ORBETELLO.Una fornace sotto le dune della Feniglia. Di epoca romana appare simile a quella venuta alla luce ad Albinia
Paola Tana
GIOVEDÌ, 30 AGOSTO 2007 il Tirreno - Grosseto
Incantevole per i suoi paesaggi tra mari azzurri e colline verdeggianti, affascinante e ricca di tesori di un antichità che non finisce mai di svelarsi. Questa è la Costa d’Argento, dall’Argentario a Orbetello, da Capalbio al Giglio, passando per le meraviglie di Magliano. Il cui sottosuolo, se solo lo si «interpella» con adeguanti sondaggi, parla. E racconta di una società antichissima, a cavallo della nascita di Cristo, in cui i nostri avi erano già impegnati nelle attività di industria e commercio.
Dopo la fabbrica di anfore scoperta alla saline di Albinia che gli studiosi hanno permesso alla gente comune di visitare durante tutta l’estate, ecco proporsi in tutto il suo interesse un altro sito archeologico nella duna della Feniglia.
Sotto le suole di quanti si recano al mare come sotto le ruote delle biciclette di chi cerca passeggiate al riparo degli scarichi delle auto, vivono i resti di una civiltà antichissima che adesso ha ben pochi segreti. E ciò per merito di alcuni appassionati di archeologia locali, come Emidio Cagnoli i quali, appena hanno avuto sentore che l’area intorno alla laguna celava reperti di enorme interesse, si sono adoperati per far iniziare gli scavi. E le conferme della loro intuizione, accompagnate da piacevoli sorprese, non sono mancate. Testimonianze del periodo che va dall’8º al 2º secolo avanti Cristo sono emerse lungo le sponde interne della laguna ed in Feniglia, intorno al palazzo della Forestale.
«Siamo risaliti a 3000 anni fa - spiega Cagnoli - e, per il momento sono venuti alla luce resti di una fornace che produceva anfore, fiaschi e cocciame di quel periodo. E sta venendo fuori anche un vasto abitato che circondava la fabbrica. Tutto ciò lascia supporre che in quell’epoca, nella valle dell’Albegna, si viveva di commercio». Ad ogni modo, per saperne di più, la cittadinanza è invitata a partecipare alla conferenza che si terrà domani alle ore 17,30 nella sala dell’Oratorio Sant’Antonio ad Orbetello. Ad organizzare la giornatq di studi, che avrà un’appendice la mattina successiva alle 10,30 con la visita guidata agli scavi, i circoli culturali «Gastone Mariotti» e «Sant’antonio» di Orbetello e l’Università degli Studi di Milano, centro studi di preistoria e archeologia, che ha materialmente effettuato il lavoro.
Realtà distanti ma che hanno avuto come punto di congiunzione il professor Massimo Cardosa, orbetellano che viene spesso in ferie nella terra di origine. E proprio durante uno di questi soggiorni, Cardosa ha accettato volentieri di mettere a disposizione dei concittadini, il patrimonio di conoscenze acquisito fino ad oggi.
E’ nata così l’idea del convegno che sarà introdotto dalla professoressa Nuccia Negroni Catacchio e che vivrà delle relazione dello stesso Cardosa («Tra preistoria e storia. Gli etruschi delle origini: paesaggi d’acque nel territorio di Orbetello») e della dottoressa Laura Benedetti («Duna della Feniglia: un insediamento’industriale’ della prima età del ferro»). Poi, sabato mattina, tutti a verificare «dal vivo» la natura degli scavi.
Paola Tana
GIOVEDÌ, 30 AGOSTO 2007 il Tirreno - Grosseto
Incantevole per i suoi paesaggi tra mari azzurri e colline verdeggianti, affascinante e ricca di tesori di un antichità che non finisce mai di svelarsi. Questa è la Costa d’Argento, dall’Argentario a Orbetello, da Capalbio al Giglio, passando per le meraviglie di Magliano. Il cui sottosuolo, se solo lo si «interpella» con adeguanti sondaggi, parla. E racconta di una società antichissima, a cavallo della nascita di Cristo, in cui i nostri avi erano già impegnati nelle attività di industria e commercio.
Dopo la fabbrica di anfore scoperta alla saline di Albinia che gli studiosi hanno permesso alla gente comune di visitare durante tutta l’estate, ecco proporsi in tutto il suo interesse un altro sito archeologico nella duna della Feniglia.
Sotto le suole di quanti si recano al mare come sotto le ruote delle biciclette di chi cerca passeggiate al riparo degli scarichi delle auto, vivono i resti di una civiltà antichissima che adesso ha ben pochi segreti. E ciò per merito di alcuni appassionati di archeologia locali, come Emidio Cagnoli i quali, appena hanno avuto sentore che l’area intorno alla laguna celava reperti di enorme interesse, si sono adoperati per far iniziare gli scavi. E le conferme della loro intuizione, accompagnate da piacevoli sorprese, non sono mancate. Testimonianze del periodo che va dall’8º al 2º secolo avanti Cristo sono emerse lungo le sponde interne della laguna ed in Feniglia, intorno al palazzo della Forestale.
«Siamo risaliti a 3000 anni fa - spiega Cagnoli - e, per il momento sono venuti alla luce resti di una fornace che produceva anfore, fiaschi e cocciame di quel periodo. E sta venendo fuori anche un vasto abitato che circondava la fabbrica. Tutto ciò lascia supporre che in quell’epoca, nella valle dell’Albegna, si viveva di commercio». Ad ogni modo, per saperne di più, la cittadinanza è invitata a partecipare alla conferenza che si terrà domani alle ore 17,30 nella sala dell’Oratorio Sant’Antonio ad Orbetello. Ad organizzare la giornatq di studi, che avrà un’appendice la mattina successiva alle 10,30 con la visita guidata agli scavi, i circoli culturali «Gastone Mariotti» e «Sant’antonio» di Orbetello e l’Università degli Studi di Milano, centro studi di preistoria e archeologia, che ha materialmente effettuato il lavoro.
Realtà distanti ma che hanno avuto come punto di congiunzione il professor Massimo Cardosa, orbetellano che viene spesso in ferie nella terra di origine. E proprio durante uno di questi soggiorni, Cardosa ha accettato volentieri di mettere a disposizione dei concittadini, il patrimonio di conoscenze acquisito fino ad oggi.
E’ nata così l’idea del convegno che sarà introdotto dalla professoressa Nuccia Negroni Catacchio e che vivrà delle relazione dello stesso Cardosa («Tra preistoria e storia. Gli etruschi delle origini: paesaggi d’acque nel territorio di Orbetello») e della dottoressa Laura Benedetti («Duna della Feniglia: un insediamento’industriale’ della prima età del ferro»). Poi, sabato mattina, tutti a verificare «dal vivo» la natura degli scavi.