domenica 27 aprile 2008

ROMA - CAMPIDOGLIO: Quassù abitava il dio dei cittadini

ROMA - CAMPIDOGLIO: Quassù abitava il dio dei cittadini
ANDREA CARANDINI
27 APRILE 2008, LA REPUBBLICA

Sul Palatino risiedettero i re e poi gli imperatori Serviva un´altra sommità per rappresentare la "cosa pubblica": è lì che nacque l´idea di interesse generale

Per fare Roma serviva un abitato non solamente unito ma retto da un potere centrale: il re e la cittadella benedetta e inviolabile del Palatino. Serviva un abitato diviso in rioni dove ospitare un popolo: i Quirites nelle curiae, protetti dal Quirinus venerato sul Quirinale. Serviva un luogo centrale e neutrale in cui il potere "primario" del re potesse confrontarsi con quelli "secondari" degli aristocratici e del popolo uniti in assemblea: il Forum e il Comitium, che erano al di fuori di ogni curia. Serviva un dio civico ospitato su una altura, anch´essa al di sopra di ogni parte: Giove Feretrio sul Campidoglio. Serviva un´altra altura da cui osservare il volo degli uccelli, espressione di Giove: l´Arx (altra cima del Campidoglio, dove è l´Ara Coeli) con l´osservatorio o auguraculum protetto da Giunone. La città era dunque fatta di parti (l´insieme di curiae, il Palatino inaugurato) e di parti al di sopra delle parti (il Foro e il Campidoglio/Arce), come Washington nel neutrale Columbia District.
Giove presiedeva allora un "triumvirato" di cui facevano parte Marte, dio del Lupercale (ai piedi del Palatino verso l´Aventino), generatore e protettore di re, e Quirino, protettore del popolo articolato in rioni. Vi è dunque una triade topografica oltre che teologica, ché il Palatino rappresentava i montes ("rione Monti"), il Quirinale il collis ("il colle più alto") e il Foro-Capidoglio/Arce la "cosa pubblica" dei Romani. Qui nasce l´idea di "interesse generale".
Questo Giove era rappresentato da una pietra (lapis) custodita in una capanna posta ai piedi di una quercia sacra, cui Romolo aveva appeso le armi di Acrone di Caenina (La Rustica?), monito ai poteri signorili nelle campagne che non intendevano assoggettarsi al sovrano: all´origine della città-stato vi è il sangue.
La guerra era allora attività stagionale e, quando a fine estate i cittadini armati tornavano in città, il re deponeva le spoglie del nemico al lapis del Campidoglio: era l´ovatio. La pietra sacra sanciva anche il giuramento (iusiurandum). Con essa si uccideva una scrofa a monito dello spergiuro, destinato al fulmine di Giove. Era un modo di dare prevedibilità al futuro che venne chiamato ius. Sul Campidoglio è stato inventato il diritto, nel Foro la politica, sul Palatino il potere sovrano, da Romolo a Augusto.
Sul Campidoglio era venerato anche un masso sacro a Terminus, dio delle inamovibili pietre di confine, garanzia delle proprietà pubbliche e private. Simboleggiava il centro dell´agro, il cui limite era segnato da un altro culto allo stesso dio, all´Acqua Acetosa. Terminus era anche il dio della fine dell´anno. Sul Campidoglio si osservavano le fasi della luna che regolavano il tempo festivo organizzato in un calendario di dieci mesi: quanto la gravidanza di una donna, più una ventina di giorni di sterilità dopo parto, che era il natale dei Romani, prima di diventare negli stessi giorni il natale di Cristo. Il calendario era presieduto da Giove che proteggeva le idi al culmine del ciclo lunare, e da Giunone che proteggeva le calende, all´inizio del ciclo lunare. Giunone aveva un suo luogo di culto sull´Arce e davanti al suo tempio c´era l´osservatorio del volo degli uccelli da cui si dominava l´urbs e l´ager.
Questa è la prima Roma, da Romolo a Anco Marcio. Venne poi Tarquinio Prisco, grande signore cosmopolita (greco-etrusco-romano). Diede inizio a una rivoluzione antiaristocratica, che Servio Tullio - suo bastardo? - porterà a termine: servo della dimora regia fattosi tiranno per sconfiggere la fronda gentilizia e farsi amare dal popolo. Fu lui a ideare agli inizi del Sesto secolo avanti Cristo un nuovo Giove sul Campidoglio.
Non più il triumviro divino, ma un Giove ottimo e massimo, che con le donne di casa - Giunone e Minerva - dominava ogni altro dio, un tiranno divino buono il cui rappresentante in terra era il tiranno buono umano... Per lui, non una capannetta, ma un tempio colossale, dove terminavano i trionfi (ma si continuò a giurare a Giove Feretrio). Tarquinio riuscì solo a cominciare i lavori, ma la statua di Giove in terracotta, prima statua di culto in forma umana, venne subito realizzata, per cui venne costruito sul Quirinale un tempietto (Capitolium Vetus) per ospitare la statua durante i lavori. Completò il tempio Tarquinio il Superbo, tiranno cattivo presto cacciato da Roma, dove i patrizi riguadagnarono il terreno perduto, fondarono la Repubblica e dedicarono il tempio trasformandolo in simbolo della res publica liberata dai re. Il calendario acquisì allora due mesi: gennaio e febbraio, ma dicembre è ancora l´ultimo mese pur alludendo ai dieci mesi del calendario primitivo.
Chiunque si rechi nel Palazzo dei Conservatori può osservare le fondazioni immani del tempio capitolino: uno dei maggiori del Mediterraneo, manifestazione della grande Roma dei Tarquini. Dovrebbero andarci anche gli storici antichi che ritengono ancora che Roma sia nata come città al tempo dei Taurini e non in quello di Romolo. Si accorgeranno che nel Sesto secolo Roma non è neonata ma florida ragazza.
Faranno concorrenza a questo Giove l´Apollo-Sole di Augusto sul Palatino e il Cristo di Costantino venerato in periferia. Così Roma è tramontata, ma il Campidoglio guadagnato alla democrazia è ancora parte ineliminabile della nostra identità: la cosa pubblica e il conseguente interesse generale.
Roma è ancora da raccontare e, se non la narriamo, i turisti sciameranno verso le "città proibite", contrario esatto della "città aperta" per eccellenza, miscuglio di latini, sabini, etruschi. Ma per raccontare Roma all´altezza dei tempi occorre smettere di guardare indietro, alla cartapesta delle passate dittature, e progettare una storia seria e comunicativa guardando in avanti, preparando il futuro. Teatro-portale di questo racconto deve essere il Museo della città previsto nell´edificio in fondo al Circo Massimo. Riusciremo nei prossimi anni a realizzarlo?