giovedì 24 dicembre 2009

Nella sabbia un teschio di epoca romana

Nella sabbia un teschio di epoca romana
Efisio Trincas
L’Unione Sarda, Oristano, 5 dicembre 2005

Trovato ieri a pochi passi dalla necropoli di Tharros, una zona ricca di reperti archeologici

«È necessario un museo per ospitare i pezzi recuperai ultimamente»
Da secoli quel teschio era custodito nella sottile striscia di terra tra i due mari che bagnano San Giovanni. Nella parte estrema della penisola del Sinis, a quattro passi dalla necropoli romana di Tharros. È venuto fuori ieri mattina, quando la mareggiata ha portato via la sabbia. Lo ha trovato il presidente della cooperativa che gestisce gli scavi archeologici e lo ha subito consegnato ai carabinieri.
Secondo una prima analisi degli storici è probabile che il teschio risalga all'epoca romana considerata soprattutto la vicinanza con le tombe. Ma non si esclude che quei resti umani fossero sotterrati fin dal periodo della colonizzazione punica.
Qualcuno nei giorni scorsi pare abbia persino tentato di portarselo via, ma non ha fatto in tempo. Il teschio in tanti secoli si è conservato quasi integralmente, solo che nel momento del recupero alcuni frammenti si sono divisi. Ora è custodito dai carabinieri di Cabras, nei prossimi giorni sarà affidato agli archeologi per stabilire con certezza l'epoca a cui risale. «Questo ulteriore ritrovamento dimostra quante ricchezze custodisca il nostro Sinis - ha commentato il sindaco di Cabras, Efisio Trincas - Per questa ragione è fondata la richiesta di costruire il museo dei Fenici nel nostro territorio. È logica quindi la nascita di una struttura che possa ospitare tutti i reperti che sono stati ritrovati negli ultimi anni. Non dimentichiamo che molti dei tesori riportati alla luce sono accatastati negli sgabuzzini della Sovrintendenza». Un altro teschio, quasi integro, era stato ritrovato sempre a San Giovanni durante l'estate dello scorso anno. Secondo l'esame degli archeologi risalirebbe addirittura al secondo, massimo al terzo secolo dopo Cristo. Piena epoca romana, insomma. Si trovava dentro una tomba a cappuccino, che custodiva al suo interno un cadavere inumato e poi ricoperto da embrici.
Nella spiaggia di San Giovanni di Sinis uno scheletro, quasi intero, era stato recuperato la scorsa estate. Le prime ossa erano state notate da alcuni operai: era venuto fuori un femore, poi si era visto il resto dello scheletro. Era rimasto a cinquanta centimetri di profondità: mancavano soltanto il teschio e le braccia, il resto delle ossa c'era tutto. «Questo patrimonio deve essere valorizzato e deve tornare utile alla nostra comunità -ha aggiunto il primo cittadino cabrarese - Con questa convinzione continueremo la nostra battaglia, insieme al Comune di Santa Giusta, per ottenere il finanziamento necessario per costruire il museo della civiltà fenicia».