martedì 29 aprile 2008

Da sede del tempio di Ercole documentato nel Cippus Abellanus all’attuale Antiquarium

CAMPANIA
Da sede del tempio di Ercole documentato nel Cippus Abellanus all’attuale Antiquarium
08/06/2007 IL MATTINO

Il luogo dove oggi sorge Cimitile ospitò, anticamente, un tempio di Ercole, secondo alcuni identificabile probabilmente con quello che è oggetto del trattato fra la stessa Nola e Avella, riportato nel Cippus Abellanus, il più importante documento della lingua osca e sannita per l’uso comune del santuario e di un fondo adiacente. Molto importante per la storia dell’epigrafia italica, il Cippo Abellano è un blocco monolitico di pietra calcarea, alto circa due metri, largo 55 cm e spesso 27,5 cm, rinvenuto nel 1745 nel territorio dell’antica Abella e riutilizzata come soglia di una porta. Attualmente, il cippo è conservato presso il seminario arcivescovile di Nola. Il testo del cippo, abbastanza lungo, riguarda l’accordo stipulato tra le città di Abella e Nola in merito a un santuario di Ercole costruito in territorio comune; probabilmente, il trattato fu redatto in occasione di una riorganizzazione del culto. L’atto risulta stipulato fra due magistrati (meddix) e descrive i confini del santuario, le sue proprietà, la regolamentazione edilizia all’interno e all’esterno del recinto sacro, indicando anche il confine tra i territori delle due città. In epoca romana il territorio rurale, occupato da ville, ospitò quindi un nucleo originario di una necropoli destinato a espandersi. Ed è proprio dalla iniziale funzione cimiteriale che l’odierna Cimitile deriva il nome (da Coemeterium Nolanum), anche se qualcuno ipotizza che il nome potrebbe derivare da Kimetil, perché in quel luogo i padri semitici ebbero una ferriera, una fornace per lavorare il ferro: ciò che appunto significa il nome originario ebraico. Lunghe e difficili sono state le operazioni di scavo del sito e notevoli i lavori di restauro, dai quali è possibile oggi intuire la complessa stratificazione dalla basilica di San Felice in Pincis, comprendente quel che resta della basilica originaria a due navate. Attualmente, l’Antiquarium è parte del complesso archeologico delle basiliche, nel presbiterio della basilica vetus: vi si conservano epigrafi romane, un sarcofago romano riutilizzato nel V-VI sec. d.C., marmi riutilizzati, numerosi reperti ceramici, tra cui vasi e lucerne. d.t.