PADOVA. progetto per la via Annia: restauri e accessibilità
Maria Pia Codato
Edizione del 26/10 - IL GAZZETTINO ONLINE
Successo senza precedenti di un ambizioso progetto: rendere l'antica via Annia, risalente al II secolo a. C., un patrimonio culturale accessibile a tutti, una realtà capace di rievocare le vicende e le trasformazioni che si sono susseguite nei secoli lungo i suoi 200 chilometri, e di veicolare, oggi come ieri, idee e culture. Con l'apertura delle sale ad essa dedicate nel Museo Archeologico di Padova, dopo indagini, scavi, restauri, campagne di telerilevamento, si è felicemente raggiunta la prima tappa di un percorso che si concluderà, entro dicembre 2009, con gli allestimenti tematici nei Musei di Adria, Altino, Concordia e Aquileia, territori attraversati dall'antico tracciato. In ogni sala è prevista l'installazione di una stazione multimediale, che permetterà all'utente di conoscere, attraverso schede testauli, immagini e ricostruzioni virtuali, quanto è noto dell'antica via. Che viene ora proposta per la prima volta nel Museo Archeologico patavino, in un nuovo e affascinante percorso.
«Tra le oltre 250 opere esposte si trovano - ha ricordato Girolamo Zampieri, conservatore del Museo - alcuni importanti pezzi che finora erano rimasti relegati nei depositi: dall'elegante statuetta di Venere che si toglie il sandalo, proveniente da Cavarzere, allo stupendo bronzetto di Zeus, dalla curiosa lucerna a forma di piede ai variopinti balsamari in vetro da Monselice, dagli elementi idraulici da Montegrotto all'astuccio con strumenti chirurgici recuperato nella zona della Mandria». Numerosi i reperti ritrovati in città, tra cui il vaso egizio risalente a una tomba romana in via Acquette, il vaso funerario in pietra rinvenuto in via Roma e l'antefissa con sfinge a due corpi in via Belzoni.«Il percorso espositivo - aggiunge il conservatore - rappresenta - grazie alla presenza di reperti attinenti la vita quotidiana (strumenti agricoli, vetri, cucchiai, utensili vari) accanto a quelli di carattere pubblico e monumentale (iscrizioni, monumenti funerari, cippi) - un'occasione per portare il visitatore a diretto contatto con le più significative testimonianze della vita dei nostri antenati».L'importante opera di recupero e di valorizzazione dell'antico tracciato romano, avviata nel 2005, è stata realizzata, come ha ricordato l'assessore alla cultura del Comune di Padova Monica Balbinot, grazie alla caparbietà dell'onorevole Andrea Colasio e all'azione sinergica di Arcus Spa, una società che sostiene iniziative e progetti innovativi nel panorama della cultura italiana, che ha stanziato 1,8 milioni di euro su proposta e con il contributo della Regione del Veneto e del Comune di Padova, ed è stata da questi attuata insieme con i Comuni di Concordia Sagittaria, Dolo, Aquilelia, Rovigo, l'Università di Padova, con la collaborazione delle Soprintendenze per i Beni Archeologici del Veneto e del Friuli Venezia Giulia.
Viva soddisfazione per i risultati raggiunti sono stati espressi anche da Davide Banzato, direttore dei Musei civici di Padova, da Francesca Ghedini dell'Ateneo patavino, e da Fausta Bressani, responsabile della direzione dei Beni culturali della Regione Veneto, regista del progetto. «L'azione congiunta di Soprintendenze, Università, ed Enti territoriali garantisce, accanto alla correttezza scientifica dell'operazione - ha sottolineato quest'ultima - l'attenzione alle necessità di sviluppo sostenibile del territorio, rendendo possibile affiancare ad un'importante azione culturale, progetti di valorizzazione ambientale e delle antiche tradizioni enogastronomiche».
Maria Pia Codato
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Successo senza precedenti di un ambizioso progetto: rendere l'antica via Annia, risalente al II secolo a. C., un patrimonio culturale accessibile a tutti, una realtà capace di rievocare le vicende e le trasformazioni che si sono susseguite nei secoli lungo i suoi 200 chilometri, e di veicolare, oggi come ieri, idee e culture. Con l'apertura delle sale ad essa dedicate nel Museo Archeologico di Padova, dopo indagini, scavi, restauri, campagne di telerilevamento, si è felicemente raggiunta la prima tappa di un percorso che si concluderà, entro dicembre 2009, con gli allestimenti tematici nei Musei di Adria, Altino, Concordia e Aquileia, territori attraversati dall'antico tracciato. In ogni sala è prevista l'installazione di una stazione multimediale, che permetterà all'utente di conoscere, attraverso schede testauli, immagini e ricostruzioni virtuali, quanto è noto dell'antica via. Che viene ora proposta per la prima volta nel Museo Archeologico patavino, in un nuovo e affascinante percorso.
«Tra le oltre 250 opere esposte si trovano - ha ricordato Girolamo Zampieri, conservatore del Museo - alcuni importanti pezzi che finora erano rimasti relegati nei depositi: dall'elegante statuetta di Venere che si toglie il sandalo, proveniente da Cavarzere, allo stupendo bronzetto di Zeus, dalla curiosa lucerna a forma di piede ai variopinti balsamari in vetro da Monselice, dagli elementi idraulici da Montegrotto all'astuccio con strumenti chirurgici recuperato nella zona della Mandria». Numerosi i reperti ritrovati in città, tra cui il vaso egizio risalente a una tomba romana in via Acquette, il vaso funerario in pietra rinvenuto in via Roma e l'antefissa con sfinge a due corpi in via Belzoni.«Il percorso espositivo - aggiunge il conservatore - rappresenta - grazie alla presenza di reperti attinenti la vita quotidiana (strumenti agricoli, vetri, cucchiai, utensili vari) accanto a quelli di carattere pubblico e monumentale (iscrizioni, monumenti funerari, cippi) - un'occasione per portare il visitatore a diretto contatto con le più significative testimonianze della vita dei nostri antenati».L'importante opera di recupero e di valorizzazione dell'antico tracciato romano, avviata nel 2005, è stata realizzata, come ha ricordato l'assessore alla cultura del Comune di Padova Monica Balbinot, grazie alla caparbietà dell'onorevole Andrea Colasio e all'azione sinergica di Arcus Spa, una società che sostiene iniziative e progetti innovativi nel panorama della cultura italiana, che ha stanziato 1,8 milioni di euro su proposta e con il contributo della Regione del Veneto e del Comune di Padova, ed è stata da questi attuata insieme con i Comuni di Concordia Sagittaria, Dolo, Aquilelia, Rovigo, l'Università di Padova, con la collaborazione delle Soprintendenze per i Beni Archeologici del Veneto e del Friuli Venezia Giulia.
Viva soddisfazione per i risultati raggiunti sono stati espressi anche da Davide Banzato, direttore dei Musei civici di Padova, da Francesca Ghedini dell'Ateneo patavino, e da Fausta Bressani, responsabile della direzione dei Beni culturali della Regione Veneto, regista del progetto. «L'azione congiunta di Soprintendenze, Università, ed Enti territoriali garantisce, accanto alla correttezza scientifica dell'operazione - ha sottolineato quest'ultima - l'attenzione alle necessità di sviluppo sostenibile del territorio, rendendo possibile affiancare ad un'importante azione culturale, progetti di valorizzazione ambientale e delle antiche tradizioni enogastronomiche».