Il porto romano riemerso a Ostia con la bonifica
Alessandro Fulloni
29 novembre 2009, corriere della sera
La festa è per il 125˚compleanno della bonifica del litorale. Che riserva alcune sorprese. Come la scoperta del primo porto di Roma (la cui ricerca verrà presentata oggi a Ostia Antica, in un documentario filmato), quello che con ogni probabilità era in uso in epoca repubblicana e dal quale salpavano le triremi che combattevano la guerra per mare contro Cartagine. Un ritrovamento in qualche modo riconducibile al lavoro dei contadini romagnoli che resero vivibile un territorio che va da Ostia a Maccarese, oggi popolato da circa seicentomila persone e che ingloba l’aeroporto. La colossale opera di risanamento delle paludi prese il via il 29 novembre 1884 e viene ricordata oggi, a partire dalle 10.30 con un convegno all’Ecomuseo del litorale romano, in via Fosso di Dragoncello 172.
Le condizioni di lavoro erano durissime, sebbene gli scarriolanti e i terrazzieri (quelli che innalzavano le sponde dei canali) romagnoli fossero abituati alla fatica. Il tutto in un ambiente ostile, se non selvaggio, solo paludi, morti per malaria e le frequenti scorrerie dei briganti. Durante la bonifica, dove oggi ci sono Casalpalocco e l’Infernetto e dove anticamente sfociava il Tevere, capitava spesso che venissero ritrovati bitte, sartie e travi risalenti all’epoca romana. Reperti che lasciavano intuire che nel posto potesse esserci un insediamento portuale.
I racconti delle scoperte fatte dai braccianti giunsero alle orecchie di due archeologici dilettanti, Lorenzo Barbieri e Giorgio Pascolini, che negli anni Ottanta cercarono con più insistenza tracce dell’approdo. Investigazioni «fai da te» filmate in documentario che verrà proiettato oggi all’Ecomuseo. Ci sono testimonianze interessanti e curiose, come quella di chi trent’anni fa costruì abusivamente la casa a Stagni di Ostia e che «scavando le fondamenta addirittura trovò una nave romana». Tutto sparito ovviamente, per evitare noie con i vigili urbani. Ma nel 2007 è stata individuata anche una specie di banchina. E gli archeloogi stanno cercando nelle vicinanze altri resti del primo porto di Roma.
Alessandro Fulloni
29 novembre 2009, corriere della sera
La festa è per il 125˚compleanno della bonifica del litorale. Che riserva alcune sorprese. Come la scoperta del primo porto di Roma (la cui ricerca verrà presentata oggi a Ostia Antica, in un documentario filmato), quello che con ogni probabilità era in uso in epoca repubblicana e dal quale salpavano le triremi che combattevano la guerra per mare contro Cartagine. Un ritrovamento in qualche modo riconducibile al lavoro dei contadini romagnoli che resero vivibile un territorio che va da Ostia a Maccarese, oggi popolato da circa seicentomila persone e che ingloba l’aeroporto. La colossale opera di risanamento delle paludi prese il via il 29 novembre 1884 e viene ricordata oggi, a partire dalle 10.30 con un convegno all’Ecomuseo del litorale romano, in via Fosso di Dragoncello 172.
Le condizioni di lavoro erano durissime, sebbene gli scarriolanti e i terrazzieri (quelli che innalzavano le sponde dei canali) romagnoli fossero abituati alla fatica. Il tutto in un ambiente ostile, se non selvaggio, solo paludi, morti per malaria e le frequenti scorrerie dei briganti. Durante la bonifica, dove oggi ci sono Casalpalocco e l’Infernetto e dove anticamente sfociava il Tevere, capitava spesso che venissero ritrovati bitte, sartie e travi risalenti all’epoca romana. Reperti che lasciavano intuire che nel posto potesse esserci un insediamento portuale.
I racconti delle scoperte fatte dai braccianti giunsero alle orecchie di due archeologici dilettanti, Lorenzo Barbieri e Giorgio Pascolini, che negli anni Ottanta cercarono con più insistenza tracce dell’approdo. Investigazioni «fai da te» filmate in documentario che verrà proiettato oggi all’Ecomuseo. Ci sono testimonianze interessanti e curiose, come quella di chi trent’anni fa costruì abusivamente la casa a Stagni di Ostia e che «scavando le fondamenta addirittura trovò una nave romana». Tutto sparito ovviamente, per evitare noie con i vigili urbani. Ma nel 2007 è stata individuata anche una specie di banchina. E gli archeloogi stanno cercando nelle vicinanze altri resti del primo porto di Roma.