare nelle stanze di Nerone: per questo un´ipotesi di "cantiere aperto" appare la benvenuta.