lunedì 7 dicembre 2009

Anfore romane nelle viscere dell'ex Tribunale

Anfore romane nelle viscere dell'ex Tribunale
Nicoletta Cozza
03-GEN-2006 IL GAZZETTINO

In totale quelle perfettamente conservate sono nove. Altre, invece, sono a pezzi. Un ritrovamento importante, quindi, visto che si tratta di anfore che dovrebbero avere come minimo circa duemila anni. Sono state rinvenute l'antivigilia di Natale durante i lavori per la trasformazione del vecchio tribunale in un centro culturale. Gli operai addetti al cantiere le hanno trovate scavando sotto il cortile attiguo all'ex aula di corte di assise sotto il diretto controllo della Sovrintendenza Archeologica. I reperti, quindi, sono stati trasferiti nei locali della Sovrintendenza e nei prossimi giorni saranno studiati con molta attenzione per cercare in primis di stabilire con la massima precisione a che periodo appartengono e poi per tentare di appurare come mai fossero presenti in numero così elevato proprio in quel sito.
La prima ipotesi avanzata è che dove attualmente si trova l'edificio del vecchio Tribunale fossero state posizionate con il compito di drenare l'acqua in eccesso: in pratica la catturavano dall'alto e la riversavano ne' terreno, per lasciare asciutta la superficie. Per essere impiegate in questo modo le anfore dovevamo essere collocate in posizione orizzontale, oppure avere un foro dalla parte opposta dell'imboccatura: in pratica l'acqua entrava da una parte e usciva dall'altra. Ma non è escluso che nei sotterranei di quello che per tanti anni è stato il palazzo di Giustizia padovano un tempo ci fosse un'officina, un laboratorio artigiano, di cui sono rimaste queste tracce che ora sono state ri-portate alla luce.
Una risposta che servirà a chiarire il mistero si avrà proprio dall'analisi delle anfore e, forse, anche del loro contenuto. Due, infatti, sono ancora tappate e potrebbero contenere ancora, in mezzo al terriccio che le riempie, anche delle granaglie: nelle prossime ore la Sovrintendenza ai beni Archeologici provvedere alla loro apertura, mentre l'analisi di eventuali resti di piante, o semi, sarà affidata a esperti di paleo botanica, che innanzitutto dovrebbero confrontarli con quelli attuali della stessa specie, per vedere che cambiamenti ci possono essere stati in tutti questi anni. E possibile che dentro ai contenitori ritrovati nelle viscere della terra ci siano anche dei pollini, mescolati, pure in questo caso, alla terra.
Il chiostro dell'antico edificio è stato suddiviso in quattro grandi fasce e finora lo scavo ha interessato soltanto una porzione. Le anfore, e proprio per questo si ipotizza che la loro funzione fosse quella di drenaggio, stavano alla base di una stratificazione di epoca medioevale, mentre manca quella appunto romana. Non è una novità, comunque, trovare tracce appunto di coloro che abitavano a Padova in tempi così lontani.
«Da mesi stiamo lavorando con attenzione negli scavi dell'ex Tribunale - spiega Maria Angela Ruta, responsabile della Tutela Archeologica della Soprintendenza -. Durante questo primo periodo dei lavori sono venuti alla luce anche
altri reperti interessanti, come alcuni muri relativi a costruzioni di epoca medioevale. Per quanto ci riguarda tutto questo è normale perché sapevamo fin dall'inizio che in quel sito si sarebbero trovati strati rinascimentali, appunto medioevali e anche romani. In questi giorni il cantiere è chiuso e sarà riaperto dopo l'Epifania. A quel punto si interverrà sulle altre porzioni dell'area e vedremo se ci saranno altri ritrovamenti importanti, magari proprio risalenti al periodo in cui in quel sito esistevano insediamenti romani».
n cantiere di San Gaetano è seguito con molta attenzione anche da Luisa Boldrin, assessore all'Edilizia Monumentale, che ha effettuato diversi sopralluoghi per valutare lo stato di avanzamento dei lavori. «Qualora in via Alessio fossero rinvenuti reperti importanti, verrà predisposta una copertura in cristallo in modo da renderli visibili», aveva ribadito qualche settimana fa dopo che in una porzione della buca interessata dagli scavi erano state trovate tracce rilevanti di un edificio di epoca medievale. Quest'ultimo, però, quasi sicuramente, d'intesa con la Soprintendenza, dovrà essere eliminato, perché si trova esattamente nel posto dove dovrà sorgere la sala-auditorium e la presenza del vecchio manufatto ridurrebbe in modo significativo le dimensioni del palco. «Si tratta di fondazioni - ha aggiunto Luisa Boldrin - che la Soprintendenza ha autorizzato a coprire e, se necessario, a eliminare».