lunedì 7 dicembre 2009

Quei tesori romani di Claterna. Edifici e anfore, riemerge l'antica città alle porte di Bononia

Quei tesori romani di Claterna. Edifici e anfore, riemerge l'antica città alle porte di Bononia
PAOLA NALDI
GIOVEDÌ 16 FEBBRAIO 2006 LA REPUBBLICA

UNA tensostruttura bianca, a ridosso della via Emilia, e qualche mucchio di terra smossa, sono per ora gli unici elementi che avvertono i passanti dei lavori che in località I Maggio, a Ozzano, stanno portando alla luce una nuova città dell'epoca romana, Claterna.
Uno scavo archeologico, già avviato prima nell'Ottocento, poi negli anni '30 e in ultimo negli anni '80, ma su piccole super-fici, poi subito ricoperte.
Ora invece lo scavo sarà sistematico e comprenderà l'intera area su cui si ipotizza siano collocati i resti dell'antica città, sorta tra la via Emilia e la via Flaminia minore, abitata da circa 3/4000 abitanti. Sotto al telone tornano allaluceiprimi reperti, scavati in un'area grande 8 metri per 12.
Resti di un edificio o di più edifici di cui si vedono le fondamenta e la divisione delle stanze.
«Stiamo procedendo ad uno scavo stratigrafico per capire la storia della città, il suo sviluppo e la sua decadenza — spiega l'archeologo Claudio Negrelli, dell'associazione Civitas di Claterna che si occupa dei lavori —. Sicuramente sipuò dire chel'insedia-mento è nato durante la prima Età Imperiale, intorno al I-II secolo dopo Cristo.

Ma mentre fino ad oggi si è sempre creduto che la città avesse finito di esistere nel IV secolo, i nuovi scavi testimoniano come in realtà fosse attiva ancoratrailVe il VI secolo, un periodo importante che segna il passaggio tra tarda antichità e Medio Evo. Comunque la sua decadenza per noi non è un male perché i resti mostrano la città come era al tempo, senza altre sovrastrutture successive, e i materiali sono in buone condizioni.

Ad esempio l'edificio appena portato alla luce, probabilmente adibito a magazzino come dimostrano i resti di anfore ritrovati, offre una casistica completa delle tecniche costruttive del tempo. Si può capire dai diversi strati di costruzione che è stato mantenuto anche nei secoli successivi, riordinato nella scansione degli spazi interni e probabilmente adibito allalavorazione del ferro. Il prossimo obiettivo invece sarà quello di cercare la così detta area forense, piazza in acciottolato su cui si affacciavano gli edificipub-blici, e domus con apparati preziosi».

I nuovi lavori avranno poi come conclusione finale la costituzione di un nuovo museo, che potrebbe avere sede in un edificio nella zona, per poter raccogliere e mostrare i reperti che saranno trovati. Quelli rinvenuti negli scavi precedenti — pavimenti e decorazioni a mosaico— sono conservati al Museo Archeologico di Bologna.