martedì 22 dicembre 2009

Scoperta villa romana a Sipicciano.

Scoperta villa romana a Sipicciano.
SIPICCIANO 21.12.2009

Costruzione rustica che occupava una superficie di oltre duemila metri quadrati. Il ritrovamento di Archeotuscia. Avviata una campagna di scavi.

In alto uno dei mosaici ritrovati nella villa, sotto l’area

Una scoperta di rilevante importanza scientifica, che arricchisce considerevolmente il già notevole patrimonio archeologico della Tuscia, è stata effettuata recentemente nel territorio di Sipicciano. Il ritrovamento si deve alla perseverante attività di ricerca, valorizzazione e tutela dei beni culturali promossa dall’Associazione Archeotuscia in tutto il territorio della Provincia. Infatti, alcuni membri dell’associazione, appartenenti alla sezione di Sipicciano, hanno individuato a non grande distanza da questo piccolo borgo della Teverina, un vasto contesto abitativo di epoca romana, documentato da cospicue testimonianze archeologiche emerse a seguito di una profonda aratura del terreno. L’immediato intervento del dottor Angelo Timperi, ispettore di zona della Soprintendenza agli Scavi Archeologici per l’Etruria meridionale, tempestivamente avvertito della scoperta, ha scongiurato la definitiva distruzione delle strutture archeologiche sepolte, pericolosamente minacciate dal proseguimento dei lavori agricoli. Grazie poi all’interessamento della Soprintendente, la dottoressa Anna Maria Moretti, è stato possibile ottenere i finanziamenti necessari per avviare nell’area una campagna di scavo, con idonei mezzi meccanici e tecnici esperti, condotta dall’archeologo Tiziano Gasperoni, sotto la direzione del dottor Timperi, coadiuvato dall’assistente Franco Albanesi. Le indagini hanno riportato alla luce parte di una ricca villa rustica che occupava una superficie di oltre duemila metri quadrati; sono stati individuati numerosi ambienti, pavimentati anche a mosaico, pozzi, fognoli, canalizzazioni di piombo e in terracotta, che insieme alle monete ed ai reperti fittili raccolti nel corso dello scavo stratigrafico, hanno documentato la lunga vita dell’insediamento, rimasto in uso per almeno cinque secoli, dal I sec. a.C. al IV sec. d.C. Di grande interesse scientifico è inoltre il ritrovamento di una singolare costruzione circolare in opus caementicium dal diametro di circa 20 metri e profonda tre, la cui funzione, ancora oggetto di studio, era verosimilmente connessa con scopi idraulici come testimonia anche un ambiente rettangolare ad essa collegato, nel cui pavimento si aprono quattro fori praticati in altrettanti blocchi squadrati di travertino che mettono in comunicazione l’esterno con alcuni ambienti sottostanti. L’importanza dell’insediamento dipendeva anche dalla strategica ubicazione alla sommità di una collina prossima al Tevere; da questa, infatti, era possibile controllare i traffici che si svolgevano lungo il fiume che, essendo anticamente navigabile, costituiva la principale arteria di comunicazione con Roma per le popolazioni che abitavano la sua fertile e splendida valle. Vista l’importanza del ritrovamento, Adriano Santori, sindaco di Graffignano, ha immediatamente manifestato la lungimirante intenzione di attivare, congiuntamente alla Soprintendenza e in collaborazione con l’Associazione Archeotuscia, un piano di tutela e di fruizione turistica del sito, inserendolo in un più ampio progetto di valorizzazione delle evidenze ambientali ed archeologiche del territorio, cui lavorano da tempo anche altre associazioni locali.

http://www.corriereviterbo.it/news.asp?id=26