Recuperata un'ancora della Roma imperiale
Eugenio S. Orrico
Gazzetta del Sud - Cosenza, 27/10/2005
SCALEA - Torna alla luce, dalle acque antistanti Belvedere Marittimo, a pochissimi metri di profondità, un interessantissimo reperto archeologico. Si tratta di un'ancora in piombo dell'Età imperiale romana risalente a quasi 2.300 anni addietro. Il rinvenimento del reperto archeologico ha destato molta curiosità ed interesse tra gli abitanti dell'Alto Tirreno Cosentino.
A fare la scoperta sono stati alcuni pescatori di Cetraro, attratti dalla particolare forma che si intravedeva e che giaceva a pochi metri sul fondo. La curiosità che la sagoma destava, ha spinto i pescatori a ripetute immersioni, immersioni che hanno permesso loro di individuare posizionata adagiata sul fondo l'antichissima ancora. È subito apparso evidente ai pescatori che il reperto sommerso aveva un valore storico. Le seguenti immersioni hanno a-vuto quindi l'obiettivo di recuperare a pochi metri di profondità, l'ancora di notevoli dimensioni: 1,90 metri di lunghezza, per un peso di svariati quintali. Tornato alla luce, il reperto è stato trasportato nella sede dell'Ufficio circondariale marittimo di Cetraro. Successivamente, sottoposto all'analisi del ministero per i Beni e le attività culturali, è emerso che si trattava di un reperto di notevole interesse archeologico e più specificatamente di un'ancora in piombo databile all'avanzata età imperiale Romana. La Roma Imperiale, potente militarmente e forte economicamente, per trecento anni, dall'età Augustea a quella Costantiniana, fece dell'attuale Alto Tirreno Cosentino il punto di passaggio sicuro, di tutti gli spostamenti che si sviluppavano sulla via d'acqua.
Eugenio S. Orrico
Gazzetta del Sud - Cosenza, 27/10/2005
SCALEA - Torna alla luce, dalle acque antistanti Belvedere Marittimo, a pochissimi metri di profondità, un interessantissimo reperto archeologico. Si tratta di un'ancora in piombo dell'Età imperiale romana risalente a quasi 2.300 anni addietro. Il rinvenimento del reperto archeologico ha destato molta curiosità ed interesse tra gli abitanti dell'Alto Tirreno Cosentino.
A fare la scoperta sono stati alcuni pescatori di Cetraro, attratti dalla particolare forma che si intravedeva e che giaceva a pochi metri sul fondo. La curiosità che la sagoma destava, ha spinto i pescatori a ripetute immersioni, immersioni che hanno permesso loro di individuare posizionata adagiata sul fondo l'antichissima ancora. È subito apparso evidente ai pescatori che il reperto sommerso aveva un valore storico. Le seguenti immersioni hanno a-vuto quindi l'obiettivo di recuperare a pochi metri di profondità, l'ancora di notevoli dimensioni: 1,90 metri di lunghezza, per un peso di svariati quintali. Tornato alla luce, il reperto è stato trasportato nella sede dell'Ufficio circondariale marittimo di Cetraro. Successivamente, sottoposto all'analisi del ministero per i Beni e le attività culturali, è emerso che si trattava di un reperto di notevole interesse archeologico e più specificatamente di un'ancora in piombo databile all'avanzata età imperiale Romana. La Roma Imperiale, potente militarmente e forte economicamente, per trecento anni, dall'età Augustea a quella Costantiniana, fece dell'attuale Alto Tirreno Cosentino il punto di passaggio sicuro, di tutti gli spostamenti che si sviluppavano sulla via d'acqua.