La Nuova Sardegna 02/12/2009
CABRAS. C’è il relitto di una nave romana, nel mare al largo dello scoglio del Catalano, a 18 miglia dalle coste del Sinis, su un fondale di circa 700 metri. Lo conferma l’archeologa Carla Del Vais, direttrice del Museo di Cabras. La certezza arriva dopo il ritrovamento durante una battuta di pesca d’altura di tre anfore, da parte dell’equipaggio della Motopesca «Sisinnio Padre» della marineria di Cabras, di proprietà di Antonio Manca e condotta anche dai figli Gianni e Andrea. Secondo Carla Del Vais, presumibilmente, la nave romana dovrebbe essere naufragata nel corso del II secolo dopo Cristo. Proveniva dall’Andalusia, la zona di Cadice chiamata Betica in età romana, con un carico di anfore che contenevano una salsa di pesce chiamata Garum e usata per insaporire cibi. Un ritrovamento di questo tipo è abbastanza raro in Sardegna e per di più c’è da considerare l’individuazione di un nuovo relitto in un area di alta profondità che risulta difficilmente indagabile. L’acquisizione dei reperti al museo, come ha informato l’assessore alla Cultura, Sergio Troncia, è avvenuto di concerto con la Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano, rappresentata da Alessandro Usai.
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nota. nel disegno dal nostro archivio:
nave romana denominata Longa
CABRAS. C’è il relitto di una nave romana, nel mare al largo dello scoglio del Catalano, a 18 miglia dalle coste del Sinis, su un fondale di circa 700 metri. Lo conferma l’archeologa Carla Del Vais, direttrice del Museo di Cabras. La certezza arriva dopo il ritrovamento durante una battuta di pesca d’altura di tre anfore, da parte dell’equipaggio della Motopesca «Sisinnio Padre» della marineria di Cabras, di proprietà di Antonio Manca e condotta anche dai figli Gianni e Andrea. Secondo Carla Del Vais, presumibilmente, la nave romana dovrebbe essere naufragata nel corso del II secolo dopo Cristo. Proveniva dall’Andalusia, la zona di Cadice chiamata Betica in età romana, con un carico di anfore che contenevano una salsa di pesce chiamata Garum e usata per insaporire cibi. Un ritrovamento di questo tipo è abbastanza raro in Sardegna e per di più c’è da considerare l’individuazione di un nuovo relitto in un area di alta profondità che risulta difficilmente indagabile. L’acquisizione dei reperti al museo, come ha informato l’assessore alla Cultura, Sergio Troncia, è avvenuto di concerto con la Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano, rappresentata da Alessandro Usai.
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nota. nel disegno dal nostro archivio:
nave romana denominata Longa