martedì 29 dicembre 2009

Panorama da imperatore. L’area archeologica del Palatino si arricchisce da oggi delle Mura Severiane.

Panorama da imperatore.
L’area archeologica del Palatino si arricchisce da oggi delle Mura Severiane.
E POLIS – 29 dicembre 2009

La sezione offre una vista mozzaflato, che dal Circo Massimo abbraccia San Pietro fino al Celio.

Dopo la Vigna Barberini, recentemente aperta al pubblico, il percorso di visita dell'area archeologica del Palatino si arricchisce da oggi di un'altra straordinaria sezione: le Arcate Severiane. Fu domiziano alla fine del primo secolo ad inaugurare il cantiere su questo versante del colle, dove costruì lo Stadio Palatino. Un secolo più tardi, Settimio Severo completò queste enormi strutture che avevano una doppia funzione: da un lato, quella di sostenere le fondamenta degli edifici che avrebbero ampliato il quartiere imperiale, inaugurato da Augusto; dall'altro, quella di offrire una straordinaria quinta verso il Circo Massimo. Per innalzarle, gli ingegneri dell'epoca si servirono della tecnica utilizzata per realizzare gli acquedotti. Di questa immensa impresa architettonica, che fu conclusa da Massenzio solo all'inizio del quarto secolo, rimangono delle possenti mura, fino ad oggi visibili soltanto dal basso, come era abituato ad ammirarle il popolo di Roma Antica. Grazie ad un accordo tra il ministero e i sindacati, da oggi sarà possibile invece accedere agli stessi ambienti percorsi dagli imperatori e godere di una vista che abbraccia la città dalla Cupola di San Pietro fino a San Gregorio al Celio, passando per il campanile di Santa Sabina sull'Aventino e le Terme di Caracalla, dopo aver abbracciato con un solo sguardo l'anello del Circo Massimo. «Questo è uno dei 71 progetti, finanziati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con 40 milioni di euro per restituire all'archeologia e ai turisti un altro pezzo del patrimonio inestimabile del Palatino - aveva annunciato oltre un mese fa il sottosegretario Francesco Giro - Aprire il percorso significa aver consolidato i reperti perché aprire le strutture significa valorizzarle e sottrarle al degrado». Era stato l'Imperatore Domiziano a fornire il palazzo imperiale di un ippodromo lungo 160 metri e largo 48. «Progettato dall'architetto Rabirio, lo stesso del tempio di Giove sul Campidoglio, doveva essere arredato come una vera galleria d'arte - racconta la responsabile del Palatino Mariantonietta Tomei - Era contornato da portici di almeno due piani, con larghi corridoi e con mezze colonne rivestite di marmo».Addossate allo Stadio, Settimio Severo costruì in seguito delle Terme che richiesero l'ampliamento della struttura architettonica, oggi uno degli scorci più imponenti del panorama archeologico della Capitale. Al centro di questa parete di arcate, Massenzio aveva collocato una grandiosa tribuna: un palco dal quale poteva assistere alle sfide delle quadrighe nel Circo Massimo, ma, soprattutto, mostrarsi in pubblico al popolo romano in occasione delle celebrazioni dei giochi. Se questo ultimo ambiente è ancora in attesa dei finanziamenti per essere messo in sicurezza, tutte le altre aree sono ora aperte in alternanza con la celebre Casa di Augusto il martedì, il giovedì e il venerdì. Un'occasione per sentirsi un po' imperatori della città e volare con lo sguardo su uno dei suoi panorami più inediti. Per informazioni sulle visite, telefonare al numero 06483474.
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nota. nella foto, dal nostro archivio Le Mura di Servio Tullio